Finto amore

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Cammina da sola in quella strada deserta.
Il buio è ovunque se non per dei lampioni dalla luce fiocca.
Ha uno zaino pesate sulle spalle e continua a piangere.
Fà più freddo quando si è da soli.
Soprattutto dopo essere scappati di casa.
Così una bambina di sette anni se ne va in giro per le strade di una città addormentata continuando a piangere.
"Posso tornare a casa? No, non ancora, sono stanca di come si comporta la mia mamma" pensa dopo essersi seduta su una panchina.
Quella sensazione di solitudine non la prova solo in quelle circostanze.
Spesso rimane a casa da sola tra i suoi giochi colorati.
Sì era arrabbiata perchè sua madre le aveva tirato uno schiaffo, poi un pugno e poi un calcio.
Non le piaceva quando si arrabbiava.
Anzi, non le piaceva proprio quando le persone si arrabbiavano.
Aveva paura che potessero avere la sua stessa reazione.
Per qualcuno che vive da sempre una situazione non può capire che sia sbagliata.
Ma lei era arrabbiata comunque e sentiva che non voleva più averci a che fare.
"Non ci torno, mi farà male" pensa ancora singhiozzando "quindi che faccio? Io le voglio bene! Non voglio perdermi nel buio"
Si alzò dalla panchina e lentamente tornò a casa.
Mentre il nodo alla gola si faceva più stretto.
Mentre la donna che la ha usata come sfogo si riempe di colpe, preoccupata come non mai.
La bambina tornò a casa e la madre la abbracciò tanto forte da farle male.
"Questo si chiama amore?" Si chiese la bambina.
"Non voglio essere amata"

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