Tutto era immerso nell'oscurità, salvo per la parte dove lei stava in piedi, da sola. Il sole illuminava la tomba davanti a lei. Era così spoglia, povera, molto strano visto che faceva parte di una famiglia benestante. Si ricordò immediatamente la discussione che ebbe con sua madre ieri.
"Perché dovremmo renderla vistosa? Lui era un ragazzo così semplice, non ha mai avuto molti amici, era sempre in solitudine, quindi mi sembra giusto che la sua tomba lo rispecchi"
"Ah si? Era davvero così? Semmai con te e papà! Voi non lo conoscete come lo conosco io. Non conoscete la sua allegria, non sapete com'era il suo sorriso, così smagliante e sincero. Vederlo sorridere era la cosa che preferivo e faceva sorridere anche me. Mi è sempre stato accanto, a differenza tua e di papà. Eravate sempre in giro, sempre in viaggio, voi non lo conoscevate e non conoscete nemmeno me! Quindi non mi dire come deve essere la sua tomba! Non ti azzardare minimamente!" le urlai contro. Lei si avvicinò e mi strinse forse il polso e mi guardò con uno sguardo cattivo. Finalmente vedevo la vera lei.
"Senti signorina, paghiamo io e tuo padre la sua tomba, quindi non discutere con noi ok? Tu non sei nessuno, tu non hai voce in capitolo finché starai in questa casa capito? E non ti azzardare più a urlarmi contro ok?" disse furiosa
"Fammi quello che vuoi, tanto pensavo di andarmene"
"Andartene? E dove? E con quali soldi?" disse ancora più furiosa di prima. Dovevo stare attenta. Non potevo mica dirle che io e mio fratello avevamo messo dei soldi da parte per andarcene, non appena avremmo potuto.
"Sono cazzi miei ok?"
"Cazzi tuoi? Non ti riconosco più Crystal! Tu non sei più mia figlia!" disse lasciandomi andare dandomi le spalle
"Guarda, è la cosa più bella che mi hai detto in tutta la mia vita!"
Quel flashback durò un solo istante, ma le ricordò tutta la rabbia che aveva provato e la decisione a cui era arrivata. Aveva deciso di andarsene, di partire per quel viaggio che lei e suo fratello avevano tanto desiderato. Anche se, senza di lui, non sarebbe stata la stessa cosa. Lui era l'altra parte di lei, la completava, erano un tutt'uno, era la sua luce e ora le era rimasta solo un'oscurità nel cuore. Forse andandosene, avrebbe ritrovato quella luce che avrebbe rimosso l'oscurità creatasi. Fissò nuovamente la tomba e si inginocchiò.
"Perché te ne sei andato? Perché mi hai lasciato sola? Dovevamo andarcene insieme! Me lo avevi promesso!" dissi e finalmente le lacrime scesero, bagnando il mio viso. "Mi manchi così tanto, ti rivoglio indietro. Ti prego, torna da me. Non lasciarmi da sola" dissi continuando a piangere
"Tesoro, non potrà più tornare da te e lo sai questo" mi disse una voce alle mie spalle. La voce di una delle poche persone di famiglia di cui mi fidavo e a cui volevo bene.
"Lo so nonna, ma io come faccio a vivere senza di lui?"
"Ci riuscirai tesoro, so che sei forte" disse e io l'abbracciai forte. L'unica cosa che ora mi avrebbe tenuto lì era mia nonna. Alzai il mio viso e la guardai. Come faceva mia madre ad essere figlia di una donna così dolce?
"Nonna, sto pensando di andarmene. Ho bisogno di allontanarmi da qui, di schiarirmi le idee" le dissi tutta d'un fiato. Lei mi sorrise e mi accarezzò la testa.
"Lo so tesoro, Jake mi ha detto tutto del vostro viaggetto e penso sia giusto che tu ci vada, per te e per lui" disse guardando la tomba. L'abbracciai ancora più forte.
"Mi mancherai" le dissi piangendo
"Anche tu tesoro, ma mi raccomando scrivimi" mi disse sorridendomi "Ora rientriamo, che si sta facendo buio" mi disse staccandosi e incamminandosi verso casa. Mi voltai un'ultima volta verso la tomba di mio fratello.
"Ti voglio bene, fratellone" dissi e mi lasciai alle spalle una parte di me, che rimarrà sempre nel mio cuore.
Non appena rientrai in casa, cercai di evitare il contatto con i miei genitori e corsi in camera. Tirai fuori una valigia dall'armadio e iniziai a riempirla dei miei vestiti, pronta per andarmene lontana da qui. Mi accucciai e presi la scatola sotto il letto. La tirai fuori e la fissai. Lì dentro c'era la mia via di fuga, ciò per cui io e mio fratello abbiamo combattuto in questi anni. Aprii il lucchetto e tirai fuori ciò che conteneva: due biglietti di sola andata per Londra, i nostri due passaporti e una carta di credito, con dentro i soldi che avevamo messo da parte. Presi tutto e li infilai nella borsetta di Prada. Chiusi la valigia e mi presi la giacchetta di pelle, pronta per andarmene di lì. Ma prima di andarmene, dovevo fare una cosa. Mi diressi nella stanza accanto alla mia, quella di mio fratello e la guardai un'ultima volta. Il letto era ancora disfatto, la camera era davvero un macello e sulla scrivania qualcosa luccicava. Mi avvicinai e ci trovai la sua medaglietta, quella che portava da sempre al collo. Accanto ce ne era un'altra identica, che non ricordavo ce l'avesse mai avuta. La presi in mano e la voltai, e le lacrime scesero nuovamente sul mio volto. Aveva scritto ''alla mia amata Crystal, ti voglio bene''. Crollai in ginocchio sul pavimento. Probabilmente era il mio regalo di compleanno che avrebbe dovuto darmi tra qualche giorno. Me la misi subito al collo e mi misi anche quella di mio fratello. Le guardai e sorrisi. Così sarebbe stato sempre con me. Tirai indietro le lacrime e tornai nella mia stanza a prendere le valigie. Cercai di non far rumore, ma a quanto pare i miei genitori erano ad una delle loro cene lussuose. Andai in cucina e lasciai un biglietto, così che non avrebbero chiamato i carabinieri o che altro.
"Me ne sono andata. Ho soldi e so badare a me stessa. Non cercatemi"
Uscii dalla porta e iniziai ad andare verso il taxi che mi aspettava fuori casa. Mi voltai un'ultima volta verso casa mia, ma non mi scese nemmeno una lacrima.
"Addio" dissi salendo in taxi. Pian piano, il mio quartiere fu avvolto dall'oscurità e solo allora sentii una stretta allo stomaco. Solo allora mi resi conto che mi stavo lasciando tutta la mia vita alle spalle. Ma non sarei mai tornata indietro. Dovevo scoprire cosa mi avrebbe riservato il futuro e non potevo farlo in gabbia, nelle grinfie della mia famiglia iperprotettiva. Finalmente avrei visto il mondo con i miei occhi, e avevo la sensazione che avrei scoperto un mondo a me nuovo. Al pensiero sorrisi a me stessa.
"Signorina, siamo quasi arrivati. Dove è diretta?" mi chiese l'autista e io tornai in me
"Londra" dissi continuando a sorridere, contenta che avrei potuto vedere qualcosa di nuovo
"E' una bella città, ci sono stato l'anno scorso con mia moglie. E perchè ha deciso proprio Londra?" mi chiese e io continuai a sorridere, guardando fuori dal finestrino.
"Bé perché no?" dissi e anche lui sorrise. La mia nuova vita stava per iniziare e magari ne avrei ricavato qualche avventura.
Ancora non sapeva che, quel viaggio avrebbe radicalmente cambiato la sua vita.
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Chaos and high heels
Ficción GeneralCosa succede quando una ragazza di buona famiglia, considerata da tutti la perfetta figlia, incontra una ragazza di strada che la conduce nel suo mondo, portando alla luce la vera se stessa?