Capitolo 6

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Luka aveva percorso la strada con più calma rispetto a Marinette, anche se pur sempre con passo sostenuto, e non vedendola in lontananza si era chiesto come fosse possibile non averla raggiunta, ma mano a mano che si avvicinava alla casa della ragazza se n'era fatto una ragione, e sperò di non metterla nei guai con i genitori, una volta arrivato.

Si rigirava il telefono tra le mani e provava quello che le avrebbe voluto dire una volta raggiunta.

Sicuramente doveva iniziare col restituire il telefono, poi... non lo sapeva più.

Il fatto che si stesse facendo tardi e che lei fosse scappata gli rendeva la confessione più difficile, e gli aumentava le insicurezze che già lo avevano colto quando aveva organizzato la serata.

Forse non ricambiava, magari doveva darle un po' di tempo...

Sapeva che fino a poco tempo prima aveva avuto una cotta per Adrien Agreste. Non che qualcuno glielo avesse detto, ma lo aveva senza problemi intuito. Però negli ultimi tempi l'aveva vista sempre meno interessata, e gli era sembrato un buon momento per agire.

Forse però non lo era.

Luka sospirò tra sé, e decise di non tirare fuori l'argomento per il momento, e di restituire semplicemente il telefono.

Una volta arrivato davanti alla pasticceria controllò che le luci fossero accese, ma non c'era traccia di nessuno.

Che Marinette gli avesse mentito e fosse andata da qualche altra parte?

Luka scosse la testa, non era affatto un comportamento da Marinette.

Alzò lo sguardo e si allontanò dalla facciata per controllare se non fosse in balcone, dato che gli sembrava fosse illuminato, e quello che vide lo lasciò di stucco.

Marinette c'era, questo sì, quindi non aveva mentito sul fatto di tornare a casa.

Ma non era sola, e la sua compagnia era l'ultima cosa che Luka si sarebbe aspettato.

Infatti parlava, in modo piuttosto confidenziale, come fossero amici di lunga data, con il supereroe Chat Noir, ed erano sempre più vicini.

Fu come se il cuore di Luka gli sprofondasse nello stomaco, e avvertì distintamente un forte dolore all'altezza del petto dove sarebbe dovuto trovarsi.

Il suo primo istinto fu quello di scappare via e consegnare il telefono il giorno successivo, fingendo di non aver visto nulla, ma non riusciva a muoversi.

Dentro di sé cercava invano di trovare una spiegazione logica alla presenza di un supereroe sul tetto della sua cotta.

Forse Marinette si era imbattuta in un supercattivo arrivando lì e Chat Noir l'aveva salvata e si stava assicurando che stesse bene. Ma allora perché era così vicino a lei? E perché non tornava ai suoi doveri?

Magari Marinette era Ladybug, per questo lei e Chat Noir erano così in sincronia. Ma allora perché parlavano così, non sarebbe stato meglio per Marinette trasformarsi nella supereroina? E comunque non giustificava quella vicinanza.

Nulla di platonico poteva giustificarla!

Luka strizzò gli occhi, cercando di imporre al suo corpo di andarsene, di smettere di ferirsi così tanto, ma non ci riuscì, e nella speranza di trovare una risposta che guarisse il suo cuore o una spiegazione ragionevole che avrebbe sistemato tutto, risollevò lo sguardo, speranzoso, finendo solo per ferirsi ancora di più.

Perché Chat Noir si era chinato per baciarla, e lei aveva ricambiato senza la minima esitazione.

Questo fu troppo per il povero ragazzo, e stringendo il telefono come fosse un'ancora di vita, trovò la forza di scappare prima che qualcuno lo beccasse a spiare i due piccioncini.

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