24 - uno scorcio di passato

626 22 0
                                    

"Cosa stiamo facendo?" domandai, ancora a letto abbracciata a lui. Eravamo rimasti così, nudi e con i respiri corti a riprendere fiato, mentre in quella splendida casa la gente si muoveva e si agitava. Riuscivo a sentirli, alcune volte, con le orecchie, serie di passi che camminavano nel corridoio davanti alla porta della camera da letto, e altre volte seguendo quelle strane emanazioni di potere che percepivo da quando ero andata a letto con lui la prima volta.

Mi guardò come se fosse abbastanza chiaro quello che stavamo facendo, che avevamo appena fatto in quella stanza, ma non era quello che intendevo "È tutto diverso da come sembra" mormorai "Lupi mannari, mio padre, me, te. Mi sembra che non ci sia proprio niente di quello che mi circonda che è davvero come credevo che fosse" spiegai. Lui si irrigidì un po' ma non allentò l'abbraccio, anzi, mi strinse un po' di più "Ero una ragazza normale, con una vita normale, un po' mi annoiavo ma mi andava bene così. E poi viene fuori che un lupo mannaro mi morde, finisco a letto con qualcuno che quasi neanche conosco. Viene fuori che mio padre, il padre che conosco da tutta la vita non è neanche lontanamente l'uomo che ci aveva fatto credere di essere. Non è il padre iperprotettivo e poco presente per via del suo lavoro, che ci insegna il valore del lavoro e delle cose facendoci guadagnare ciò che vogliamo con il nostro lavoro, e non proprio messo benissimo economicamente, ma che è un cavolo di lupo mannaro vecchio chissà quanto che regala hai suoi figli di cui non sapevo nulla auto da milioni come contentino dopo un lavoro. Non so neanche se lavora davvero per l'esercito come ci aveva detto" mormorai "E noi, Seth, noi cosa stiamo facendo? Cosa diavolo siamo?" domandai "Un giorno non ci conosciamo quasi e quello dopo finiamo a fare sesso insieme e a comportarci come una coppietta. E una volta trasferita qui, cosa cavolo dovrei fare, cosa cavolo diventeremo? Saremo una specie di estranei di giorno che fa del grande sesso di notte per mettere al mondo una vagonata di figli per non farci rompere le scatole da terzi? Sarebbero bambini Seth, non un numero in un'equazione. Dovrebbero essere amati e cresciuti nella gioia, non messi al mondo per toglierci dalle palle qualcuno che ci rompe. Dovrebbero nascere per la gioia di chi li concepisce, per essere amati e ricevere il loro amore, non per essere usati" conclusi. Lui rimase in silenzio per un po', poi sospirò "Lo so. Lo so che è tutto un gran casino complicato e per molti versi orribile. Lo so che le cose sembrano in un modo e poi viene fuori che sono in un altro e lo so che molte delle cose che succedono e ora ti circondano possono sembrare orribili e lo sono se vengono fatte da alcune persone" disse in tono dolce ma serio "Il mondo non è come credevi, ci sono cose che vengono tenute segrete e che in pochi sanno e comprendono. Ma non è il mondo ad essere cambiato, solo la prospettiva che tu hai di esso e la tua consapevolezza di quello che ti sta intorno. Tuo padre, è vero, ti ha mentito, ha mentito a te, tua madre e tua sorella, ma non ha mai fatto finta riguardo la persona che è e quello che prova per voi. Non vi ha parlato dei lupi, non vi ha fatto entrare in quel mondo, ma non ha mai finto di volervi bene o di essere ciò che è come persona." Aveva senso, quello che stava dicendo "Cucciola, è vero, un giorno eravamo praticamente estranei, parlavamo solo perché tu eri finta in questa situazione e solo per risolvere le questioni che si sono create per ciò che ha fatto Michele ma, siamo stati a letto insieme. Lo abbiamo fatto perché lo volevamo, perché, anche se può sembrare strano, era giusto. Siamo compagni, abbiamo un legame, il senso stesso dell'essere compagni è proprio quello del sostenersi a vicenda, dell'aiutarsi, consigliarsi e limare i difetti dell'altro, sopperire alle carenze dell'altro. Non avremmo mai potuto creare quel legame se non fossimo giusti per stare insieme, magari non sempre come coppia, può succedere, ma come squadra, per sostenerci a vicenda, quello lo possiamo essere in qualsiasi circostanza. Non saremo mai estranei" affermò. "E non dobbiamo avere dei numeri. Magari per gli altri lo saranno anche, ma per noi sarebbero i nostri figli. Sarebbero questo e nessuno ci impedisce di amarli, proteggerli e renderli felici fino a quando avremmo fiato in corpo e i nostri cuori batteranno. Quella sarebbe una cosa nostra, nostra e di nessun altro. Un qualcosa in cui nessuno potrà mettere il naso o potrà dirci cosa o come fare." Affermò con quel tono deciso e pacato "Lo so che è tutto diverso e incasinato rispetto a quello che la tua vita fin ora ti ha insegnato e mostrato, ma sei un lupo mannaro, non puoi pensare che i metri degli umani siano come i nostri. Da quando sei arrivata qui tu hai fatto un gran bene a questo branco, probabilmente non lo sai, non te ne rendi conto e non lo capirai per altro tempo ancora, ma quello che hai detto a Massimo, il fatto che grazie a te e alla tua presenza non solo ho la possibilità, ma il coraggio di fare qualcosa come sbatterlo fuori di casa e affrancare il branco, è qualcosa di inimmaginabile per noi, di fantastico e perfetto, anche se non te ne rendi conto e non lo sai. Non sarai mai un'estranea con cui fare del gran sesso, tu in questo branco sei già la femmina dominante e sei già parte della famiglia, a prescindere dal fatto che andiamo a letto insieme o se avremmo dei figli" concluse "Non ci vorrà molto se continuiamo così" borbottai a me stessa, ma data la vicinanza e il suo udito finissimo mi sentì comunque "Perché?" domandò. Imprecai mentalmente contro me stessa per non averci pensato prima di quel preciso momento ed essermi fatta uscire quel commento in quel momento. Mi ci mancava solo spiegare quello ma, lo spiegai comunque "Non uso contraccettivi" confessai "In genere uso il preservativo, ma tu non lo hai mai messo" notai, lui fece una mezza smorfia di disgusto "Non farmi pensare a te con altri uomini, voglio fingere che io sia l'unico con cui sei stata anche se so che non è così" mi informò "Perché?" stavolta lo domandai io "Non voglio rischiare di dare loro la caccia e sgozzarli" mi informò "A proposito di partner sessuali" cominciai, lui mi lanciò un'occhiata curiosa ma non disse nulla "Tu ci sei andato a letto, con la tipa di prima, vero?" domandai. Trattenne il respiro per un lunghissimo momento il che bastò a darmi una risposta "Non in questo secolo" ammise " siete stati insieme" riassunsi "Non nel senso in cui lo intendi tu" ribatté immediatamente "Lei è una lupa potente e proviene da un'altra stirpe, mio padre voleva uno spunto per avere un'alleanza con la sua linea di sangue, e dato che lei è una nipote del capostipite della sua linea, mio padre ha pensato che farla ingravidare da uno dei suoi figli più forti fosse un buon modo per invogliare il nonno a fare l'alleanza. Poi la situazione è cambiata e mi ha fatto tornare a casa senza aver concluso nulla" raccontò in tono indifferente "Hai avuto un figlio o quasi con quella tipa?" domandai "Non metterla così, lei sapeva perché ci frequentavamo, non ci voleva molto a capirlo, lo sapevano tutti, lei e il suo capobranco erano favorevoli perché un eventuale figlio mio sarebbe stato molto potente oltre che sangue nuovo per il branco. È stato un mero atto riproduttivo, proprio come quando prendi due cani di razza e li metti insieme per avere dei cuccioli, niente di più niente di meno" affermò "Ma tu non sei un cane, hai dei sentimenti e un cervello. Non riesco a credere che non te ne importasse proprio nulla" affermai, cambiando posizione per poterlo vedere meglio in faccia "Lui lo ha chiesto a tutti noi" spiegò "Soprattutto a noi nati dalle compagne. Mettere al mondo discendenza e ingrandire il branco era uno dei compiti di tutti i suoi discendenti di sangue diretti, soprattutto se stretti. Per noi era, normale, andare a letto con chi ci diceva lui, delle volte neanche sapevamo bene chi era la tipa che ci ritrovavamo in camera. Facevamo quello che dovevamo e basta, non c'era bisogno di parlarci" spiegò "A noi maschi la cosa non ha creato molti problemi, da ragazzi non è che ce ne importasse poi molto di chi ci portavamo a letto, volevamo solo sfogarci, ma..." a quel punto si bloccò, fece un'espressione cupa e tetra e poi continuò "Gabrielle" mormorò "Lei è l'unica figlia femmina avuta da una compagna, i figli avuti dalle compagne sono più importanti e più in alto per la successione rispetto a quelli avuti da altre donne, lui voleva a tutti i costi che facesse un po' di bambini, così la teneva chiusa nelle sue stanze e le portava dei candidati, per la riproduzione." Raccontò, mentre io sgranavo gli occhi e spalancavo la bocca tra lo sconvolgimento e l'orrore "Sapevamo come sarebbe andata a finire se fosse rimasta incinta, avrebbe continuato a portarle maschi per farle fare continuamente figli, così l'abbiamo aiutata a non restare incinta, c'erano degli infusi di erbe e dei decotti che funzionavano abbastanza bene, ma è capitato che un paio di volte non siano bastati, così io, Vali e Raffaele l'abbiamo aiutata a... si insomma, a perdere il bambino ed insabbiare tutto con nostro padre" raccontò "Lui si è anche insospettito per il fatto che lei non restasse incinta e verso la fine ha cominciato ad assistere per controllare se tutto veniva fatto per bene. Lei, a quel punto, ha avuto un crollo, è stato troppo, faceva del male ai maschi che le venivano portati o a se stessa, così nostro padre si è convinto che non poteva avere figli e che era meglio smetterla o si sarebbe trovato un cadavere nella linea di successione. Avere un figlio suicida non è una bella cosa, mina la tua autorità e il rispetto di chi ti sta intorno e di coloro con cui fai affari" raccontò "Quando si è ripresa e Michele divenne abbastanza grande abbiamo deciso di andarcene e, visto che si era trovato una nuova compagna e che i gemelli non sono esattamente il tipo di lupo che apprezza avere nel branco, abbiamo preso anche quei due e li abbiamo portati via con noi. A lui non è dispiaciuto. Vista come era ridotta Gabrielle ci siamo messi di impegno a contrastarlo quando faceva qualcosa che noi reputavamo sbagliata, agivamo di nascosto, ma lui lo sapeva, lo sapevano tutti. Lei era inutile, noi una minaccia, mandarci via con l'accordo che non gli avremmo creato problemi è stato vantaggioso per lui e ora che abbiamo richiesto l'indipendenza può ufficialmente rimpiazzarci con qualcuno di più adatto tra gli altri suoi figli" concluse "Seth" me ne uscii del tutto seria "Non esiste che si faccia una cosa del genere anche ai nostri bambini" ecco, avevo appena detto nostri bambini e non qualcosa del tipo: se avremmo dei figli non permetterò che si faccia loro una cosa del genere. La parte inconscia e quella consapevole del mio cervello stavano decisamente facendo a cazzotti tra di loro in quel momento "E non voglio neanche che abbiano a che fare con tuo padre e con Massimo e, eventualmente, con chiunque altro assecondi e condivida queste cose allucinanti che mi hai appena detto" conclusi in tono serissimo "Sono assolutamente daccordo" affermò con un sorriso "E Gabrielle deve essere libera di fare quello che vuole. Se vuole avere un bambino da qualcuno in particolare lo deve avere, e non voglio che vada a letto con qualcuno per dovere, non devi farlo neanche tu e neanche Vali, Raffaele, Michele, Francesco e Adam, o quei lupi che mio padre ci appiopperà" imposi "È esattamente quello che penso. Appena saremo ufficialmente separati dal branco di mio padre Gabrielle potrà fare tutto quello che vuole con ogni uomo che vuole, a patto che non si metta in pericolo" puntualizzò "E non ho nessuna intenzione di costringere nessuno a comportarsi da puttana o a fargli fare cose spiacevoli solo per un po' di prestigio" confessò "Questo mi va bene" concessi "Sono stato approvato?" domandò "sei stato approvato" confermai deponendogli un casto bacio sulle labbra che lo fece sorridere "Ora che facciamo?" domandai. Lui non impiegò molto a rispondermi "Ora andiamo di sotto e tu mangi qualcosa, sento dal tuo odore che sei molto affamata" disse in tono dolce e deciso "Aspettiamo il tramonto e poi andiamo nel bosco, fuori città, per la luna piena" spiegò "La luna piena, è oggi?" domandai. Non avevo tenuto il conto dei giorni "Si, è oggi" confermò. Non aggiunsi altro su quanto quella cosa mi facesse preoccupare, ero abbastanza sicura che lo sapesse già "Non ho una giustificazione per restare fuori stanotte. Non ci ho pensato e non ho detto nulla a mia mamma" confessai "Non ti preoccupare di questo, tuo padre ti coprirà con tua madre" mi rassicurò." Ho fatto un casino a casa, Elia ha dovuto trascinarmi via di peso davanti a mia mamma e a mia sorella" raccontai "Sono sicuro che tuo padre troverà una scusa anche per quello. La luna piena ci rende più suscettibili ed irrequieti, se non sei abituato non hai possibilità di controllarti" disse in tono pacato e con un accenno di rassicurazione. Probabilmente cercava di consolarmi, non ero sicura che ci fosse riuscito ma quelle informazioni male non mi facevano "Non ho nulla da mettermi e credo di aver davvero bisogno di una doccia" mormorai. Ero arrivata lì in canottiera e mutandine e lui aveva distrutto le mutandine e non avevo la minima idea di dove fosse finita la canottiera "Vatti a fare la doccia nel mio bagno, io chiedo a Gab di darti qualcosa da indossare e poi ti raggiungo. Ho bisogno di una doccia anche io" stabilì tranquillamente. "Vuoi infilarti sotto la doccia con me? Poi avremmo bisogno di un'altra doccia" scherzai e lui sorrise di rimando "Farò il bravo, prometto, al momento reputo più importante farti mangiare, non mi piace l'odore della tua fame, è troppo forte" mi informò "Non ho mangiato praticamente ieri e oggi sono andata fuori di testa appena sveglia" mi giustificai "Va a farti la doccia" disse accarezzandomi una guancia in modo gentile. Mi misi a sedere sul letto, ma non mi alzai, prima c'era ancora qualcosa che volevo dirgli, era il caso di farlo ora, eravamo soli, dopo sarei filata in bagno quindi avremmo avuto entrambi il tempo per restare con i nostri pensieri e immagazzinare la cosa, comunque andasse "Seth, per l'altra sera" lui si irrigidì, al pensiero di quello che era successo "Mi dispiace se sono scappata via così, avremmo dovuto parlarne ma sono andata nel panico" mi scusai e un po' si rilassò "Capisco perché tu mi hai detto quello che mi hai detto e una parte di me vuole accettare, ma un'altra parte è troppo spaventata per farlo." Spiegai "Lasciami un po' di tempo per pensarci su, se vuoi ancora che io venga a stare qui "conclusi "Certo che voglio, e si, pensaci un po' su" concesse, a quel punto mi alzai e andai in bagno. Lo intravidi con la coda dell'occhio mentre si sedeva sul letto e mi vedeva sparire oltre la soglia del bagno della stanza.

Famiglia Senza BrancoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora