Capitolo 8

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Due occhi scuri come la pece mi fissavano con rabbia, odio e sete di sangue.
Non c'era nessuno che conoscevo con quello sguardo freddo e fisso, che sembrava quasi volerti trapassare il corpo.
Un luccichio, un lampo di debolezza, un azzurro limpido, era lui, eppure quegli occhi erano pieni di cattiveria e stentavo a riconoscerlo.

Solo in quel momento mi accorsi di essere paralizzata, ero in piedi difronte a lui senza poter muovere un muscolo, respiravo a fatica.

Bastó un secondo, lui sparì e un istante dopo un dolore lancinante mi infiammò il volto.
Lo zigomo mi pulsava e da un piccolo taglio sgorgavano piccole gocce di sangue rosso scarlatto.
Un soffio di vento, un movimento fulmineo, un altro colpo, poi un altro, di nuovo. Ero immobile a terra, piena di lividi e dolorante.

Non riuscivo a muovermi, la mia lupa era scomparsa, in quel mondo buio e parallelo ero sola. Avevo gli occhi velati dalle lacrime e riuscivo a percepire solo il respiro rabbioso e attento dell'essere dietro di me.
Un calore leggero si espande dentro di me avvolgendomi in spire delicate, una voce soave mi sussurra cose incomprensibili in una lingua tanto familiare quanto sconosciuta.
"ta meg med deg til den varme omfavnelsen som er full av kjærlighet."

La lingua antica delle figlie della Luna mi invade la testa in una lenta e ripetitiva melodia, il calore mi piace e mi lascio trasportare, pronuncio quelle parole per me prive di senso.
Il paesaggio intorno a me cambia, un freddo artico mi investe con una velocità unica, mi entra nelle ossa e mi percuote.
Mi guardo intorno, dal bianco quasi accecante spunta una figura maestosa, un lupo dal manto nero come la pece e gli occhi di sangue; viene verso di me ringhiando, un passo cadenzato alla volta, percepisco il mio cuore andare a ritmo con il suo, un ritmo lento e tranquillo, dalla straordinaria potenza.
Arriva ad un passo da me, e si accosta al mio fianco bisognoso di coccole, una lacrima solitaria mi scorre lungo la guancia cadendo sul pelo lungo e soffice.
Mi siedo a terra con lui affianco, mentre cerco il coraggio di dire ciò che ho in testa.
"Perché mi hai fatto tutto questo?"
Sussurro, sapendo che lui può sentirmi, voglio sapere del suo cambio d'umore, prima era una belva, non era colui che mi ha sempre protetta, era un mostro.
Una voce rauca mi invade la mente.
"Non ero io, era lui, colui che mi ha cresciuto."
"Chi?"
Mi guarda un ultima volta prima di ritornare umano, la testa ancora appoggiata sul mio ventre.
Due occhi azzurri come il mare artico mi fissano, avvicina la mano al mio volto e delicatamente mi accarezza la guancia.
Mi lascio trasportare dalla sensazioni, mi rilasso e mi fido.
"Continuerò a proteggerti come ho sempre fatto, ma devo andare via, se resto soffrirai ancora e tutto questo non sarà più un semplice sogno, lui è potente, riesce a controllarmi per brevi momenti e per quei minuti non sono più io. Ti amo piccola nana."
Mi lascia un bacio leggero sulle labbra e poi sparisce, mi guardo attorno a piano piano tutto si fa sfocato, sto tornando.


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I'm back!
Mi dispiace tantissimo per questa pausa lunghissima che mi sono presa, spero possiate perdonarmi.
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Un bacio

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