2.1 - Un tasto matto!

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Cara ellybit,

lo so, forse questa cosa ti destabilizza, però visto che ne ho avuto l'occasione, approfitto di questa lettera per dichiararti tutto ciò che sento nei tuoi confronti.

Senza di te, io non ho ragione di esistere: tu sei il passato che ho vissuto, tu sei il presente con cui lotto, tu sei il futuro che voglio raggiungere.

Sei stata tu a posizionare un Theo saggio, gentile e forte in casa, affinché io potessi contare su di lui in qualsiasi occasione. Quando il torpore annebbiava il cervello dell'individuo che sono, peggio dell'effetto che potrebbero dare le piccoline verdi lassù, sul terrazzo, lui ha scosso l'aria, portando freschezza nella nostra casa. È stato lui infatti a prendere in pugno la situazione, e a prendere quasi a sberle il sottoscritto, quando ho creduto di aver perso tutto ciò che avevo guadagnato fino ad allora e che, soprattutto, non avrei neanche ottenuto nulla in futuro.

Sei stata tu a far sì che stessi da Bella, anche se è stato un errore; eppure è servito, se non altro per sfogare tutte quelle gocce salate che erano in fila lì, nascoste agli angoli interni degli occhi, pronte a cadere, affollate sull'orlo di un precipizio dal quale non sarebbero più risalite. Un pianto perso in cui ho cercato di ritrovare l'io che ero.

Sei stata tu a incastrare tra queste lunghe braccia una Charlotte che regala sensazioni e brividi e sogni a chiunque ne ascolti il suono.

Che poi, si sa, il basso è l'essenza di una canzone: se si prova a toglierne la traccia, la differenza si nota, si sente la necessità di integrarla con qualcosa che scaldi e risvegli.

Perché è così che sono io nella tua testa: quieto e desto.

Eppure un secondo dopo esplodo, in altre centinaia di sfaccettature: rido, suono, bevo, tiro una canna, sprofondo nella tristezza, saltello dalla contentezza, con la stessa rapidità di un falco che si lancia in picchiata sulla preda, quasi che fosse quello, ognuna di quelle cose, l'obiettivo finale.

Distruggersi per poi tornare, più forte, più vivo.

Sì, vivo, perché è questo che sono. Non sono solo una personaggio in una storia fra tante. Non sono solo frutto di un'idea. Sono vivo. Sono reale. Sono ciò che vorrei essere. Sono ciò che vorresti essere. Perché, ancora, sono nulla al di fuori di te.

I fratelli che sopportano le cazzate, i genitori che portano solo guai, o quasi, le donne che porto a letto o che inseguo nella notte, tra le strade di una Berlino fredda, addirittura gelida, che sconquassa le viscere e ti ricorda che sì, puoi anche, se non soprattutto, soffrire nella vita.

Girare per quelle vie e cercare il successo che di sicuro non ti cade addosso dal cielo, rincorrere un paio di occhi viola che ti fanno vacillare le sicurezze, perché hai perso l'equilibrio interiore.

Sono queste le esperienze che io vivo grazie a te.

Perdere la cosa più preziosa, la linfa vitale che ti rende ciò che sei, per sprofondare nel baratro più profondo. E poi, piano piano risalire, lento, aggrapparti, con le unghie se necessario, all'appiglio di un arto teso a soccorrerti. Decidere che salvare qualcun altro è ciò che salverà te stesso, senza neanche rendertene conto, perché, secondo te, quello è solo uno dei tanti obiettivi che ti sei prefissato, senza capire che educare lei in realtà resusciterà te.

Ne sono consapevole, Alyna è destinata a condividere questo pezzo di storia ora, questo dolore adesso, affinché un giorno possa esplodere una felicità che ci renderà liberi e, ancora una volta, vivi.

Eppure è a te che scrivo questa lettera, perché tu possa renderti conto di quanto sia grande il tuo potere, di quanto sia eccelsa la tua penna, delle cose fantastiche che riesci a creare.

Sono un po' confinato in questo universo, purtroppo, però so che ne esistono altri creati da te, altri intrecci, altri personaggi, altre vite che si fanno spazio per brillare, tirandosi su, stendendo il collo, urlando a gran voce, così sogno e spero di poterli raggiungere un giorno e conoscere altre parti di te, della tua vita, del tuo essere, delle tue idee, di tutto ciò che sei e diventerai.

Sogno di renderti orgogliosa di ciò che faccio, al punto tale da fidarti, lanciarti nel buio della sconsideratezza, e giocare d'azzardo con la nostra storia: punta su di noi, osa, fidati di quell'istinto che ci ha creati.

Sogno, un giorno, di leggere queste vicende su un pezzo di carta, quasi per rendere tangibile l'essenza disastrata che trascorro, quasi per sapere che è vero il lieto fine che rincorro.

Per questo, piccola Elisa, io resterò qui ad aspettare, speranzoso, quel giorno, il giorno in cui tu trionferai e risplenderai tra gli autori più eccelsi.

Con l'affetto che lega un personaggio al proprio autore, ti bacio.

Il tuo cazzone preferito.

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Sono fallin' in love di questa penna. Se ancora non avete avuto occasione di farlo, correte a leggere le sue storie; vi assicuro che non ve ne pentirete.

Le mille lumache in una notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora