《Non ho natura》

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Una di quelle notti Alberto prese la penna e scrisse quanto sotto riportato:

《Perchè vi traccio con premura,
questo si chiedono in molti,
perchè sottraggo al mio sonno
le ore che a voi dedico,
Parole

Vogliono sapere
quanto è grande
la tua forza
nel consolare gli animi,
Prosa

E di te, Poesia,
si chiedono quale sia
il tuo segreto,
come tu riesca
ad ammaliare,
quale incantesimo

A quelli che mi chiedono
i perchè, io dico
che in lei sola trovo riparo,
nella Scrittura

A loro io rispondo
con le tue parole,
rivolte a me,
colmo di errori:
《C'è chi mi fa Armonia,
c'è chi mi fa Dannazione,
ma la verità,
essa è una sola:
io non ho natura.
Io prendo forma
dalle tue parole,
da te che mi plasmi
come fossi argilla greca.
La verità è
che verita non ce n'è.
Non un solo canone,
non una regola da seguire,
perchè io non voglio sapere
di perfezione.
Perchè io non bado al tuo animo,
io lo rendo sangue delle mie vene,
qualunque esso sia,
ne richiudo i segreti
su un foglio di carta.
Perchè io mi nutro di
ciò che è autentico,
di ciò che è spontaneo
e selvatico.
E non ho pretese,
nè richieste, nè giudizi.
Come può essere nobile
lo scrittore che prova,
che sfida l'immedesimazione,
così lo è anche
lo scrittore egoista.
Perchè da lui io traggo
la verità scientifica,
la verità comprovata:
non c'è descrizione di sentimenti
più vera
di quella attuata
dallo scrittore egoista.
Perciò in me puoi riporre
ogni amarezza, ogni gioia,
ogni contrasto.
Perchè io non sono
di nessuno,
perchè non sono
l'oro dei ricchi,
nè l'ambrosia degli dèi,
ma sono libera di volare
di penna in penna,
di animo in animo.
Perchè io non ferisco,
perchè io guarisco,
Scrittore.》

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