young love

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jisung stava piangendo tra le braccia di chenle

ormai entrambi si erano abituati a queste situazioni: stesi sul letto, intrecciati l'uno a l'altro, mentre jisung si sfogava con il volto appoggiato sul petto del maggiore che gli sussurrava parole dolci

"n-non mi aveva m-mai chiamato così c-chenle, ha d-detto che sono s-solamente una delusione!"

"sei solamente una delusione"

"ha a-anche detto che n-non potrò mai d-diventare un ballerino, che n-non ho t-talento"

"speri ancora di diventare un cantante, mh? GUARDAMI MENTRE TI PARLO COGLIONE!"

slap

chenle deglutì a quel lontano ricordo

"jisung, sai che non è vero"

passò le dita tra i capelli del più piccolo

"sei il ragazzino più talentuoso ed educato che io conosca, sai quante persone ti invidiano"

"a quanto p-pare a lei n-non basta"

prese un grande respiro provando soffocare un singhiozzo

"vorrei t-tanto essere come te hyung"

"NON TI RENDI CONTO DI COSA FAI ALLE PERSONE?"

tutti gli oggetti posati sul tavolo volarono sul pavimento freddo, un bicchiere di vetro si frantumò e alcune scheggie volarono sulle gambe del giovane

"m-mamma rilassati-"

"MAMMA?! COME OSI CHIAMARMI COSÌ"

la donna si mise le mani tra i capelli indirizzando uno sguardo pieno di odio e disgusto verso il ragazzo

"io non sono tua madre e non lo sarò mai"

e chenle sentì come se un'altra scheggia gli fosse volata addosso, andando dritta nel suo cuore

chenle sorrise

"non dire così jisung, sei perfetto così come sei"

a quelle parole, il diretto interessato alzò il volto verso il suo amico

"lo pensi davvero?"

a quella vista, a quegli occhi di pura innocenza, chenle non poté far altro che sorridere ancora di più di quanto non lo stesse già facendo

"sì jisung, sei troppo prezioso per questo mondo"

avvicinò la mano verso il volto del più piccolo cacciando via qualche superstite di lacrime dalle sue guance

"sei solo una troia, una fottuta troia"

si avvicinò rapidamente verso il più piccolo mollando un altro forte e rude schiaffo sul suo volto

venne seguito da un secondo

da un terzo

e poi da pugni e calci

"m-mamma, ti prego, b-basta, m-mi dispiace-eh"

un forte calcio andò a finire sullo stomaco del cinese

"cosa avevo detto riguardo il chiedermi scusa? io non lo voglio il tuo dispiacere"

e un altro sul suo fianco

"E NON CHIAMARMI MAI PIÙ MAMMA"

un'altra serie di colpi fece l'arrivo sull'esile corpo di chenle

i have you and you have meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora