CAPITOLO 5

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Tornai nella mia stanza dando la buonanotte a Kieth.

Anche se a stento, riuscì a chiudere gli occhi e cercai di dimenticare quei vecchi ricordi venuti a galla prima del mio incontro con quella bizzarra ragazza.

La mattina stessa.

Mi sentii troppo riposato per aver dormito poco, così mi alzai subito dal letto e vidi che erano le 11:30 am. Mi sono sentito in colpa e allo stesso tempo pensavo che forse era meglio che stessi ancora a letto per schiarirmi le idee.

Mi riaddormentai finché non sentì bussare talmente forte che a momenti pensavo che sarebbe caduta la porta.

Mi alzai e andai ad aprire la porta.

"Allora sei vivo!" era Sam, sembrava preoccupato credo o forse dovevo ancora riprendermi del tutto.

"Credo di sì" risposi toccandomi il corpo per vedere se non ero un fantasma per scherzare.

Si mise a ridere per poi tornare serio.

"Aron mi ha chiesto se avevo notizie della tua assenza, qui devi avvertire se stai male o se decidi di saltare le lezioni" mi informò.

"Sì scusa è che non mi sentivo bene" risposi inventando una scusa per coprirmi.

"Tranquillo sei nuovo, capita a tutti" si fermò per poi chiedermi: "vuoi che ti porto il pranzo dalla mensa?".

"Oh grazie, ma non mi va di mangiare" risposi a quella domanda così premurosa. 

Non ero in vena di mangiare né di uscire, volevo rimanere in stanza.

"Allora rimango qui con te" disse così all'improvviso.

"Non sei obbligato" dissi cercando di fargli capire che volevo stare da solo.

"Lo so, ma voglio farti compagnia nel caso svieni" rispose con un sorrisetto.

"Avrai sicuramente da studiare, sto bene ce la faccio anche da solo" dissi cercando di fargli cambiare idea.

"Ogni impegno è rimandato, sei una matricola e io sono stato eletto come guida dei neo studenti, quindi è mio dovere di preoccuparmi per i miei compagni" rispose. 

Mi voltai e incominciai a tremare, non so perché, mi sentivo male.

"Per favore va" dissi con voce cupa.

Sam si avvicinò e sentivo la su mano appoggiarsi sulla mia spalla.

"Ehi" disse stringendo la presa.

Ma non feci un accenno, rimasi immobile.

"Cos'hai?" chiese preoccupato.

Mi voltai pieno di lacrime e a quella richiesta non potè fare altro che consolarmi fra le sue braccia. Mi accompagnò nel mio letto e mi coprì con le coperte, come se fosse una mamma.

Si prese cura di me per tutto il pomeriggio e anche la sera.

In piena notte. 

Mi svegliai di colpo, mi sembrava di aver fatto un incubo. Tirai un sospiro, ma appena vidi Sam che dormiva sulla poltrona presi quasi un infarto. 

Pensavo che tutta quella situazione era solo un brutto incubo e invece era successa eccome.

Mi alzai cercando di non fare casino, andai nel mio armadio e presi le medicine e appena chiusi l'anta si svegliò Sam.

"Stai meglio?" chiese.

"Sì" dissi senza guardarlo in faccia.

"Ehi stai tranquillo, non preoccuparti per me" disse cercando di rassicurarmi.

IL NOSTRO AMOREWhere stories live. Discover now