La fine?

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"Non ce la faccio adesso".

Ilker si arrestò, sentiva la voce di Sanem inclinata dal pianto che non gli diede modo di proseguire a camminare ed andarsene. Continuò a parlarle di spalle, a poca distanza da lei.

"Io non posso darti un futuro Sanem , mi è stato strappato via quando mia moglie e mio figlio sono morti... vivo solo il presente, mi nutro di attimi di vita".

Sanem non parlava, continuava a singhiozzare a testa bassa. Ilker si voltò e la vide lì, inerme e fragile, che non sapeva cosa fare: e rivide lui due anni prima,dopo il funerale,quando era tornato a casa e aveva capito che quella non era più la sua casa, che doveva andare via, perché lì era tutto troppo doloroso. In quel momento avrebbe voluto solo una cosa: che ci fosse stato qualcuno con lui a tendergli una mano per aiutarlo a dimenticare tutto il dolore e il vuoto del cuore. Si avvicinò, la prese per mano ed uscirono fuori. Faceva freddo e Sanem iniziò a tremare. Ilker si tolse il giubbotto e glielo mise sulle spalle.

"Fa troppo freddo, tienilo tu, non preoccuparti" disse la ragazza, apprezzando però il gesto.

"Cosa vuoi che sia un po' di freddo addosso quando il freddo lo porti nel cuore?" le disse Ilker, squarciandole il petto per il dolore di quelle dure parole.

"Tu puoi ricominciare a vivere, Ilker! Il passato non lo potrai mai dimenticare ma può esserci ancora felicità per te!" gli disse Sanem per infondergli un po' di coraggio. 

"Sai quali sono stati i momenti più felici negli ultimi due anni? Quelli passati con te in questi giorni... e non è giusto Sanem!"

"Perché non è giusto, Ilker?"

"Perché tu appartieni già ad un altro uomo, che può offrirti più di quanto possa offrirti io!"

Sanem aveva smesso di piangere e guardava Ilker con aria sconsolata. Lui appoggiò la fronte a quella di Sanem, chiusero entrambi gli occhi e respirarono uno l'aria calda dell'altro, che a contatto con l'aria fredda formava nuvolette di vapore.

Si erano fatte le quattro. L'annuncio di un volo in partenza due ore dopo li riportò alla realtà: era il volo di Ilker per il Brasile.

"La situazione si sta sbloccando ... ha smesso di nevicare..." disse Ilker guardando il cielo scuro.

"Tornerai?" gli chiese la ragazza.

"Non lo so ..."

Ilker baciò la fronte di Sanem, le mise un braccio attorno alle spalle e tornarono dentro. Era giunto il momento di salutarsi,ma nessuno dei due era pronto a farlo.

"Non prolunghiamo questo calvario, Sanem" 

Ilker prese il volto di Sanem tra le mani,lo guardò per l'ultima volta e ne impresse nella sua mente ogni minimo particolare. Si soffermò sulla bocca, su cui passò il pollice, per poi passarlo sulle sue labbra. Fece un sorriso forzato e si voltò per andare via.

"Baciami Ilker!" gli gridò Sanem, mentre si allontanava.

"Come?" chiese Ilker voltandosi, credendo di aver sentito male.

"L'altra volta me lo hai chiesto tu,adesso sono io a chiedetelo: baciami!" ripetette Sanem, sempre più convinta. 

"Non posso ... non è più un gioco questo" 

"Cosa vuoi che sia un bacio rispetto ad una vita con Can? Ti ricordi? Lo hai detto tu, adesso sono io che ti dico: cosa vuoi che sia un bacio prima di iniziare la tua nuova vita?" 

"Vuoi provare a trattenermi, a non farmi partire?"

"Non sei tu quello che vive di attimi di vita e non ha futuro? Cogli l'attimo, Ilker!"

Fino a trovare paceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora