• 1 • Johanna

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Londra, 6 Novembre 1835, Covent Garden. Prima mattina.

Johanna Weseley scese le scale di corsa, determinata a trovare un rimedio alla propria situazione e auspicando di riuscirvi prima di incrociare di nuovo quel losco figuro. Da quando suo padre Arthur era passato a miglior vita, poche settimane addietro, lei aveva deciso di lasciare Londra il prima possibile.

Sul punto di uscire dalla sobria residenza dove aveva dimorato insieme al genitore fino alla sua scomparsa, la giovane udì la voce della padrona di casa. Cosa voleva quella donna fastidiosa? L'affitto della settimana era già stato pagato, addirittura in anticipo rispetto al dovuto.

«Miss! Miss!»

Johanna si volse senza fretta e sorrise alla matrona che sopraggiungeva a passetti rapidi, per quanto lo permettesse la sua mole.

«Sì, Mrs. Johnson? Posso esservi utile?»

La donna le parve imbarazzata, pochi istanti prima sembrava volesse parlarle con urgenza, ma ora si torceva le mani nervosa e restando muta.

La giovane incrociò le braccia sul petto e iniziò a picchierellare nervosamente con la punta della scarpa – invero con molta grazia – sul rivestimento in legno dell'assito all'ingresso fissando Mrs. Johnson con curiosità.

Accortasi dell'impazienza di Johanna, la donna sbottò: «Miss Weseley, permettetemi di dirvelo dall'alto della mia età. Voi non potete uscire da sola a girovagare per le strade del quartiere, non è adeguato al vostro ceto. Potrei chiedere a una delle domestiche di accompagnarvi, siete una giovane di buona famiglia nonostante... vostro padre, e dovreste essere accompagnata da uno chaperon. Lui l'avrebbe apprezzato».

La ragazza scosse il capo: per quel poco che di lui aveva conosciuto, quell'uomo – che padre non era mai stato veramente − non avrebbe considerato importante la sua reputazione; smise di tamburellare con il piede, sorrise e prese le mani di Mrs. Johnson fra le sue.

«Vi ringrazio, signora, ma non ho la possibilità economica di assumere una domestica. Il Visconte, dopo aver disconosciuto mio padre, non ha mai voluto avere a che fare con me e, da quando nonno Lorenzo ci ha lasciati, non ho più parenti prossimi nemmeno in Toscana. Poiché in futuro dovrò cavarmela da sola ritengo sia meglio iniziare quanto prima. Sto giustappunto uscendo per procurarmi un lavoro».

Alla vista dell'aria inorridita di Mrs. Johnson, la giovane ritenne necessario aggiungere qualche dettaglio.

«Non temete, signora, non sono il tipo da farmi irretire da un bel giovanotto per poi perdermi tra le case di malaffare dell'East End. Con la mia preparazione aspiro a ottenere un onesto impiego da istitutrice. Nonno Lorenzo mi ha ben educata in storia, arte e lingue antiche; è giunto il momento che metta a frutto queste conoscenze».

Fece una riverenza e uscì lesta di casa.

Mentre avanzava sul marciapiedi della strada dove aveva alloggiato insieme al padre negli ultimi mesi, Johanna rifletté su come era cambiata la sua vita per ben due volte negli ultimi dieci anni e su come, d'ora in poi, avrebbe dovuto affrontare un futuro senza nessuno al suo fianco.

Era dannatamente sola.

Era dannatamente sola

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Il segretario del DucaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora