• 4 • Via da Londra

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Un paio di giorni dopo la tragicomica proposta di matrimonio di Fuller, Johanna aveva ricevuto buone notizie dall'ufficio di collocamento: Mr. Weseley era stato assunto ed era atteso presso la residenza ducale entro fine novembre.

Dopo aver saldato a Mrs. Johnson le poche pendenze rimaste, Johanna aveva lasciato l'alloggio con la convinzione di essere finalmente sfuggita al suo insistente corteggiatore.

Ora che aveva scoperto trattarsi di un usuraio, nella sua mente si installò il dubbio sul tipo di rapporti che avesse avuto costui con il padre e perché la corteggiasse con tanta insistenza; talvolta provava a ipotizzare un motivo accettabile, ma alla fine accantonò la questione, certa che non avrebbe mai più rivisto quell'uomo.

Con la borsa di abiti maschili e la cassa con i libri del nonno, Johanna era salita su una carrozza pubblica per raggiungere una certa locanda di Richmond Upon Thames.

Ne rammentava il nome perché le era parso davvero singolare. Laddove la maggior parte delle insegne delle pensioni inglesi rimandavano alla storia e alle tradizioni britanniche o al cibo che vi si consumava, come "Red Lion" o "King's Inn", l'insegna "The Joyful Goose" [L'Oca Giuliva] l'aveva colpita.

Quando vi era giunta e ne aveva varcato la soglia aveva compreso con facilità il significato di quel nome inconsueto: in un angolo della sala comune, infatti, era sistemato un piccolo recinto con un paio di oche mezze addormentate.

Notando lo sguardo meravigliato e divertito della giovane, la proprietaria le si era avvicinata.

«Benvenuta Miss, posso esservi utile?»

Ridestandosi dalla sorpresa, Johanna aveva sorriso.

«Sono in viaggio e gradirei soggiornare qui per qualche notte. Se non sono indiscreta, come mai tenete oche all'interno del locale?»

La donna, una signora in carne dal viso rubicondo, le aveva fatto l'occhiolino e, dopo avere ordinato a un garzone di occuparsi della pesante cassa della ragazza, aveva iniziato a parlare conducendola al piano superiore.

«Se qualcuno si intrufola nel locale nottetempo le oche starnazzano come impazzite; di giorno sono tranquille, ma quando scende l'oscurità e vengono disturbate nel sonno danno l'allarme svegliando chiunque nel raggio di parecchie iarde. Un viaggiatore proveniente dal sud del continente mi ha narrato che ai tempi dell'antica Roma gli starnazzi delle oche salvarono la città dall'invasione di un gruppo di barbari, Galli per l'esattezza».

Con una smorfia la donna proseguì: «Dai tempi dell'antica Gallia sino a quel pazzo di Napoleone, quei mangiarane sono stati capaci solo di fare danni. Per non parlare della Rivoluzione, che Dio abbia in gloria tutti quei poveretti decapitati. Comunque, quando le oche si agitano portano allegria, ed ecco spiegato il nome della mia pensione».

La giovane aveva riso di gusto e poi, sentendo che si sarebbe potuta fidare di quella donna, le aveva posto una richiesta inconsueta: «Ehm, signora, avrei necessità di alcune cose. Sono... ecco, diciamo che mi sono allontanata da Londra e da un corteggiatore troppo insistente per tornare nella penisola italiana, patria del nonno, ma per giungere a Southampton, dove conto di trovare un passaggio in nave, vorrei camuffarmi da ragazzo per non essere molestata. Voi potreste aiutarmi, Mrs...?»

Chiedere a una perfetta sconosciuta, di punto in bianco, l'aiuto per qualcosa di tanto delicato era stato un azzardo, Johanna lo sapeva. Ma si era fidata del proprio istinto: una donna che gestiva da sola una locanda e che teneva due oche come sistema di allarme non poteva essere cattiva o disonesta. Inoltre, probabilmente era scaltra e intelligente.

La donna le aveva risposto, compiaciuta: «Sono Mrs. Allen e voi, tesorino? Certo che vi aiuterò. Io sono stata fortunata che Mr. Allen, pace alla sua anima di lazzarone, abbia lasciato questo mondo prima di diventare un vecchio beone violento. Tuttavia, ne ho viste così tante in vita mia di ragazze in fuga da mariti o padri prepotenti, che non nego mai il mio aiuto. In effetti questa pensione viene indicata spesso a chi ha necessità di fuggire. Voi bambina, da chi lo avete saputo?»

«Mi chiamo Johanna Weseley e nessuno mi ha fatto il vostro nome. Sono passata pochi mesi fa qui davanti, diretta a Londra, e il nome mi aveva colpita. È assolutamente un caso fortunato che voi siate così ben disposta a fornirmi l'aiuto necessario».

E così fu.

Nei giorni seguenti Mrs. Allen si dimostrò abilissima nel gestire la trasformazione di Johanna in John. Le adattò gli abiti con mani di esperta cucitrice, le fornì un'imbottitura speciale per colmare la vita sottile – tipica di una donna, ma inadatta per un giovane uomo – le insegnò come fasciare correttamente i seni per celarli senza causare dolore e, infine, riempì di cotone i mutandoni sul davanti del cavallo.

Johanna non avrebbe mai pensato a tutti quei trucchi, per fortuna i suoi seni erano piccoli e non dovette stringere troppo per mascherarli, questo l'aveva considerato anche da sé, ma... l'imbottitura nelle mutande? Non ci avrebbe mai pensato.

Quando Mrs. Allen gliele aveva fatte provare ne era stata assai imbarazzata e quando aveva cercato di camminare con le imbottiture sul davanti e la fascia attorno alla vita le era parso di muoversi sgraziatamente, proprio come le oche all'ingresso.

Al termine delle operazioni di vestizione Johanna si era guardata allo specchio e quasi non si era riconosciuta.

Per un paio di giorni si allenò a camminare come un uomo studiando di sottecchi il comportamento e i movimenti degli avventori più giovani della locanda. Non lo trovò affatto banale, soprattutto stare seduta senza chiudere le ginocchia, come le era stato insegnato e come era stabilito dal galateo per una ragazza di buona famiglia. E le mani: doveva perdere l'abitudine di tenerle incrociate sul grembo e avrebbe dovuto gesticolare come facevano gli uomini.

Johanna trovava così faticoso "fare l'uomo" che aveva quasi deciso di lasciar perdere e imbarcarsi davvero, fino al giorno in cui, dopo un intero pomeriggio passato a esercitarsi sotto gli occhi attenti di Mrs. Allen, provò il travestimento tra gli avventori della locanda.

Indossando anche un vecchio paio di guanti di pelle del defunto coniuge della donna, si recò nella sala comune e ordinò, pur non sopportandone nemmeno l'odore, una pinta di birra.

Nessuno la degnò di più di uno sguardo distratto. C'era riuscita.

L'avevano davvero scambiata per un ragazzo di... accidenti, non dimostrava più di sedici anni in vesti maschili. Nessuno sano di mente l'avrebbe mai assunta come segretario: sarebbe sembrata troppo giovane per un ruolo tanto impegnativo.

Tuttavia, doveva almeno provarci. In caso di fallimento avrebbe comunque potuto tentare il rientro in Italia, sotto le spoglie di John, per umiliarsi e chiedere al cugino un impiego alla tenuta.

L'indomani, sentendo di essere pronta per la nuova avventura, Johanna comunicò a Mrs. Allen che sarebbe salita sulla prima diligenza in partenza.

Mrs. Allen era soddisfatta del risultato e non aveva voluto essere pagata, nemmeno per vitto e alloggio: «Mia cara ragazza, conservate il denaro per ogni necessità, a me non serve. Mi sono molto divertita in questi giorni e vi auguro buona fortuna, Mr. John Weseley. Spero tanto di rivedervi in situazioni più gradevoli».

Il giorno della partenza, Johanna ripose nel proprio bagaglio anche gli abiti femminili con cui aveva lasciato Londra, controllò la chiusura della cassa di libri, si infilò il cappello e, da perfetto gentleman, fece il baciamano alla nuova amica. Quando salì sulla carrozza pubblica che l'avrebbe avvicinata alla destinazione, era fermamente risoluta a portare a termine il proprio piano.

Mrs. Allen fissò pensosa la diligenza e si domandò perché la giovane le avesse mentito. La destinazione del veicolo non era Southampton, a Sud, ma Norwich passando per il Derbyshire. Perché Johanna era salita su una vettura diretta a Nord? Poi scosse le spalle e, augurandole in cuor suo che sfuggisse all'uomo che la perseguitava, decise che non erano più affari suoi.

 Perché Johanna era salita su una vettura diretta a Nord? Poi scosse le spalle e, augurandole in cuor suo che sfuggisse all'uomo che la perseguitava, decise che non erano più affari suoi

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