Il segretario del Duca

• 3 • Un annuncio di Lavoro

In quella fredda mattina di novembre, con pochi fondi a sua disposizione, Johanna aveva preso coscienza della situazione quasi disperata. Aveva solo vent'anni, ma sapeva di essere dotata di spirito di iniziativa e di un bagaglio di conoscenze che le avrebbe consentito di prendere in mano il proprio futuro, pertanto era uscita con il preciso obiettivo di recarsi presso l'ufficio di collocamento.

Non aveva altre opzioni a disposizione, per la verità: dopo aver rifiutato l'ospitalità dei cugini nella tenuta che era stata del nonno, non si sarebbe mai umiliata ripresentandosi a mendicare il loro sostegno. Era stata educata a essere indipendente ed era determinata a trovare il modo di sopravvivere con dignità e con un lavoro onesto.

Con del denaro proprio sarebbe inoltre riuscita a smarcarsi da un certo Mr. Fuller che le girava attorno troppo spesso e che lei cercava di evitare ogni volta che lo intravedeva per le vie del quartiere.

Strano personaggio, quel Fuller. Il padre glielo aveva presentato come un associato in affari non ben precisati, ma lei non era mai riuscita a capire che tipo di faccende potessero avere in comune quei due e la sua perplessità era aumentata quando l'uomo aveva iniziato a corteggiarla con il consenso del genitore.

Johanna non era cieca e aveva notato, suo malgrado, l'aspetto gradevole di Fuller, con tenebrosi occhi cerulei e capelli biondi sempre in ordine. Ma era vecchio! Avrà avuto almeno trentacinque anni, santo cielo! Poi non riusciva davvero sopportare il suo atteggiamento affettato, quello che lo portava a vestirsi all'apparenza in modo impeccabile e alla moda con brache al ginocchio, strette giacche e brillanti gilet, fasce di seta al collo e lucidissimi stivali. Johanna trovava grottesco quel suo aspetto ostentato, le sembrava solo una pallida imitazione dello stile degli elegantoni dell'epoca. Nonostante l'aspetto esteriore non le fosse del tutto ripugnante, quell'individuo le causava i brividi ogni volta che se lo trovava tra i piedi.

Johanna non era una donna qualunque e guardava oltre l'apparenza di chi incontrava e le moine e i complimenti di costui non erano certo l'arma migliore per conquistare una come lei, perché accidenti Arthur gli aveva dato il permesso di corteggiarla?

Pur immersa nelle proprie riflessioni, Johanna aveva raggiunto la sua meta evitando le numerose pozzanghere e il sudicio dei marciapiedi.

L'ufficio di collocamento, un locale angusto ma con un'ampia vetrata sulla strada, a quell'ora era quasi deserto e lei si diresse senza indugio alla bacheca dove lesse con estrema attenzione le diverse richieste di personale.

Anche se diverso da quello che si era inizialmente prospettata, un annuncio in particolare attirò la sua attenzione e solleticò il suo interesse.

«Segretario cercasi. Giovane, bella presenza. Conoscenza arte greca e mediorientale. Lingue conosciute: inglese, italiano, greco e latino. Salario adeguato e alloggio presso luogo di lavoro. Si richiede precisione e passione per l'arte antica. Bella calligrafia. Disposto a viaggiare. Inviare referenze presso Ashton Hall, Mansfield, Derbyshire, Regno Unito».

Accipicchia, mi garberebbe un monte codesto lavorino, pensò la giovane nella lingua che aveva tanto amato nel corso dell'ultimo decennio. Quando era contenta, o arrabbiata, o solo un po' nervosa pensava sempre in italiano o addirittura in dialetto toscano.

Drizzò la schiena e, dandosi un contegno da donna di mondo, si diresse verso l'impiegato per chiedere maggiori informazioni. L'uomo la fissò, confuso, poi le rispose con un certo imbarazzo.

«Miss, l'annuncio è per la ricerca di un segretario, un uomo, per conto del Duca di Ashton. Non credo voi siate...»

Lei lo interruppe, sollevando bruscamente una piccola mano guantata.

«Grazie, signore, so leggere. Chiedevo per... mio fratello John, John Weseley. Sapete, nostro nonno era un famoso studioso italiano d'arte antica. Credo che questo impiego sarebbe perfetto per lui».