• 2 • Memorie

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Come spesso le capitava negli ultimi tempi, la giovane Weseley camminava immersa nelle memorie del passato.

Fin da subito, Johanna aveva trovato strano l'invito del padre Arthur di tornare a Londra dopo che nonno Lorenzo era morto: era lo stesso uomo che l'aveva trattata come un pacco dieci anni prima e all'improvviso si era ricordato di avere una figlia. D'altra parte, la scelta era stata quasi obbligata, perché lei non desiderava interpretare la parte della "parente povera" dopo che uno dei Corsini di Firenze aveva ereditato la tenuta di Lorenzo sui colli senesi.

Con la cassa dei preziosi antichi volumi lasciati dal nonno, i risparmi accantonati negli anni e pochi averi personali, aveva abbandonato l'aria mite delle colline toscane e la gioiosa residenza di campagna per una piovosa Inghilterra e per vivere in un piccolo alloggio in una Londra fumosa e inquinata. Il quartiere dove Arthur Weseley aveva la residenza, Covent Garden, era al limite della decenza e la casa era modesta, ma la proprietaria la teneva ordinata e pulita e Johanna l'aveva trovata sopportabile, almeno fino a quel momento.

Quando il padre l'aveva invitata a condividere l'alloggio, la ragazza aveva sperato si fosse ravveduto e fosse tornato a essere onesto e rispettabile.

Nulla di più falso. Nonostante l'arrivo della figlia l'uomo aveva continuato a frequentare con regolarità gli squallidi bassifondi di St. Giles e Whitechapel, conducendo la stessa vita dissoluta per cui si era sbarazzato di lei anni prima, per poi morirne a causa del gin e della troppo assidua frequentazione dei bordelli.

Il segretario del DucaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora