The Powerless

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-Vi dichiaro marito e moglie! Ora può baciare la sposa, giovanotto!- esclamò entusiasta il Sindaco, applaudendo sonoramente mentre chicchi di riso bianco travolgevano i due sposi.

I caldi sorrisi dei pochi invitati apparivano agli occhi dell'uomo maschere carnevalesche, specchio di una felicità che non gli sarebbe mai appartenuta, condannato per sempre ad un fato che aveva rimandato per anni finché, come c'era da aspettarsi, l'inevitabile non era accaduto. Guardò sua moglie, così bella nell'abito di latte che l'avvolgeva in morbide pieghe di seta, una perla se confrontata con lui, col volto abbruttito dalla disillusione, dall'insofferenza. Una tristezza che aveva già iniziato a macchiare il candore luminoso di quella donna, sempre stata così affabile, così disponibile, un punto di riferimento da quando ne aveva memoria.

Come aveva fatto a finire così? E perché l'unica persona che amava non era al suo fianco, ma in un angolo del cortile, stravolta?

Levi sollevò le iridi dense di pentimento, incrociando quelle brillanti di dolore, annacquate dalla frustrazione, mentre il ragazzo assisteva al matrimonio combinato di colui che amava da anni.

Come aveva potuto ferirlo a quel modo, senza pensare alle conseguenze?

-Avanti, Signor Ackerman, un bacio!-

Eren, il suo Eren, strizzò gli occhi e si voltò un momento prima che assistesse a quella scena, portandosi le mani sulle palpebre mentre si dirigeva a passo svelto verso l'auto. Non seppe che quel bacio non ci sarebbe stato, perché Petra non avrebbe mai sottoposto il suo amico più caro ad una tale penitenza, non dopo tutto quello che stava accadendo per mano della sua famiglia.

Semplicemente, si limitò ad abbracciarlo. In quel momento, solo lei era consapevole che quei singhiozzi silenziosi che scuotevano il corpo dell'uomo non fossero generati da una gioia spensierata, ma da una cieca afflizione che lo avrebbe tormentato per sempre.

***

Che Levi fosse un individuo che favorisse il silenzio anche in compagnia altrui, Petra l'aveva capito già al primo anno di elementari. Non che gli interessasse poi così tanto, insomma, ancora non riusciva a capire per quale motivo i suoi genitori la sollecitassero così insistentemente nel frequentare quel bambino.

Il fatto che Levi Ackerman fosse propenso alla solitudine e favorisse i giochi individuali, invece, non era mai andato a genio alla piccola. Nell'arco di cinque anni – forse perché obbligata dai suoi genitori, oppure perché era divenuta una mera questione di principio – aveva tentato in tutti i modi possibili di attirare la sua attenzione, dal lanciargli le palline di carta, sino a diventare sua compagna di banco in modo fisso.

Nonostante tutto, tentare di smussare gli angoli così spigolosi di quel ragazzino era così complesso che persino la formula del cosmo sarebbe stata più semplice da risolvere. Levi era... algido, distaccato, troppo persino per un bambino di dieci anni, così ripetitivo nelle sue azioni silenziose e meccaniche da darle l'impressione che fosse un automa, un robot, magari costruito proprio dai suoi stessi genitori per simulare il figlio perfetto. E poi, soprattutto, Levi Ackerman non sorrideva mai.

Se una cosa era certa quanto la sua ferrea apatia, era quella: nell'arco delle elementari non aveva mai scorto sul suo viso diafano e levigato un'espressione che fosse diversa da quella amimica che indossava sempre. Alle medie, poi, la situazione non era parsa migliorare. O meglio, qualcosa era mutato, questo Petra lo doveva riconoscere: che fosse dovuto al fatto che l'estate l'avesse radicalmente cambiato, o che semplicemente, chissà, si trattasse della pubertà, lei non ne aveva la benché minima idea.

In fin dei conti l'unico ragazzo con cui, sino a quel momento, era stata a stretto contatto era lui, col quale riusciva soltanto a parlare di compiti – in particolar modo problemi di matematica, visto che Petra trascorreva interi pomeriggi a casa Ackerman per farsi istruire dal ragazzino -, di videogames, libri da lettura e niente di più.

-Moonspots- EreRi|RiRenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora