The silence of flowers

1.1K 54 50
                                    

"Perché la natura ci ricorda che non c'è tempo da perdere, neanche un momento. Neppure un maledetto istante."

-Poti, poti tutto. –

L'imperativo categorico dell'uomo fece rabbrividire il giardiniere che, roncola nella mano guantata e l'altra aggrappata alla scala di metallo, tranciò con un gesto secco il ramo della magnolia.

I fiori rosati erano riversi sull'asfalto cocente, una macchia di colore vivo in netto contrasto col suolo, quasi a raffigurare simbolicamente una pozza di sangue dell'arbusto; e Levi Ackerman la osservava con ingiurioso disprezzo, disgustato dalle sfumature delicate che gli pungevano gli occhi severi, accrescendo il broncio sul volto pallido.

-Non ne deve restare niente.-

~~~

-Disegni pure.- lo incoraggiò lo specialista con un cenno della testa, accompagnandolo con un cordiale movimento della mano.

Il corvino assottigliò gli occhi, palesando al suo meglio il nervosismo che quell'anomala affabilità generava in lui, per poi direzionare lo sguardo arcigno sul foglio scribacchiato sulla scrivania.

Come diamine aveva potuto lasciarsi convincere da Hanji a fare una cosa del genere, se ogni qualvolta si recava in quel posto si convinceva sempre di più dell'inutilità di quelle sedute?

Peccato che - tra una meditazione e l'altra, condita con il solito tono burbero e qualche bestemmia d'occasione -, Levi continuasse inspiegabilmente a ritornarvi, per poi declinare la questione con finta diffidenza.

Alla fine dei conti, si diceva, mica aveva altro modo per sfogare la sua recondita frustrazione data dallo stress lavorativo? E quale modo migliore, se non tentare di lesionare l'ostinata compostezza di un estraneo fintamente accondiscendente?

Si massaggiò piano il ponte del naso con le dita, per poi rivolgere l'ennesima occhiata seccata al dottor Jaeger, che – gambe accavallate ed un docile sorriso sul volto grinzoso – lo osservava speranzoso, attendendo serenamente il prodotto della sua mente.

-Senta, io lo so che lei adora fare questi giochini da bravo psicologo felice, ma questo – il disegno stretto nella mano e l'indice ad indicare le striminzite figure rappresentate. – non mi servirà a risolvere il problema, mi creda.-

Le pupille del medico non parvero vacillare neanche per un maledetto istante alle sottili offese rivoltegli, ma, al contrario, la sua espressione non mutò di una virgola.

-A quale problema si riferisce?-

Levi emise un verso stizzito di rimando, roteando gli occhi e stringendo le braccia conserte al petto, mentre elencava innervosito tutte le componenti del disegno.

-Ho fatto quello che mi ha chiesto, cioè rappresentare la mia concezione di quotidianità. Guardi! - esclamò, fingendosi estremamente rallegrato dal frutto del suo profondo zelo. -Ho anche disegnato il sole, non le pare fantastico? Non ho neanche carenze affettive o traumi infantili, siamo a cavallo!-

Un risolino ilare scosse le spalle del dottor Jaeger, mentre si sistemava gli occhiali sul naso pronunciato.

-Questa l'ha letta su un giornalino dell'edicola qua dietro? Adoro i suoi tentativi di replicare il mio lavoro, lo apprezzo.-

-Le vorrei solo far capire, presuntuoso che non è altro, che con queste sue infime tatticucce io mi ci pulisco il-

-E allora perché continua a venire?- lo interruppe lo specialista, il mento barbuto trattenuto fra indice e pollice e il gomito poggiato al bracciolo di pelle bordeaux.

-Moonspots- EreRi|RiRenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora