Due linee. Due come le lacrime che mi stanno attraversando le guance. Mi porto una mano alla bocca per soffocare i singhiozzi.
L'unica domanda che mi vortica nella mente è: come farò?
Butto nel cestino i tre bastoncini ed esco fuori dal bagno; mi guardo allo specchio appeso al muro mettendomi le mani sul ventre.
Era da 3 settimane, esattamente da quella notte, che mi sentivo strana.
Vomitavo spesso ed ero sempre stanca, pensavo fosse solo un influenza passeggera ma quando il ciclo questo mese è saltato l'ansia ha preso il sopravvento.
La seconda settimana il presentimento si era fatto largo nella mia testa dato che, beh, quella notte non abbiamo usato precauzioni. Come se ce ne fosse stato il tempo.
Alla terza settimana ho deciso di svelare il mistero.
<Cosa dovrei farne di te?> mi chino a parlare con il rigonfiamento ancora invisibile della mia pancia.
Scoppio ancora a piangere mentre guardo il mio riflesso: vedo una semplice ragazza di ventidue anni che frequenta il secondo anni di università per diventare architetto.
Prendo il telefono e compongo il numero di Mary, mia collega universitaria da due anni, nonché persona di cui mi fido ciecamente.
Al secondo squillo mi risponde.
<Ehi Ruby, tutto okay?> sento la sua voce squillante. È una ragazza d'oro, sempre sorridente nonostante la vita da poco le abbia portato via la mamma.
Mi seggo sul letto mordendomi il labbro inferiore e tirando su con il naso.
<Non proprio> rispondo alla sua domanda.
<E' successo qualcosa?> mi chiede preoccupata.
<Potresti venire qui, quando hai tempo> mi passo una mano tra i capelli castani mentre sento in lontananza mia madre parlare con qualcuno. Sicuramente sarà tornato mio padre da lavoro.
<Certo, verso le quattro sono da te> afferma dolcemente.
<Grazie> tiro su nuovamente con il naso.
<Ma di che> mi saluta dicendomi che le lezioni stavano per riiniziare. Metto giù giusto in tempo per sentire qualcuno bussare alla porta.
<Bambina, sono papà> mi asciugo subito le lacrime e mi schiarisco la voce.
<Si, entra> mi stendo appoggiando la testa alla spalliera del letto mentre la porta si apre per lasciare entrare la figura possente di mio padre: un uomo burbero a estremamente dolce con la sua famiglia.
<Ehi, come stai? La mamma mi ha detto che non hai fame> si siede mettendo una mano sul ginocchio.
<Ho mangiato qualcosa fuori> ripeto ciò che ho detto a mia madre.
Lui sorride divertito.
<Una cosa che non hai mai saputo dire sono le bugie, forza cosa succede? Parla con il tuo vecchio> abbasso la testa colpevole mentre gli occhi mi diventano lucidi.
<Non è successo niente, sono solo stanca: sai l'università, gli esami e tutto il resto> mormoro.
<Sicura?> mi alza il mento sorridendomi dolcemente.
Annuisco.
<Sai che per qualsiasi cosa puoi parlare con me vero?> mi da un bacio sulla fronte mentre si alza.
<Si, lo so> sorrido.
Non so cosa farei se non ci fosse. Lui insieme alla mamma sono la mia roccia e ho così tanta paura di deluderli. Hanno passato ventidue anni della loro vita a crescermi e ad insegnarmi il valore della famiglia, del matrimonio, dell'amore ed io li sto ripagando così.
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Dal tramonto all'alba
ChickLitLa vita è un insieme di attimi, felici e non. Ed è proprio in un attimo, nell'oscurità della notte, che la vita di Ruby cambia per sempre. Una semplice ragazza di ventidue anni che frequenta il secondo anno di architettura e che si ritroverà in una...