Sento il sole sfiorarmi la pelle mentre sono ancora avvolta dalle mie amate coperte. Stanotte ho dormito stranamente tranquilla, cosa che nelle tre settimane precedenti è stata molto faticosa.
Mi alzo andandomi a fare una doccia nel tentativo di svegliarmi del tutto dal sonno e mi vesto mettendomi un maglione di lana grigio che arriva fino a metà coscia e dei leggins neri.
Siamo a marzo e ancora fa parecchio freddo qui anche se qualche sporadica volta il sole ci delizia della sua presenza.
Scendo giù in cucina e trovo la mamma che cucina dei pancake.
<Buongiorno mamma> le do un bacio nella guancia e prendo posta a tavola mettendomi nella mia tazza un po' di latte.
<Buongiorno tesoro, tra poco usciamo> dice mentre rigira in aria un pancake.
Aggrotto le sopracciglia con aria interrogativa.
<Dove dobbiamo andare?> chiedo portandomi alle labbra la tazza.
<Ovvio: dal ginecologo> mi risponde facendomi morire alla sola età di ventidue anni strozzata da un sorso di latte.
Oh porca paletta. Me l'ero completamente dimenticata la visita ginecologica.
Tossisco ancora sotto al suo sguardo perplesso. Prendo un sorso d'acqua, sospirando di sollievo.
<Fortunatamente la dottoressa aveva un appuntamento, ma l'hanno posticipato quindi ci può ricevere alle dieci> si gira a guardarmi. <D'accordo?> continua mettendo i pancake sul tavolo.
Annuisco lasciando il bicchiere con il latte mezzo pieno. L'ansia ha preso pieno possesso del mio corpo ma so che è una cosa necessaria.
***
Non appena posteggiamo la macchina sotto lo studio medico quasi vomito nel parcheggio. L'ansia mi fa tremare addirittura le gambe. Logicamente non avevo mai fatto una visita del genere e specialmente questo tipo di controllo mi imbarazza e mette a disagio mortalmente.
Spero solo che sia una donna la persona che mi controllerà lì sotto.
Ci sediamo subito dopo essere uscite dall'ascensore e immesse in un lungo corridoio con le pareti completamente bianche ed asettiche.
Mi inizio a mordicchiare la pellicina del pollice e muovo freneticamente il piede sinistro finché una dottoressa con i capelli ricci castani e occhi color nocciola sbuca da una porta.
<Cooper> annuncia.
Ci alziamo ed entriamo nella stanza: ha le pareti di un azzurro chiaro con tutte le attrezzature mediche che occorrono. Le guardo terrorizzata mentre mi avvicino alla scrivania in mogano.
<Allora, signorina Cooper si stenda nel lettino> mi sorride mentre si mette un paio di occhiali rossi sul naso.
Aspetta non devo levarmi i leggins?
Obbedisco comunque distendendomi e osservo tutto ciò che fa.
<Vediamo un po', quanti anni hai?> chiede scrivendo qualcosa su un taccuino.
<Ventidue>
<D'accordo, quando ti sei accorta di essere incinta?>
Quindi la mamma deve averle già spiegato tutto.
<Solo ieri, ma mi sentivo strana già da un paio di settimane: ero molto stanca, vomitavo spesso e infine mi è saltato il ciclo questo mese> dico toccandomi freneticamente le mani.
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Dal tramonto all'alba
ChickLitLa vita è un insieme di attimi, felici e non. Ed è proprio in un attimo, nell'oscurità della notte, che la vita di Ruby cambia per sempre. Una semplice ragazza di ventidue anni che frequenta il secondo anno di architettura e che si ritroverà in una...