Rivolsi un'ultima occhiata alla porta da cui era sparito, prima di seguire l'elfa in silenzio, ormai esausta per tutto quello che era successo.
Quasi nessuno, anzi, probabilmente proprio nessuno poteva dire di aver visto un vero, gigantesco, enorme drago, ed essere sopravvissuto per poterci ripensare. Non potevo certo dire di essere rimasta indifferente a quell'incontro. Avevo avuto paura, ma anche rispetto e ammirazione per quella creatura rimasta unica della sua specie. Aveva affrontato la solitudine con grande dignità e nonostante fosse senza alcuna speranza non si era arreso, anzi, continuava imperterrito a lottare.
Non si poteva non provare stima nei confronti di una creatura simile.
Fui scortata fino alle prigioni, attraversando una serie di cunicoli.
Kalia mi fece entrare in una stanzina, dove mi diede una sorta di tunica leggera in lino.
Non ci misi molto a capire che, con solo quella addosso, visto e considerato il clima che percepivo sulla mia stessa pelle, avrei di certo patito il freddo.
«Devi spogliarti e darmi i tuoi vestiti!» mi spiegò lei senza distogliere lo sguardo.
Sollevai le spalle e iniziai a svestirmi, non me ne importava niente del simbolo della Gilda, era solo colpa loro se mi trovavo in quel pasticcio, e se per sopravvivere dovevo liberarmi dei miei abiti allora lo avrei fatto.
«Congelerò con solo quello straccetto addosso.» feci notare all'elfa mentre mi cambiavo.
Ma lei non mi rispose limitandosi a fissarmi attentamente mentre le davo le spalle.
«Ma certo, fa parte della tortura.» riflettei fermandomi. Avevo tolto già alcuni vestiti ed iniziavano a vedersi qualche tatuaggio che avevo sul corpo. «E se mi rifiutassi di obbedire?»
«Se ti rifiutassi, ti strapperebbero i vestiti di dosso per poi sbatterti nuda in cella, lanciandoti dietro la tunica.» Spiegò lei fredda. «Hai dei tatuaggi?» cambiò poi discorso, osservandomi con velata curiosità.
«Così sembra.» risposi vaga, senza volerle dare particolare importanza. Mi stava alquanto sulle scatole quella gente. Ripresi quindi a spogliarmi, lasciando cadere i miei vecchi abiti e indossando la gelida tunica che mi avevano dato.
«Che significato hanno?» incalzò, per nulla intenzionata a chiudere quel discorso, inclinando il capo di lato.
Mi osservai un attimo, talmente abituata da non farci più caso. «Non saprei dirlo. Li ho da sempre, ma i miei ricordi partono da dieci anni fa, non ho idea di cosa sia successo prima di allora.» spiegai, per poi tornare a guardarla. «Non ho idea di quando mi siano stati fatti, né di chi sia l'artefice. Non ne conosco neanche il significato. Forse hanno a che fare con la tribù a cui appartenevo prima che la Gilda mi adottasse, ma francamente non ho mai visto esseri umani o creature magiche con questi stessi simboli.» sospirai e feci spallucce. «E adesso? Che cosa succederà?»
Lei restò a fissarmi attentamente alcuni secondi, per poi avvicinarsi a me. «Questi tatuaggi sono strani. Non sono semplici decorazioni e di sicuro non sono elementi distintivi di una specie.» osservò, tenendo la sua attenzione sui simboli che si vedevano sulla schiena attraverso il sottile tessuto bianco.
«Ne hai mai visti di simili?» le chiesi, sinceramente curiosa.
«Si, molto tempo fa: sono sigilli.» rispose, osservandomi attentamente. «Ma sono fatti con una magia molto antica. Non ho mai visto nulla di simile neppure io. Credo che sia il caso di mostrarli al nostro signore.» ipotizzò, pensierosa, continuando a girarmi attorno.
«Sigilli? Per cosa? Che cosa stanno tentando di tenere dentro?» che fossero il motivo per cui non avevo magia?
«Non lo so. Non capisco. Forse Yongjundar può darti risposta a questo.» valutò, tornando a guardarmi perplessa. «Sei sempre più un mistero.»
![](https://img.wattpad.com/cover/201792971-288-k636708.jpg)
STAI LEGGENDO
L'ultimo nido del Drago
FantasyIn un mondo lontano e dalle origini antiche, una gilda di cacciatori di creature magiche ha ormai quasi estinto del tutto ogni genere di popolazione non umana. Dopo secoli di guerre e battaglie, e la quasi definitiva sconfitta della razza dei dragh...