Capitolo 2

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16 marzo 2018

Oggi inizia il primo weekend di gara e dire che sono emozionata è poco!
Sono stata in costante aggiornamento con Andrea e le prospettive per la corsa sono buone.
Sentire Andrea parlare di motori mi affascina sempre ed è come se diventasse un'altra persona, non in senso negativo eh. Sicuramente sono presenti le pressioni e quant'altro ma, credetemi, Andrea si diverte da pazzi quando corre.
E se lui è contento, lo sono pure io.
A volte mi ricordo che fra noi ci sono parecchi anni di differenza, ma è come se non lo sentissi per nulla e nemmeno gli altri ce lo fanno pesare. All'inizio è stato difficile spiegare il tutto, specialmente alla mia famiglia, ma alla fine ci hanno appoggiati sempre. La mia famiglia adora Andrea e la sua adora me. Non potrei essere più contenta.

È pomeriggio inoltrato e io sono qui a leggere l'interminabile libro di Sociologia II, per il relativo esame.
Sbuffo, esausta, dovrebbe essere illegale dover studiare 3 libri da 600 pagine ciascuno. Abbandono la mia postazione e mi affaccio alla finestra, guardando il bellissimo panorama al di fuori.

La primavera è alle porte. Nell'aria si avverte già un'aria nuova, di speranza e gioia. È sicuramente uno dei periodi più belli dell'anno. Quando la natura si sveglia e regala tutta quell'allegria, quei colori. Una nuova vita.

Prendo il cellulare e inizio a scattare qualche selfie un po' buffo da mandare ad Andrea, quando ricevo una chiamata.

Rebecca.

- Rebeee! Sto letteralmente impazzendo! - dico, non appena accetto la chiamata

- Ciao anche a te, La. - risponde ridendo

- Scusami - ridacchio - come stai? -

- Immersa nello studio fino al collo, ma almeno sono qua in campagna dai miei nonni. Si sta benissimo! Tu invece, come te la passi? -

- Studiando, pure io. - dico sbuffando

Io e Rebecca siamo amiche da tanto, davvero tanto tempo. Ci siamo conosciute alla scuola elementare, quando per sbaglio mi rovesciò l'intero vasetto di vernice durante un laboratorio di arte. Ancora me lo ricordo, la sua espressione mortificata ed io, blu da capo a piedi, che ridevo a crepapelle. Siamo rimaste sempre unite da allora. Frequentiamo la stessa università, ma facoltà differenti. Io faccio comunicazione internazionale, lei fa giurisprudenza. Quest'anno dovremmo laurearci entrambe, che Dio ce la mandi buona.

- Questa sessione è una tortura! Ma dimmi, con Andre? Tutto bene? -

- Sì, anche se ci siamo sentiti pochissimo. Ma lo capisco, è weekend di gara, il primo per altro. E so quanto è importante per lui questo mondiale. Sapevamo che sarebbe stato difficile. -

- Beh, è normale. Ho una super idea! - esclama ad un tratto

- Rebe, mi devo preoccupare? -

- No, stai tranquilla. Tu devi preoccuparti di essere libera domenica sera. -

- Lo sai che c'è la prima gara domenica. E lunedì... -

- Lunedì è il tuo compleanno, lo so tesoro. Appunto per questo...si deve festeggiare! Ventitrè anni non si compiono tutti i giorni! -

- Rebe, nulla di serio però. Lo sai cosa penso riguardo al mio compleanno... - inizio

- ...che è un giorno come un altro, sì, la solita solfa. Ma non lo è, Lara. -

- Okay okay, solo niente di esagerato, promettimelo. -

- Giurin giurello. Come quando eravamo piccole. -

Scommetto che sta sorridendo con quello sguardo perso ai bei tempi dell'infanzia. Conosco a memoria le espressioni della mia migliore amica.

- Con Mattia? Come va? È da un sacco che non lo sento. - dico

Noi contro il mondo // Marc MárquezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora