Capitolo 3

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19 marzo 2018

Eccoci qui alla festa tanto attesa.
Sono le sei e mezza di sera e stanno per arrivare gli invitati.
I miei si sono gentilmente dileguati insieme ad alcuni dei miei parenti dopo il pranzo, così da lasciarmi i miei spazi e potermi divertire. Non so davvero cosa farei senza la mia famiglia; a loro devo tutto.
Rebecca si è offerta a decorare la casa, mentre Federico si è occupato dei vari invitati - sicuramente metà della gente neanche la conosco - e Mattia, beh, lui sarà il dj improvvisato di questa serata.
Cosa faccio io? Mangio.
Sto sistemando i vari stuzzichini sul tavolo e non ho resistito alla degustazione. Caspita, sono proprio buoni!
Dovrei smettere di mangiare e andarmi a preparare, forza!

Salgo in camera e apro l'armadio.
Come sempre non ho niente da mettermi.
Dopo minuti su minuti a fissare l'armadio con faccia demoralizzata, scelgo un vestitino verde tiffany con pois bianchi, lungo fino a poco su il ginocchio, racchiuso da un cinturino azzurro all'altezza dell'ombelico, e dei sandaletti bassi bianchi glitterati.
Non esageraro con il makeup: giusto l'essenziale per una festicciola tranquilla.
Mi raccolgo i capelli ramati in una coda alta e morbida.
Fosse per me scenderei struccata, con i capelli in disordine, una maglietta larga, pantaloncini e, ovviamente, scalza; ma so che Rebecca si è impegnata tanto per realizzare questa festa nei minimi dettagli, quindi mi impegno per essere almeno presentabile.

Mi guardo allo specchio: ho davvero 23 anni. Ancora non ci credo. I 23 per me segnano soltanto una cosa: laurea. Mi vengono in mente gli esami che devo ancora dare e mi maledico per questo mental changing.
Scuoto la testa, mi guardo e sorrido. Questo è il mio giorno: niente drammi, niente brutti pensieri, solo divertimento e sorrisi.

Dopo questa carica di positività mi dirigo al piano di sotto, dove mi aspettano i miei amici pronti a complimentarsi per il mio look.

In un secondo mi ritrovo nel pieno della festa, circondata da gente, musica, alcol e continui "tanti auguri Lara".
Come m'immaginavo metà della gente non la conosco; presumo quindi siano amici di Federico.
Sono presenti alcuni amici d'infanzia e dell'università; non sono particolarmente brava a socializzare quindi non mi aspettavo chissà chi. E poi, detto sinceramente, neanche la volevo questa festa.

Guardo in giro: si stanno divertendo tutti, quindi perché non dovrei divertirmi pure io?

Raggiungo Mattia alla console e gli chiedo di mettere la mia canzone preferita:  Morirò da re dei Måneskin.
Durante questa canzone ballo, mi scateno come non mai, seguendo il ritmo di questa frenetica canzone.

Hey, it's Maneskin, yeah
E allora prendi la mia mano, bella señorita
Disegniamo sopra il mondo con una matita
Resteremo appesi al treno solo con le dita
Pronta che non sarà facile, tutta in salita

Allora prendi tutto quanto
Baby, prepara la valigia
Metti le calze a rete, il tacco
S

plendiamo in questa notte grigia

E amore accanto a te, baby accanto a te, io morirò da re
Ed anche quando starò male sarò troppo stanco
Come fuoco avanzerò per prender tutto quanto
C

iò che aspetta ed esser pronto ad affrontare il branco
Non voglio tornare indietro, adesso parto

Allora baby, baby, baby, asciuga il pianto
Baby, baby, baby bevi dal mio piatto
Sì, tu puoi cadere in piedi anche dall'alto


Canto assaporando ogni parola e ogni sillaba, facendola mia.
Mi immagino ballando su un grande palcoscenico, con un meraviglioso pubblico che mi applaude.
Vengo tristemente interrotta da un mio compagno di università appena arrivato. Si scusa per aver tardato, ma rimango stranita da una scena che si sta svolgendo davanti ai miei occhi

Noi contro il mondo // Marc MárquezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora