Gli Spiriti della Natura

~Capitolo 1 ~ ( parte a)

E' notte fonda e le stelle in cielo sono oscurate da nubi di un viola soprannaturale, mentre un freddo tagliente mi graffia il viso e un'atmosfera da apocalisse circonda il tutto.
Non posso far altro che correre lungo un lugubre bosco pieno di fogliame secco, ogni secondo più sfinita, mentre qualcosa di grosso mi sta alle calcagna.

Mi volto, pronta a vedere il solito mostro per la millesima volta.

Il grosso lupo dagli occhi rossi come il sangue sta perdendo della viscida bava dalle enormi fauci.

Intorno a noi ci sono solo piante secche, povere di foglie. Tutto sembra gridare"tu morirai".
Guardo ancora verso il cielo, dove la luna è riapparsa da dietro le nuvole che si sono fatte scure. E' di un bianco accecante, come se fosse fatta di ghiaccio.

La temperatura sta scendendo velocemente verso lo zero e le dita delle mani incominciano a intorpidirsi e diventare violacee, ma poi il bosco prende fuoco.

Dall'era glaciale si incomincia a scendere nei meandri dell'inferno, riesco a sentire il Diavolo trascinarmi giù.

Non posso far altro che continuare a sforzarmi e correre, ma aver rivolto lo sguardo anche per pochi secondi al cielo mi costa caro. Ormai sento il caldo fiato della bestia sul collo, segno della sua pericolosa vicinanza.

Inciampo su dei sassi nascosti tra le foglie secche e finisco per prendere una botta che mi toglie anche le ultime energie. Respiro a fatica e quell'essere è sempre più vicino. Sto per morire, e ho solo sedici anni e due mesi. La mia fine mi sta venendo incontro digrignando i denti sudici del sangue delle precedenti vittime.

"Per favore qualcuno mi aiuti!" urlo, con la paura che mi divora viva.

Il mio corpo a un tratto è diventato pesante e il cuore mi batte così veloce che se il lupo non si sbriga a uccidermi, ci penserà un infarto.

Nonostante questo, continuo a tenere gli occhi puntati sul nemico, voglio vedere la causa della mia morte prima di volare in cielo. Beh, sempre ammesso che esista un Aldilà...

Appena la creatura mi è sopra, bloccandomi con le sue robuste zampe anteriori, pronuncia le parole che ormai conosco a menadito." Credevi di potermi sfuggire? La luce non può nascondersi dal buio, sciocca. E' troppo luminosa per non essere vista."

Nel mezzo di questa frase mi sveglio, con il pigiama zuppo di sudore e i capelli appiccicati alla fronte.
Sono proprio una scema, pur facendo questo sogno da una vita, ancora non sono sopravvissuta una volta.

"Alzati che è tardi!" esclama una voce femminile.

Non rispondo e allora una donna bassa con capelli rossicci, lisci e corti entra in camera. E' vestita con colori pastello e mi guarda con aria di rimprovero. Ahhh, mia madre Corine. Per tutta risposta la punto torva, biascicando uno:"Sta zitta," e mi tiro le coperte morbide e calde fin sopra la testa.

Perché deve svegliarmi proprio adesso che l'incubo è finito? Non poteva farlo prima?

"Ma è possibile che tutte le mattine tu faccia la stessa storia?" domanda, strappandomi le lenzuola di dosso e fissandomi con i suoi occhi castano chiaro, con qualche sfumatura di verde.
Sbuffando, mi metto in piedi controvoglia e, senza dire una parola, trascinando i piedi come una carcerata,vado verso il bagno.

Ho la camera piena di miei disegni, che rappresentano figure magnifiche e leggendarie: draghi, folletti, angeli e persino lupi. Non lupi normali, ma quelli dei miei sogni. Li disegnavo nelle notti cupe in cui non chiudevo occhio.
Da piccola avevo una paura tremenda di rimanere a dormire da sola e ogni santa notte scoppiavo a piangere e correvo a bussare alla porta dei miei genitori con le lacrime che mi rigavano il volto. Michelangelo e Corine però si rifiutavano spesso di ospitarmi e mi toccava trascorrere molte notti insonni. Quando proprio non dormivo da giorni, non smettevo di frignare finché non si arrendevano.
Mi ero beccata anche tante sberle per la testardaggine, ma preferivo di gran lunga quelle che gli incubi.