CAPITOLO 2

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Mi svegliai con un sussulto, gli occhi fissi nel buio della mia stanza.

Il cuore mi batteva a mille ed ero tesa ad ascoltare qualcosa come se la mia pelle fosse in attesa di un rumore.

L'orologio segnava le 5.00

Eccolo!

Lo sentii di nuovo, qualcosa che grattava contro la mia finestra.

Qualcuno stava cercando di aprirla con un cacciavite o qualcosa del genere

Stavano tentando di entrare.

Ho paura, e se fosse uno di quei ladri o clown? Il TG aveva ragione.

Ero sola, al buio, e nessuno mi avrebbe sentita urlare.

Se avessi preso il mio cellulare e chiamato il 113 gli sbirri sarebbero arrivati giusto in tempo per trovare il mio cadavere.
Scritch, scratch-scritch scritch scratch .

Il cigolio leggero della finestra di metallo che veniva aperta piano piano. E poi:

-dei passi lievi all'esterno

- qualcuno che si avvicinava di corsa

-rumori soffocati

-un colpo sordo di qualcosa di duro

-un sussulto

-lo scatto di un osso che si rompeva

-uno schizzo, come goccie di pioggia, che colpiva la mia finestra.

Balzai fuori dal letto e mi allontanai a quattro zampe sul pavimento.

Il fatto di sapermi muovere anche al buio in casa era l'unico vantaggio che avevo su chiunque stesse cercando di entrare.

Corsi in bagno, aprii il cassetto dei trucchi e lo perlustrai con le mani:pettine, spazzola, elastici percapelli,ombretti...oggetti che non mi sarebbero piú serviti da morta.

Alla fine le mie dita trovarono un paio di forbici.

Scivolai dentro la vasca, chiusi la tendina e mi accucciai con la schiena sotto lo spruzzatore.

Immaginai l'assassino che forzava la porta. Avrei dovuto pugnalarlo con le forbici piú forte che potevo, perchè avrei avuto una sola possibilità.

Un altro colpo sordo contro il fanco di casa.

Un breve grido gorgogliante.

Silenzio.

Silenzio.

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