CAPITOLO 6

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Erano quasi le 12, mancava un'ora all'uscita.

Ci fu un gran trambusto nella parte anteriore dell'aula.

La voce cosI pacata e melodiosa del nosrro prof di storia si era interrotta.

Elvan Chros, il braccio destro del preside aveva portato un foglio di carta giallo. Un richiamo dal preside.

«Miranda, ti vogliono in presidenza».

Raccolsi i miei libri, avanzai fra i banchi e presi il piccolo foglietto giallo: « Miranda Kerr nell'ufficii del preside subito».

Quel subito non prospettava niente di buono..non potevo essere di nuovo nei guai.

Uscii dalla porta insieme ad Elvan.

«Mi dispiace che sei nei guai», disse Elvan quando raggiungemmo l'edificio «Voglio dire.. se sei nei guai».

Lo gelai con un'occhiata.

Non avevo intenzione di parlare con lui, i ragazzi sono solo dei buoni a nella.

Lo guardai dritto in faccia.

Mi piaceva far spaventare la gente, il ragazzo fece un passo indietro, impallidí e senza dire una parola se ne andó.

La gente reagiva sempre cosí quando dovevano sostenere il mio sguardo.

Nessuno aveva occhi come i miei.

Un colore blu con due anelli piú scuri, uno al centro delle iridi e l'altro esterno, mio padre diceva semore che avevo avuto un dono dalle sirene. Ma la gente diceva altre cose.

Li chiamavano occhi maledetti, diabolici. Occhi che vedevano quello che nessuno doveva vedere.

A volte, come in quel momento li usavo come arma.

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