Capitolo 3

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AUBREE'S POV.

Oggi è Mercoledì, un ennesimo mercoledì piovoso che passerò in quella schifosissima scuola tra banchi e lavagne. Ah, dimenticavo! Il mercoledì ho lezione di cucina: devo prendere il grembiule.

7.30
Sono con Judith nel parcheggio della scuola, accendo una sigaretta: sono ancora arrabbiata con il professore di filosofia, io ho bisogno del mio diario!
Judith nota la mia inquietudine - Aubree...che hai? Negli ultimi tempi sei sempre così buia, non ridi mai, oggi poi...lo sei particolarmente...-
-Non ho nulla di particolare, ieri il signor Hill mi ha ritirato il mio diario, non sai quanto la cosa sia frustrante..!-

9.00
Sono in classe, seconda fila parte destra dell'aula. La professoressa sta parlando..non so di cosa..penso matematica, o almeno so che lei insegna quella materia. Sono persa tra i miei pensieri, penso alla speranza, infondo la vita di ognuno è formata da speranze più o meno importanti. La speranza di trovare lavoro, la speranza di trovare la felicità o di diventare qualcuno. Ma quando qualcuno non ha più speranza cosa vuol dire? Cosa sta succedendo? Stai iniziando a vivere o a morire? Io non ho mai avuto speranze, prendo la vita come viene, tanto puoi sognare e sperare in ciò che credi, ma in ogni caso nella realtà non accadrà mai ciò che vuoi...a meno che tu non sia fornito di una gran fortuna!
Sto pensando di cercarmi un hobby, non posso continuare ad esser cosi pigra, non è possibile che sia l'unica in questo paese che non fa nulla tutto il giorno. Passo le mie giornate chiusa in casa, quando il tempo non è brutto esco la sera con Judith, o con  Daniel e la sua compagnia...solo quando ho bisogno di fumare. Ci penserò a questo "hobby", ma ora non ho voglia. Voglio tornare a casa e dormire.

13.20
Che schifo, il bagno di questa scuola è sporchissimo! Mezz'ora fa, nell'ora di cucina, mi è caduto un cabaret di pasticcini alla crema addosso e ora mi trovo in questo bagno puzzolente a tentare di rendere presentabile il mio magioncino nero. Sono già in ritardo di 20 minuti dalla lezione di filosofia, il signor Hill si arrabbierà e non mi ridarà mai più il diario!! Corro in classe.

20.00
Ormai è ora di cena, ho detto a mio padre che non ho fame. In realtà ho una fame da lupi perchè non ho mangiato a pranzo, ma devo studiare economia e non ho voglia di mangiare. Guardo l'orario dal mio telefono: ho il libro di economia aperto in mano da più di un'ora. Chiudo il noioso libro, apro la finestra della mia camera e torno a sdraiarmi sul letto accendendo una Marlboro Gold.
Fisso il muro pensando alla mia situazione. Tutto è partito quando ero una ragazzina, alle medie non ero brava a scuola, ma amavo leggere e scrivere. La mia più grande aspirazione, all'epoca, era avere un gruppo di amici con cui uscire il pomeriggio e quando tentai di farmi un gruppo ebbe inizio la rovina della mia vita: il bullismo. Mi prendevano in giro, venivo picchiata e minacciata, ma non ho mai detto nulla a nessuno. In prima superiore, cinque anni fa, morì mia sorella dopo 3 anni di cure continue, Ashley era la mia unica amica, dopo la sua morte sono crollata e con me la mia famiglia. Incominciai ad autolesionarmi ed il sangue che usciva dai polsi mi liberava, mi sentivo in colpa per non esserle stata abbastanza vicina e vedevo in ogni oggetto tagliente una via per stare meglio con me stessa. Una via per sopravvivere. Ancora non avevo capito che il mio "metodo di sopravvivenza" mi avrebbe portato alla rovina.
Deve essere già passata un'ora, questi pensieri mi martellano la testa e le tempie iniziano a dolere.

22.15
<Ciao, io sono Kyle>
Sento l'arrivo di un messaggio su Messanger, viene da un utente dal nome "It's.just.Kyle"

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