- Un cappuccino, grazie. -
La commessa batte veloce l'ordine sulla cassa che si apre con un suono metallico. Al fa per tirare fuori il portafoglio, ma il polso magro di Matty la precede allungando una banconota da cinque sterline.
- Ma non provarci neanche... - comincia a dire lei, ma Matty la zittisce.
Durante tutto il tragitto verso il bancone, con lo scontrino lucido in mano, Al protesta a bassa voce e Matty la ignora, celando un sorriso. Si siedono ad un tavolo vicino alla finestra, più lontano possibile da tutte le altre persone presenti nel locale, e cominciano a parlare. Un rituale che sembrano entrambi conoscere da molto più di due giorni. Un filo conduttore invisibile collega ogni argomento, le parole si susseguono, senza pretese. Perdono ore seduti su sedie scomode, perdendo la cognizione del tempo.
- Matty - sentenzia Al, sorseggiando il cappuccino ormai freddo, rimasto nella tazza per più di un'ora.
- Si? - chiede.
- Sei al corrente del fatto che siamo ancora appena dopo Leeds? Di questo passo ci arriveremo per Natale a Glasgow. -
- Al, vuoi guidare te per caso? Ti cedo molto volentieri il compito. - risponde.
- Non ho detto questo e non metto certo in discussione le tue capacità di autista, ma ti rendi conto che la maggior parte del nostro tempo la stiamo perdendo in stazioni di servizio? Quando mi hai parlato di viaggio attraverso il paese, speravo in qualcosa di più emozionante, se devo essere sincera. -
- Ah, davvero? - risponde - non posso certo biasimarti. Forse... - la frase rimane sospesa a metà.
- Forse? -
- Che ore sono? - chiede improvvisamente.
- Le 9:11... perché? -
Si alza di scatto.
- Matty, vuoi spiegarmi cosa stai... -
- Vieni! Abbiamo ancora un pomeriggio intero se tutto va bene, dobbiamo sbrigarci! -
Corre veloce tra gli scaffali, Al raccoglie lo zaino e gli arranca dietro. Si lanciano nel parcheggio, Matty apre il furgoncino e mette in moto, partendo al volo.
Ancora con il fiatone, Al comincia a investirlo con una serie di domande miste a imprecazioni. Ma Matty pare sordo e non risponde, si limita a guardare la strada con un ghigno strano stampato in faccia.Viaggiano per circa due ore, la radio come sempre in sottofondo. Al capisce che Matty ha semplicemente intenzione di ignorarla; stende la gambe sul cruscotto e non proferisce parola, la fronte corrucciata. A un certo punto, Matty imbocca un'uscita dell'autostrada, ma Al non fa in tempo a leggere le indicazioni, e protesta sommessamente. Lui ride. Accelera leggermente.
- Newcastle upon Tyne. Famosa per il Tyne Bridge, la Newcastle Brown Ale e il Newcastle United. Siamo a circa otto, nove miglia dall'oceano. - esordisce Matty - è anche una delle città meno piovose del Regno Unito, e qui c'è sempre leggermente più caldo rispetto al resto del paese, credo che ciò sia dovuto alla Corrente del Golfo, o una di quelle motivazioni geografiche. -
Al lo guarda: - Mi preoccupi sempre di più Matthew. Adesso sei anche un esperto di geografia. Impressionante. - sorride.
- Allora, mia signora, cosa preferisce: oceano o città? -
- E me lo chiedi anche? - risponde Al sdegnata.
- Immaginavo. -Una distesa di sabbia chiara, divisa dalla strada tramite un muretto di sassi e tanti piccoli cespugli che crescono selvaggi, sferzati dal vento.
Matty accosta ed Al scende in fretta dal furgoncino. Si toglie le scarpe e le calze, lasciandole riverse di fianco alla portiera, e corre veloce verso l'acqua, tirandosi via la felpa durante il tragitto. I capelli al vento, l'aria fresca la avvolge, i jeans bagnati stretti intorno alle gambe e la maglietta bianca che perde la forma. Acqua, sale, sole e sabbia. Matty la guarda da lontano, mentre si tuffa in acqua ancora e ancora, nuota contro corrente e si lascia trasportare dalle onde. Raccoglie le scarpe e stende il telo più grande che ha trovato sulla sabbia, appoggiandoci sopra la felpa.
- Matty! Avanti, vieni! È bellissimo! - sembra una bambina, così alta eppure così piccola davanti all'immensità del Mare del Nord.
- Sbrigati! - urla.
Matty sorride. Si sfila le scarpe e la maglietta, scoprendo la pelle chiara e la vita stretta. Corre verso l'acqua. I primi istanti sott'acqua lo soffocano, i suoni si attutiscono, la forza del mare lo attira verso l'interno. Oppone resistenza, pianta i piedi nella sabbia fredda e spinge l'aria fuori, svuotando i polmoni. Risale e scuote i capelli grondanti. Al è ferma in piedi, l'acqua le arriva alla vita, lo guarda e ride. Matty si unisce a lei, le voci che salgono insieme, i fiati pesanti per la corsa, per l'adrenalina che si libera nei corpi.
- Guardati - ride Al - sembri un delizioso barboncino. - dice indicando i capelli di Matty.
- Ah davvero? - risponde lui - questo non dovevi dirlo. - smuove l'acqua intorno a se e afferra Al per la vita, lasciandosi cadere a peso morto sott'acqua, mentre lei caccia un grido. Torna in superficie ma non la lascia, lei si divincola e riesce a spostarsi. Comincia a correre verso riva, getti d'acqua si infrangono contro alle sue gambe, Matty la segue a ruota. Riesce ad afferrarle un braccio appena prima che lei esca dall'acqua, Al si gira.Uno di fronte all'altra, gli occhi immersi in quelli dell'altro, i respiri si incrociano, i capelli bagnati e le gocce d'acqua che scivolano scaltre sulle guance. Le loro labbra si sfiorano, quasi per sbaglio, attratte magneticamente. Poi si perdono l'una sull'altra, silenziose.
Restano seduti vicinissimi sul telo, le felpe buttate addosso mentre i capelli si asciugano col vento. Matty si accende una sigaretta, Al non fuma ma rimane a guardare l'acqua. Ogni tanto sposta lo sguardo su di lui, che si gira, le passa un braccio intorno alle spalle e si appoggia sulle sue labbra, mentre il rumore continuo delle onde li culla.
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An Encounter
FanfictionUn vecchio Autogrill, una giornata di fine estate, la periferia di Manchester. Una ragazza dagli occhi attenti e un libro aperto sempre sulla stessa pagina. Un ragazzo con un furgoncino bianco e i capelli neri. An Encounter, un incontro. Due nomi ch...