Capitolo due.

107 10 0
                                    

Gli occhi persi nel vuoto, Al osserva la polvere volteggiare in spirali, attraversando i raggi del sole morente. Si guarda intorno: il furgoncino è deserto, le chiavi appoggiate al cruscotto. Si avvicina al mobiletto e afferra la borsa di cuoio; dopo essersi infilata le scarpe apre la portiera, ritrovandosi nel parcheggio di una stazione di servizio. Chiude gli occhi e lascia che l'aria fresca della sera che si avvicina le accarezzi il viso: un'occhiata veloce al telefono, nessuna chiamata persa, nessun messaggio. Le 18:12. Richiude la portiera e con la borsa a tracolla si avvia all'interno dell'edificio: altri camionisti che comprano panini farciti e pacchetti di patatine. Si dirige verso il bagno, non c'è fila. Si sciacqua il viso e torna nel locale principale; il solito giro tra gli scaffali e afferra una confezione di bottigliette d'acqua. Quando esce, il sole è già calato un po' di più, il parcheggio si sta svuotando in fretta. Al si avvia verso il retro dell'Autogrill: una cabina telefonica e una zona verde, qualche panchina sparsa qua e la. Su quella più lontana dal parcheggio è seduto Matty, la t-shirt nera evidenzia le spalle magre e sporgenti, i capelli sono raccolti in un codino. La custodia rossa è appoggiata al suo fianco, tiene la chitarra sulle ginocchia e in mano ha una sigaretta accesa. Al si avvicina silenziosa. Si siede di fianco a Matty, la custodia in mezzo a loro come una barriera. Lui rimane in silenzio, lo sguardo fisso davanti a se, anche se Al dubita che stia guardando qualcosa in particolare. Il fumo disegna degli strani disegni nell'aria. Rimangono entrambi zitti, nessuna parola viene sprecata. Solo quando la sigaretta è totalmente consumata Matty torna ad essere presente. - Sai - comincia - certa gente non capisce quando è opportuno non parlare. Quando uno comprende il silenzio, ha compreso anche la musica, non credi? - sembra talmente serio che Al non osa rispondere. Lentamente Matty si posiziona la chitarra sulle gambe e comincia a suonare, gli accordi si susseguono uno dopo l'altro, seguendo uno schema che Al dopo qualche momento comincia a comprendere. Passano i secondi, poi i minuti, prima cinque, poi dieci. Lentamente, quasi in un sussurro, Matty comincia a far uscire la voce. Al rimane in silenzio, poi, piano, timidamente, lo segue; non conosce le parole, forse non importa. Vanno avanti così, perdendo la concezione del tempo; il sole cala, il buio avanza e si accendono i lampioni. L'unico rumore udibile è quello delle macchine che sfrecciano veloci. Solo quando Al comincia a rabbrividire dal freddo perché ormai il maglione non tiene abbastanza caldo, Matty si ferma, interrompendo dolcemente la canzone. La guarda con occhi raggianti. - Incredibile. - sussurra. - Ho capito. - sorride Al - voi suonate. Tu e gli altri tre ragazzi. Voi create questo ogni volta che siete insieme. - - Questo lo abbiamo creato io e te, questa sera. - risponde lui. Sorride. Un sorriso pieno, il più bello che le abbia mai indirizzato dall'inizio di quel viaggio. Al guarda il display del telefono. 19.45. - Ti rendi conto di quanto siamo stati qui fuori? - dice. Matty scoppia a ridere e mette via la chitarra, nera a contrasto con la custodia. Al lo guarda. Lui tira fuori un pacchetto di sigarette da una tasca dei pantaloni, ne tira fuori una ma ferma la mano a mezz'aria. La guarda. - Vuoi? - chiede. Al annuisce. Matty alza le sopracciglia, stupito. - Oddio, cosa ti sembro, un angelo per caso? Be, impressione sbagliata. - dice alzando gli occhi al cielo. Lo guarda; la sua faccia è troppo seria e lei non riesce a contenere la risata. Matty si unisce a lei. Accendono le sigarette e osservano il fumo che sale e si avvolge. Quando entrambi hanno finito, si alzano e si avviano verso il furgoncino. Matty apre la portiera e si lasciano cadere sul divano, uno di fianco all'altra. Al tira fuori due panini e la confezione d'acqua dalla borsa e mangiano in silenzio. Matty si accende un'altra sigaretta e ogni tanto la passa ad Al. Rimangono in silenzio ancora un po'. Quando non si distinguono altro che le sagome confuse all'interno dell'abitacolo Matty si alza e accende le luci interne del furgoncino. - Il divano sul lato è tutto tuo, io dormo nella parte in fondo. - le dice sorridendo. Al annuisce. - Stanotte rimaniamo fermi? - chiede. - Sì, sono leggermente stanco - risponde lui - al contrario di te io non ho dormito oggi. - ammicca. Al sorride. - Agli ordini, capitano. - poi si guarda intorno con occhio critico per un attimo - Dove mi dovrei cambiare? - chiede alzando gli occhi al cielo. - Ah, giusto. Non credere che non ci abbia pensato. - risponde lui. Tira una cordicella che pende al di sopra dello schienale del divano e una tenda appare a dividere la parte anteriore dal retro. - Continui a stupirmi, Matthew. - esordisce Al. - Be, Alice, l'eventualità di avere un'ospite è sempre da considerare, no? - ride. Al lo spinge verso i sedili anteriori e recupera lo zaino da sotto un cuscino. - Devo coprirmi gli occhi? - scherza Matty. - Fa meno lo spiritoso - risponde lei mentre si toglie il maglione e la maglietta. Si cambia velocemente, infilandosi un paio di braghe di tuta e una maglietta bianca che le arriva alle ginocchia. Infine, si butta addosso una felpa altrettanto lunga. - Ho fatto. - dice. - Perfetto. - sentenzia Matty sbucando fuori. Rimette a posto la tenda. Al constata che si è cambiato anche lui: è sempre vestito di nero, ma questa volta i pantaloni sono senza strappi, ma sempre stretti intorno alle gambe magre, e la maglietta è diventata una canottiera, coperta da una felpa col cappuccio. Si è sciolto i capelli, che ricadono leggermente mossi. Nessuno proferisce parola. Al si accoccola sul divano, lui spegne le luci. Non rimane altro che il calore e il silenzio. Matty si alza, silenziosamente. Ritrova la chitarra appoggiata su uno dei sedili, se la appoggia sulle gambe e, come prima, accende una sigaretta. Al si avvicina, gliela toglie di mano mentre lui comincia a suonare, appoggiandogliela ogni tanto sulle labbra. La cenere che brucia illumina i loro volti, mentre il fumo sparisce veloce nella notte, uscendo da un finestrino aperto.

An EncounterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora