Milano, 3 dicembre 2013
Ale
Era un giorno importantissimo per me: era la prima anteprima del mio nuovo tour e io ero agitatissima come sempre. Giacomo al solito cercava di tranquillizzarmi e rassicurarmi dicendomi che sarebbe bastato sentire il calore del MIO pubblico per dimenticare tutta l'ansia. Da una parte so che è così, però oggi c'è qualcosa di diverso, forse perché devo confrontare con la mia Big Family il mio nuovo disco, si tratta di canzoni diverse che rispecchiano tanti momenti di vita vissuti e tante emozioni.
Insomma, da una parte non vedevo l'ora, dall'altra avevo paura.
Entrai in camerino dopo aver fatto le prove e mi raggiunse lui, Marco. Avevamo costruito una bella amicizia, ma in quest'ultimo periodo non ci eravamo visti molto. Non so cosa succedeva dentro di me quando lo guardavo, era una sensazione strana, non riuscivo a spiegarla neanch'io.
<<Ale posso entrare?>> Marco gridava da dietro la porta.
<< Si Marco, entra>>, io ero in una valle di lacrime, ma tanto davanti a lui non me ne vergognavo, sapeva ormai benissimo che cosa mi "torturasse" immediatamente prima di un concerto.
Entrò nel camerino e subito si accorse che stavo piangendo
<<La solita scema, ma perché fai così ogni volta?>>
<<non lo so Marco, è sempre la solita ansia prima di un concerto, non riesco a controllarla>>
<< Adesso ascoltami: tu sei fantastica e lo sai benissimo, non hai bisogno di preoccuparti, piuttosto preparati visto che tra meno di un'ora dovrai finalmente aprire questo concerto, la tua Big family è già lì che ti aspetta e scalpita per te>>
Mentre diceva queste parole bellissime, all'improvviso mi abbracciò, fu un abbraccio completamente inaspettato e che mi causò innumerevoli brividi sulla schiena, però il suo abbraccio mi servì, mi infuse calore, dolcezza e sicurezza.
Lo ringraziai con tanti bacini sulla guancia, mi asciugai le lacrime e cominciai a prepararmi per il mio concerto.Marco
Finalmente era arrivato il giorno del concerto di Ale a Milano. Io ora infatti vivo lì, anche se ogni tanto rimpiango il mio piccolo paese, ma era stata mia la decisione di trasferirmi a Milano. Tornando al discorso, ero felice di poterla rivedere dopo un bel po' di mesi. Ricordo che qualche mese prima, a giugno, ci eravamo trovati a Lecce. Io ero lì per un'intervista e all'una passata di notte mi sono aggiunto al loro gruppo. Andammo a mangiare in un locale, era domenica, alla fine eravamo tutti ubriachi. Verso le 3 di notte ci salutammo e io tornai in albergo. Era stata una serata fantastica, ma non dimenticherò mai gli sguardi e le risate complici che io e Alessandra ci rivolgevamo.
Credo che come carattere siamo davvero molto simili, e forse è questo che ci rende così complici. In realtà però non potevo negare che lei mi piacesse, mi piaceva tutto di lei, la sua pazzia, il suo sorriso, i suoi occhi, mi ci tuffavo dentro e sembrava che non ne volessi più uscire. Questo però io non potevo dirglielo, lei era innamoratissima di Luca e io non potevo farci niente, non volevo assolutamente rovinare la nostra amicizia.
Rivedendola lì, ora, in quel camerino però ha fatto nascere in me delle emozioni e d'impulso, vedendola piangere in quel modo, l'ho abbracciata. Spero che da quel l'abbraccio non siano trapelati i miei veri sentimenti.
Erano le ore 21.15 circa e finalmente Ale comparve sul palco. Come previsto il calore del suo pubblico le fece dimenticare ogni ansia. La sua voce, insieme a quel fantastico vestito rosso, fecero esplodere sulla mia bocca un sorriso da ebete. Marta accanto a me infatti mi guardava, facendomi capire che poi avrei dovuto raccontarle un po' di cose. Il mio sguardo era lucido e completamente perso sulla figura di Ale.