CAPITOLO 7

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CAPITOLO 7

La pioggia smise di pungere violentemente le finestre e il buio cominciò a sparire, facendo spazio ad un sole che faceva entrare finalmente un po' di luce all'interno della stanza. Valentino e Francesco erano ancora seduti sul divano con i joypad in mano, intenti a progettare degli acquisti di mercato per rinforzare il reparto offensivo della loro squadra nella modalità carriera di Fifa.

"Cazzo Cap, mi ero dimenticato di aver speso tutto il nostro budget nella sessione estiva. Adesso chi ci compriamo?"

"È vero, mi ero dimenticato anche io..."

"Adesso ci tocca chiedere dei giocatori in prestito" disse Francesco. Seguì una pausa semilunga in cui entrambi tacquero, poi riprese "Cap, mi stai sentendo?"

"Mi sono dimenticato, mi sono dimenticato" disse Valentino guardando un punto fisso nello schermo, senza dare particolare rilievo alle domande del suo amico,

"Dovevo vedermi con Gaia dopo le lezioni, poi è successo quel casino con Aurora"

"Vabbe Cap, tanto tra un po' la rivedrai, no?"

"Si, tra qualche ora. Che figura di merda, ci eravamo appena conosciuti e le ho già dato buca. Che palle, ora le scrivo."

"Ma sei pazzo, fa finta di niente. A lezione dille che ti sei dimenticato e basta. Scriverle non servirà a niente, non fare il sottone."

"Non ci credo Fra, spero se ne sia dimenticata anche lei..."

"Ma sì, non ci dar peso"

"Anche se poi era con un altro ragazzo, quindi probabilmente non mi ci dovrei affezionare così tanto. Magari era il suo ragazzo..."

"Chi vivrà vedrà."

Francesco si alzò dal divano e iniziò a preparare la colazione per i due. Prese delle fette di pane e un barattolo di marmellata, pose il tutto sul tavolino di vetro di fronte al divano e iniziò a mangiare, offrendo anche al suo amico.

"Vale io vado a dormire, sto morendo. Quando vai a lezione chiudi bene la porta"

"Ah tranquillo, esco ora", si alzò dal divano e salutò con una stretta di mano energica il suo amico mezzo addormentato. Uscì dalla porta e, prima che Francesco la chiudesse, esclamò "rivediti bello!" senza ricevere nessuna risposta. Valentino si sistemò il colletto del giubbotto e iniziò a scendere le scale con una fetta di pane e marmellata tra i denti. Aveva in mente di andare a casa di Aurora per recuperare il suo zaino e dirigersi direttamente in facoltà per aspettare l'arrivo di Gaia. Iniziò a camminare con la mente schiarita e il sole che gli finiva negli occhi, recandogli fastidio. Pur avendo passato quasi tutta la notte insonne, Valentino era pieno di energie: saltava su ogni marciapiede dopo aver attraversato la strada, si avvitava ai pali che innalzavano segnali stradali per i guidatori per darsi lo slancio e aumentare la sua velocità, si guardava nelle vetrine dei portoni ai suoi lati e sorrideva guardandosi. Insomma, era come se nella sua testa ci fosse la sua canzone preferita e che lui ne fosse il protagonista del videoclip ufficiale, ma ovviamente a noi non è dato sapere di che canzone si tratti, altrimenti di tipi come lui ne troveremmo a bizzeffe per strada. Probabilmente si stava comportando così perché in strada non c'erano ombre che non fossero di palazzi, essendo lui un tipo abbastanza timido e introverso. Tra un passo e l'altro arrivò sotto casa della sua ex e suonò il campanello. Attese qualche secondo senza nessuna risposta. Suonò una seconda volta e iniziò a sbuffare.

"Di questo passo arriverò troppo tardi in facoltà e non potrò fermare Gaia prima dell'inizio delle lezioni" pensò. Decise di iniziare ad incamminarsi verso l'università, allo zaino ci avrebbe pensato dopo. La sua passeggiata verso l'ateneo fu diversa dalla precedente, adesso camminava in modo più svogliato, come se la ex, per l'ennesima volta, gli avesse rovinato i piani nonostante fosse una cosa di minima importanza rispetto alle sue intenzioni. Con molta lentezza, dovuta forse al troppo anticipo, forse all'ipotesi avanzata poco fa, raggiunse l'università e si mise ad aspettare pazientemente l'arrivo di Gaia. Mancava poco meno di un'ora all'inizio delle lezioni e Valentino era già lì, quando dopo poco tempo vide arrivare una persona verso di sé.

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