CAPITOLO 8

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Il primo posto in cui Valentino portò Gaia fu il Lungo Mare di Bari. Camminavano affacciandosi ogni tanto sul mare: osservavano il cielo, l'acqua che sbatteva sugli scogli che sorgevano in lontananza, le grandi pietre di fronte a loro, il faro maestoso, le barche piccole piccole. Scoprirono entrambi la passione dell'altro: fare foto alle cose. Non a cose a caso, o a cose belle, bensì a cose che trasmettevano emozioni, sentimenti, stati d'animo. Gaia iniziò a fotografare col suo cellulare il mare e gli scogli, Valentino si focalizzò, invece, sui lampioni neri e ancora spenti posti sui muretti che si alternavano alle ringhiere, a separare il mare dalla terra ferma. Quando Valentino finiva di fare i suoi due o tre scatti all'oggetto, metteva l'iPhone in tasca e si appoggiava sul muretto per guardare le altre belle cose che la sua terra nascondeva da occhi troppo comuni.

"Sai, da piccolo passavo ore ed ore sul balcone di mia nonna. La prima cosa che vedevo, ancora prima del mare, sempre bellissimo, era proprio quella torre lì" disse Valentino indicandola. Gaia si girò, porgendo le spalle al mare che stava fotografando, con il cellulare ancora fra le mani. Rimase qualche secondo in silenzio a guardare quella torre e a studiarla nei suoi minimi dettagli, poi alzò le braccia per fotografarla.

"Ei, sta ferma un attimo" disse Valentino abbassandole le braccia "prima di fare qualche fotografia, guardala ancora. Goditela, poi se vuoi immortala questo posto nella tua galleria, ma prima di tutto godilo".

Gaia guardò negli occhi Valentino, quasi infastidita, poi però lo ascoltò. In fondo aveva ragione.

"È bellissima, ma non l'avevo per niente notata" disse lei.

Valentino rise e incrociò le braccia, poi riprese "Già, non la nota quasi nessuno. Tutti vengono sul Lungo Mare e guardano il lato del mare, dell'infinito, dell'orizzonte irraggiungibile. Eppure io trovo che anche l'altro lato sia bellissimo. Se guardi bene quella torre riflette il mare".

Gaia rimase scossa, pensava che Valentino stesse dicendo qualche cosa di incomprensibile ma allo stesso tempo affascinante solo per farle vedere che ne sapesse qualcosa, insomma, pensava che lui volesse solo fare bella figura. Ciò che disse, però, sapeva quasi di stronzata.

"Scusa, ma come fa una torre, senza vetri, specchi o altro, a riflettere una cosa così bella e diversa come questo mare?".

Valentino continuò a ridere, facendo innervosire lei, la quale iniziò a picchiettarlo con la mano.

"Dai non fare lo scemo, non ci credo a questa cosa."

"Ah no? Lo vedi quell'orologio in alto?"

"Sì, è la cosa che più risalta all'occhio di questa torre."

"Bene, per me non è così. Per carità, è bellissimo, da piccolo mi affascinava un sacco e lo guardavo estasiato. Crescendo ho capito che la bellezza di questa torre è qualcos'altro. Guarda sopra l'orologio: ci sono delle campane apparentemente nere, del colore che dovrebbero avere. Se le guardassimo da un posto più alto, ma sempre al di sotto di esse, e avvicinandoci un po', noteresti che quelle campane bellissime e ormai mute non sono nere. Hanno perso la loro oscurità e il loro suono forte, hanno dato lo spazio al mare."

"Non ti seguo."

"Le campane sono diventate un misto di colori bellissimi. Dal loro nero originario, esse sono diventate di un verde acqua che ricorda il nostro mare, il rosso della ruggine ricorda il nostro sole che si riflette sulle onde. Tutto ciò non è stato voluto dall'uomo, eppure è fantastico. Inoltre le campane non suonano più: chissà, se salissimo lassù forse sentiremmo le onde del mare. In fondo trovarsi poco sotto una campana del genere non è come trovarsi in una grande conchiglia?"

Gaia spalancò gli occhi e iniziò a deviare lo sguardo verso il suo interlocutore. Senza dire nulla riaccese il cellulare e scattò una foto a Valentino. Si sentì il rumore della fotocamera e Valentino si interruppe.

"Cosa stai facendo?"

"Ti stavo facendo una foto."

"Ma è la torre che dovresti fotografare, non me."

"Lo so, ma dovevi guardarti mentre parlavi. Sembravi contento come un bambino, spensierato come un ragazzo che guarda la ragazza che ama e rimane zitto a pensare a come potrebbe descriverla."

Valentino arrossì un po', rimase zitto e cercò di non pensare a quello che aveva appena sentito. Il suo obiettivo ora non era più ammirare la torre, ma cercare di evitare di diventare un peperone rosso nel bel mezzo di una chiacchierata con la ragazza che lo stava prendendo così tanto. Mentre pensava alle cose più stupide possibili per non mostrarsi imbarazzato, sentì nuovamente il suono della fotocamera del cellulare di Gaia.

"Ei, adesso smettila!"

"Scusa, adesso sei imbarazzato. Dovevo documentare questo momento." Rispose Gaia.

Dopo questa frase Valentino iniziò a sentire caldo, si sentiva la faccia aumentare di temperatura. Ormai non poteva più nasconderla, così decise di andare avanti e farsi seguire da lei. Camminarono fino ad arrivare alla ruota panoramica posta sul lungo mare, in una semipiazzetta. Gaia si fermò per fotografarla, ma Valentino la tirò da un braccio.

"Non farlo ora, stasera ci torniamo quando sarà tutto acceso."

"Stasera?"

"Ah già, stasera ti porto a cena fuori."

"E me lo dici così?"

"Come dovrei dirtelo? Inoltre mi è appena venuto in mente."

"Dovevi avvisarmi prima, devo prepararmi!"

"Gaia, è a malapena mezzogiorno!"

"Appunto, devo pranzare, lavarmi, sistemarmi i capelli, e il trucco, scegliere la borsa, i vestiti" disse Gaia portandosi le mani nei capelli, finchè lui non la interruppe.

"Per me puoi venire pure con i capelli raccolti, o disordinati, se preferisci, senza trucco e senza borsa. Fammi solo un piacere, non toglierti gli occhiali."

"Cosa hanno di così tanto importante i miei occhiali?"

"Niente, è che non sono ancora pronto a vedere il tuo volto senza di loro."

"Tu sei proprio un tipo strano eh."

"Allora dovrei prenderlo per un sì?"

"D'accordo, vienimi a prendere tu. Dopo ti mando l'indirizzo. Però finiamolo velocemente questo tour di Bari, che devo prepararmi."

"Magari per oggi mi fermo qui, ma sappi che questo tour durerà moltissimo tempo. Bari è grande ed è bella tutta."

Gaia sorrise, poi prese per il braccio Valentino e iniziarono a camminare verso casa di lei. Si alternarono momenti di silenzio imbarazzanti a risatine stupide, discorsi seri e discorsi senza senso: insomma, le solite cose da coppiette romantiche. Anche se immagino che queste cose non esistano più, intendo: il romanticismo ormai viene visto come una cosa da "sottoni", da chi si illude, da chi ci crede troppo e poi rimane con l'amaro in bocca. Come direbbe Tommaso Fusari, questi sono tempi duri per i romantici. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 19, 2019 ⏰

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