Pioveva, pioveva in continuazione da sempre.
Ma ormai Louis era abituato al clima della Gran Bretagna.
Ci si era trasferito all'età di sette anni, esattamente un mese dopo la morte dei suoi genitori, in quei quindici anni Louis era stato allevato da suo zio, un uomo robusto, alto un po' più di lui, dalla faccia buona e un cuore grande.
Louis non ricordava niente della Francia, la sua madrepatria, ma non gli importava, come del resto non gli importava niente del suo passato, che, per lui era un' ombra oscura da dimenticare e da evitare.
Ma qualcosa sarebbe cambiato nella sua vita, anche se non sapeva se in bene o in male ma, quel qualcosa, era proprio davanti ai suoi occhi.
Un pezzetto di carta, un biglietto per essere precisi. Un biglietto di sola andata per l'America.
Suo zio glielo stava porgendo con mano tremante e occhi particolarmente lucidi.
<Non capisco..> disse il giovane guardando prima il biglietto e poi lo zio.
<Lou, ti ho cresciuto come se fossi mio figlio. E, sebbene la nostra famiglia sia povera, ti ho dato tutto quello che potevo darti, non ti ho mai fatto mancare niente. Ma ora non hai più sette anni, non sei più un ragazzino, sei un uomo.> lo zio esitò prima di continuare a parlare, <E.. penso che ora tu te la debba cavare da solo.> ancora una piccola esitazione, <Sai, il mio capo oggi ha licenziato parecchi lavoratori, E ha detto che probabilmente ne licenzierà altri, lo stipendio cala di più ogni mese Louis, non riesco più a mantenerti.>
Il ragazzino sospirò e dopo una manciata di secondi disse:
<Ma perchè in America? Potrei trovarmi benissimo un lavoro anche qui, vicino a te. potrei darti una mano..>
<Lou.> lo zittì l'uomo, <Lo sai anche tu che siamo in un periodo di crisi, gli affari non vanno bene. l'America è l'unica via d'uscita, l'unica via che ti permetterebbe di costruirti un futuro buono e degno delle tue capacità.>
<Vieni con me, ce la caveremo insieme in America.> disse Lou sull'orlo del pianto.
<Non possiamo permetterci due biglietti. E sinceramente tra te e me, preferisco sia tu a trascorrere una bella vita. Io, la mia l'ho già vissuta. Ho già fatto le mie esperienze, e ne sono stato ripagato, ho trovato te, mi hai ridonato la forza per andare avanti Lou, senza te sarei ancora un alcolizzato. Mi hai migliorato. E ora sono io che voglio donarti un futuro migliore.>
Per alcuni minuti tutto tacque, nessuno aveva il coraggio di guardare l'altro, era una scelta difficile per entrambi.
Louis ha sempre visto suo zio come un padre, un padre che lo aveva aiutato. Un padre che lo aveva salvato. Un padre che gli aveva dato tutto anche se non possedeva niente. Un padre che era cresciuto con lui nel bene e nel male. Un padre di cui poteva fidarsi.
<Quando partirà la nave?>
<Il 10 aprile, nel porto di Southampton.>
Così alla fine il ragazzo disse, <Sarò nuovamente solo, andrò in America senza conoscere nessuno, zio, non so se sono pronto per affrontare tutto questo.>.
A quel punto l'uomo si sollevò dal tavolo, a cui si era appoggiato fino ad allora, e si avvicinò al ragazzino per poi abbracciarlo.
<Non sarai solo.> lo zio fece una breve pausa, <Sai, quel biglietto me lo ha procurato un mio ex collega, un amico caro, anche lui ha deciso di partire con suo figlio. Se avrai bisogno di qualsiasi cosa potrai domandare a lui. È un brav'uomo il signore Styles>
Louis annuì in segno di approvazione, sarebbe partito per una grande avventura 'Nel nuovo mondo'.
Quell'abbraccio durò poco, lo zio si staccò dal nipote dopo neanche una manciata di minuti.
Disse solo <Inizia a preparare le valige con lo stretto necessario.> e uscì dalla porta, lasciando il biglietto sul tavolino della cucina.
Louis andò in camera, prese la sua valigia sgualcita e iniziò a metterci dentro le prime cose che trovò, tre pantaloni di cotone, qualche maglietta a maniche corte un giubbotto di Jeans e il suo unico pigiama; prese la valigia con se e, prima di chiudere la porta osservò per l'ultima volta la sua cameretta, il luogo che lo aveva visto crescere.
Osservò le pareti spoglie, il suo comodino dove vi era appoggiato il suo primo trofeo conquistato giocando a calcio.
Osservò per l'ultima volta il suo letto, e poi uscì.
Andò in cucina dove si mise a sedere, sulla seggiola dondolante vicino al tavolo, prese il biglietto in mano e iniziò a osservarlo più attentamente.
In grande, al centro del foglio, vi era scritto
"BIGLIETTO PER LA TERZA CLASSE DEL TITANIC".
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Salve allora vorrei premettere una piccola cosa, se non si era capito tutta la storia sarà incentrata sul Titanic.
Quindi io spero vivamente che tutte voi sappiate (scusate la ripetizione) appunto, la storia del Titanic, ma se non ne sapete proprio niente vi consiglierei di: a) andarvi a documentare b) guardarvi il film. Io se fossi in voi opterei veramente per la seconda scelta, è veramente un film stupendo.
Se avete un attimo di tempo non esitate a lasciare commenti, sarei veramente molto contenta di ricevere critiche costruttive, pareri e consigli.
Un bacione :)
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A ticket for America
Fanfiction"Ma qualcosa sarebbe cambiato nella sua vita, anche se non sapeva se nel bene o nel male ma, quel qualcosa, era proprio davanti ai suoi occhi. Un pezzetto di carta, un biglietto per essere precisi. Un biglietto di sola andata per l'America." Questa...