Si sarebbe dovuto incontrare con gli Styles già 25 minuti fà.
Il cielo grigio pallido copriva la città di Southampton.
L'aria era fredda e pungente, stava gelando, avrebbe tanto voluto entrare in un qualsiasi bar a prendere un the caldo, ma non era il caso di sprecare soldi, aveva solo qualche misera sterlina e quel maledetto biglietto in tasca.
Louis era seduto su una panchina nel centro della città e mentre era lì ad aspettare padre e figlio, non poteva fare a meno di ripensare a quanto si sentisse in colpa per aver lasciato suo zio, l'uomo che lo aveva cresciuto, solo e senza più niente.
Ne era sicuro, se lui fosse rimasto lì con lui, in Gran Bretagna, lo avrebbe aiutato, infondo non era stato proprio suo zio ad insegnarli che 'L'unione fa la forza'?
«Ciao»
Louis alzò lo sguardo, un ragazzo molto alto stava timidamente davanti a lui.
«Hai bisogno d'aiuto?» chiese Louis scrutandolo con occhi indiscreti.
«Piacere- disse il ragazzo porgendogli la mano -Harry, Harry Styles. Tu devi essere Louis»
Questo si affrettò a stringergliela e con voce tremante per il freddo gli rispose: «Sì sono io, mio zio mi ha parlato di te. Dov'è tuo padre?» chiese continuandolo a fissare.
«Mio padre?» chiese Harry evidentemente sorpreso.
«Sì, mio zio ha detto che sarebbe stato lui ad accompagnarci»
«Tuo zio deve essersi sbagliato, l'unico che qui deve partire insieme a te sono io»
«Beh, con tuo padre o senza tuo padre bisogna muoverci, dobbiamo trovare un posto in cui passare la notte.» disse Louis con aria scocciata.
«Accidenti, la principessina si è alzata con il piedino sbagliato.» disse il riccio con un'espressione divertita in viso.
«Come hai detto?» rispose a tono il più grande.
«Ho chiesto- si avvicinò -se ti sei alzato con il piede sbagliato, principessa.»
Gli occhi di Louis lo fulminarono e, con voce più bassa del solito gli disse: «Va a quel paese» per poi dirigersi verso il centro della città, seguito da un Harry sorpreso che aveva solo voglia di farsi quattro risate.
'Permaloso' pensò Harry.--
Ormai era tardi Louis e Harry, dopo molte ricerche non erano riusciti a trovare un Hotel abbastanza economico.
Così quando si trovarono sotto ad un vecchio ponte, Harry si accasciò a terra.
«Stai scherzando vero?» disse Louis guardandolo con occhi interrogativi.
«Perché cosa c'è di strano, la principessina è schizzinosa? Io ho dormito in posti molto peggiori.»
Così, Louis rassegnato si buttò a terra di fianco al compagno di viaggio.
«E comunque, ho detto non voglio che tu mi chiami in quel modo.»
«In quale modo, principessina?» disse Harry mordendosi il labbro inferiore per non farsi scappare una sonora risata.
«Lo hai appena rifatto.» disse Louis evidentemente arrabbiato.
«Non capisco di cosa tu stia parlando, amore.»
«O mio Dio mi fai schifo! Tu sei uno di quei cosi! Ah, Cristo!» disse Louis per poi alzarsi andando dall'altro lato del ponte.
«Che cosa stai facendo?» chiese Harry sollevandosi sulle braccia per guardarlo meglio.
«Cosa ti sembra stia facendo, mi sto allontanando. Non ho la minima intenzione di dormire accanto ad uno come te, e Cristo non ti difendi neanche! Ma non ti vergogni?»
«Non capisco di cosa dovrei vergognarmi principessa. Non ho mai ucciso, rubato o fatto male a nessuno..»
«Smettila di chiamarmi così!» disse Louis rosso in volto dall'irritazione.
«Come vuoi amico.»
«Io non sono tuo amico e ora.. Ora basta! Io dormo buona notte»In quella notte Louis patì molto freddo, avrebbe tanto voluto stare tra le forti braccia dell'altro, la sua schiena contro il petto scolpito del più piccolo, in effetti quella visione non gi dispiaceva poi così tanto, Harry era veramente un bel ragazzo, cercò nella sua mente di figurarsi il suo aspetto: alto, forse fin troppo alto, riccioluto, bocca carnosa e due adorabili fossette a contornargli il sorriso, due grandi occhi ver.. aspetta. I suoi occhi non erano verdi, almeno non un verde banale, uno di quelli scontati, i suoi occhi avevano un colore più simile all'argento mischiato a qualche pennellata di verde, erano una poesia.
Louis si addormentò con un minuscolo, quasi impercettibile sorriso sulle labbra, pensando a quanto fosse ridicolo ed incoerente per aver, solo qualche istante prima, paragonato Harry 'una cosa' mentre ora è lui a ritrovarsi a pensare a lui.-
Buon giorno stelle del cielo 💕
Allora, cercherò di essere breve perché so che quest'angolino solitamente non se lo fila mai nessuno.Prima di tutto scusatemi, scusatemi perché so di aver pubblicato in ritardo, anzi molto, moltissimo in ritardo.
Il problema è che io non ce la faccio ad essere puntuale e credetemi, chi mi conosce lo sa bene.
Ad essere sinceri però, il capitolo era pronto da alcune settimane.
L'ho riletto un sacco di volte prima di pubblicarlo, ma come dire, non mi convinceva e non mi convince nemmeno del tutto oggi.
Ma come ha detto una mia amica 'Tu pubblicalo e basta, poi chi si è visto, si è visto!'
(non so bene cosa mi abbia voluto dire con questo, ma qualsiasi cosa sia stato mi ha convinto a pubblicare il secondo capitolo, quindi eccoci qui!)Seconda cosa molto, molto importante le visualizzazioni, tantissime.
Quindi cosa dire grazie, grazie e grazie.Le regola e sempre valida, se avete un attimo di tempo non esitate a lasciare commenti, consigli o critiche costruttive e perché no, se la storia vi piace mettetela anche nelle preferite, sì lo so sto chiedendo molto.
Se avete bisogno di chiarimenti sono disponibile anche sui messaggi privati.
Bene, direi di avere detto tutto.Vi mando un bacione grande grande 💕
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A ticket for America
Fanfiction"Ma qualcosa sarebbe cambiato nella sua vita, anche se non sapeva se nel bene o nel male ma, quel qualcosa, era proprio davanti ai suoi occhi. Un pezzetto di carta, un biglietto per essere precisi. Un biglietto di sola andata per l'America." Questa...