poesie e citazioni

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Per me, amico mio, non sarai mai vecchio, qual eri la prima volta che incontrai il tuo sguardo, tal oggi appare la tua bellezza; tre gelidi inverni hanno scosso dagli alberi l’orgoglio di tre estati, tre leggiadre primavere avvizzite in gialli autunni ho visto nel susseguir delle stagioni, tre fragranti Aprili arsero nel fuoco di tre Giugni da quando ti vidi in fiore, giovane come ora. Ma la bellezza è come l’ombra sulla meridiana che furtiva avanza senza mostrarne il passo; così la tua freschezza, che a me par sempre ferma, ha un movimento che l’occhio mio non percepisce: se temi questo, sappi, posterità in ascolto: pria del tuo avvento già era morta l’estate di bellezza. 

-William Shakespeare sonetto 104

Che diremo stanotte all’amico che dorme? La parola più tenue ci sale alle labbra dalla pena più atroce. Guarderemo l’amico, le sue inutili labbra che non dicono nulla, parleremo sommesso. La notte avrà il volto dell’antico dolore che riemerge ogni sera impassibile e vivo. Il remoto silenzio soffrirà come un’anima, muto, nel buio. Parleremo alla notte che fiata sommessa. Udiremo gli istanti stillare nel buio al di là delle cose, nell’ansia dell’alba, che verrà d’improvviso incidendo le cose contro il morto silenzio. L’inutile luce svelerà il volto assorto del giorno. Gli istanti taceranno. E le cose parleranno sommesso.

-Cesare Pavese "L'amico che dorme"

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