Il suo marchio

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Può anche uccidermi ma non mi farò mai, MAI influenzare da lui.

Libero il viso dalla sua presa e gli poso le mani sul petto per allontanarlo.

Prima esercito una piccola pressione, ma non me vuole sapere, quindi con tutta la forza che ho in corpo lo spingo via e mi metto a correre.

Corro...
Corro...
Corro finché nei miei polmoni non c'è più aria.

Mi fermo appoggiando una mano ad un albero mentre l'altra sul mio ginocchio.

I pantaloncini sono strappati ma non fa niente, sembrano fatti apposta.

Sento il suono di un rametto spezzato nel bosco dietro di me.

Mi rimetto a correre ma non passa molto tempo che una presa al polso mi fa fermare.

Non mi girerò, non gli darò la soddisfazione di vedere il mio viso pieno di graffi a causa dei rami che mi sferzavano la faccia.

P: Girati e guardami.

Non gli do ascolto e continuo a strattonare il polso senza voltarmi.

P: Ti ho detto...GIRATI. E. GUARDAMI.

Scandisce bene le parole, è arrabbiato si capisce dal tono della voce, nonostante questo non mi piegherò al suo volere.

Mi tira indietro e mi fa scontrare con il suo petto. Non mi muovo.

Vedo che dalla cintura che ha in vita prende un pugnale con l'elsa di cuoio con alcuni filo verdi.

Me lo passa delicatamente sulla pelle del viso senza tagliarmi, scende dal braccio sinistro per poi staccare la lama dalla mia pelle e riappoggiarla sul braccio destro poi comincia a salire. Quando arriva nel collo il mio cuore ormai sta uscendo dal mio petto dall'ansia.

No risale sul viso ma appoggia la lama sulla mia gola, proprio sopra all'arteria principale. Se fa un taglio adesso sono morta.

P: Devi capire, ragazzina, che questo è il mio regno, la mia isola, di conseguenza miei giochi, mie regole...e mie persone.

Quando dice questo mi fa girare e mi fa camminare all'indietro fino a farmi scontrare con un' albero mentre passa ancora la lama sul mio collo.

IO: Io non sono di nessuno.

Non mi risponde e passa il pugnale sulla mi spalla per poi fermarsi sulla scapola.

Aggiunge pressione fino a tagliarmi, stringo i denti per il dolore mentre lui finisce il suo "lavoretto".

Appena finisce se ne va senza dire niente...lo odio.

Guardo il suo CAPOLAVORO sulla mia scapola.

Un po' sopra l'osso è incisa una P.

Stranamente non sanguina il taglio si sta già rimarginando ma invece di diventare una cicatrice rosa diventa nero...ha ragione...sono sua.

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