Quando riaprii gli occhi, la prima cosa che notai fu che ero circondata dall'oscurità, quel tipo di oscurità che non può fare a meno di incuterti un senso di timore, paura e angoscia.
Intorno a me non c'era nulla, assolutamente nulla.
Dovunque volgessi lo sguardo, l'unica cosa che i miei occhi potevano vedere era il buio più totale. Avevo la sensazione di esser stata rinchiusa in una stanza nera in cui l'unica cosa che vi fosse presente all'interno ero solo ed unicamente io.
«C'è qualcuno?» urlai al nulla, stupidamente.
L'eco della mia voce rimbombò in quello spazio deserto talmente tanto forte da costringermi a tapparmi le orecchie con i palmi delle mie mani per non dovermi far saltare i timpani.
Ma in che posto ero finita?
Accidenti...
Non ricordavo nulla e, più ci provavo, più nella mia mente si affollavano solo pensieri sconclusionati e senza alcun senso logico.
Sospirai e, rassegnata, mi sedetti su quel liscio pavimento nero, poggiando le gambe al petto e circondandole con le mie braccia sottili.
Mi sentivo sola, completamente e totalmente sola.
Avrei tanto voluto che Inayah fosse lì, con me.
Appoggiai la fronte alle ginocchia e chiusi gli occhi, sperando con tutta me stessa che qualcosa tornasse a galla nella mia mente e mi desse un qualunque tipo di risposta sul dove fossi finita e sul come ci fossi arrivata. Fu inutile. Non ricordavo nulla.
Inoltre, come se tutto ciò non fosse già sufficiente, lì si gelava.
Sentivo il freddo penetrarmi nelle ossa con l'unico intento di farmi diventare più gelida di un blocco di pietra.
Ora che ci pensavo, era la prima volta che sentissimi capitava di sentire tutto quel freddo: nel deserto, specialmente durante la giornata, non dovrebbe fare solo ed esclusivamente caldo a causa delle alte temperature?
Qualcosa non quadrava.
Alzai il capo di scatto.
Avevo compreso dove mi trovavo, finalmente: stavo sognando seppur non ricordassi l'esatto momento in cui fossi andata a dormire. L'unica cosa che mi veniva in mente fu...
Deglutii a fatica.
Le uniche cose che mi vennero in mente furono due occhi dorati, talmente simili al colore che assumeva l'oro quando questo veniva sciolto, intenti a scrutarmi con estrema attenzione per cercare di comprendere ciò che io ero realmente.
Inaspettatamente, sentii i battiti del mio stupido cuore accelerare quando riportai alla mente anche il più piccolo dettaglio del suo viso.
Sapevo perfettamente chi lui fosse. Avevo visto numerose volte il suo ritratto e il suo aspetto nelle varie statue che erano presenti dentro i templi nei quali si veneravano gli dei, solo che non avrei mai creduto possibile incontrarlo davvero.
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Chaos and Storm
Fantasy𝐃𝐈𝐒𝐏𝐎𝐍𝐈𝐁𝐈𝐋𝐄 𝐒𝐔 𝐀𝐌𝐀𝐙𝐎𝐍. "Sei certa di essere stata creata per la vendetta?" Una volta morto e resuscitato fino ad essere Signore dell'Aldilà, Osiride aveva profetizzato che un giorno sarebbe nato qualcuno in grado di prendere il su...