❥ 𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟑 (𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝟐/𝟐)

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(...Continua)

I suoi occhi dorati erano socchiusi e guardava il movimento della sua mano non appena questa spazzava via granelli di polvere invisibile dalla sua veste nera e dorata.

Il viso del Faraone impallidì visibilmente di fronte ad un rimprovero fatto proprio da una delle divinità che egli era solito venerare: il Dio Seth, divinità del caos e della tempesta. «I-i-io...»

Gli occhi del Dio più temuto si alzarono minacciosi sulla figura tremante del Sovrano delle terre d'Egitto, in piedi a pochi centimetri di distanza da lui e dallo schiavo ai suoi stessi piedi. Quello sguardo riuscì ad incutere terrore persino alla sottoscritta, anche se non ero io la diretta interessata.

Seth si alzò dal divanetto sul quale era seduto e si accovacciò dinanzi alla figura del servo.

Percepì il movimento delle sue labbra sollevarsi verso l'alto nonostante lui mi stesse dando le spalle, poi lo vidi porgere una mano al vecchio che alzò lo sguardo per guardarlo con occhi sgranati.

Era sorpreso dal fatto che un Dio facesse un simile gesto nei suoi confronti e, in tutta sincerità, lo ero anch'io.

«Alzati, schiavo» gli disse semplicemente.

Egli fece come lui aveva detto, facendosi aiutare dalla divinità che gli stava porgendo la mano.

«Grazie, mio Signore» iniziò a dire l'anziano servo, con occhi colmi di gratitudine. «Non dimenticherò mai il vostro nobile ge...»

Ad un tratto, dinanzi allo stupore generale, la sua testa rotolò sul pavimento mentre il corpo denutrito e mutilato si accasciava senza vita ai piedi della divinità che gli aveva offerto il suo aiuto.

Sgranai gli occhi per l'orrore di quella scena che si stava presentando dinanzi a tutti: Seth, con un movimento rapido e fulmineo della sua mano destra, aveva tranciato di netto il capo dell'uomo, che lo stava ringraziando per la sua generosità.

Il vassoio che tenevo stretto tra le mie braccia cadde sul pavimento e mi tappai la bocca con le mani finalmente libere, trattenendo un raccapricciante grido di terrore.

Seth, con estrema noncuranza, iniziò a pulirsi la mano insanguinata, con cui aveva tolto la vita al pover'uomo, sull'abito sporco del servo ormai morto. «Vede, Djoser, il modo in cui trattate gli schiavi è sbagliato» iniziò col dire. Quando ebbe terminato di pulirsi la mano su quel misero straccio che copriva i genitali dello schiavo, lui si alzò e guardò il Faraone dritto negli occhi, mostrando un sorriso cordiale; un sorriso che non poteva fare a meno di lasciarmi inorridita davanti a tanta freddezza ed insensibilità. «Questi vanno trattati peggio degli animali. Vanno addomesticati e abbattuti quando non seguono correttamente i comandi.»

Djoser fissò la sua divinità con un pallore innaturale sul proprio viso e con sguardo terrorizzato; uno sguardo che si poteva chiaramente riconoscere anche sul viso della sua amata, tanto quanto odiata, consorte. Posò rapidamente la sua attenzione sul capo mozzato che era rotolato fino ai propri piedi e, dopodiché, annuì. «Ha ragione, mio signore... Le maniere forti e punizioni esemplari sono ciò che serve in casi come questi...»

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