Capitolo 1.

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Settembre, il 15.
Rivedere le solite facce di cazzo dopo un'intera estate, doverle sopportare un altro anno, l'ultimo anno. Odio.

La sveglia suona rumorosamente alternandosi a mia madre che continua a gridare che farò tardi anche il mio primo giorno di scuola. Il mio ultimo primo giorno di scuola. Se non fosse abbastanza chiaro sono finalmente arrivata alla fine del mio percorso di studi alla scuola superiore, una gioia immensa.. se non fosse che ho scelto la scuola sbagliata, la classe sbagliata e nulla di tutto ciò che mi circonda mi va bene. Direte che negativa del cazzo, nah.. io penso solo di avere un'intolleranza generale. Ormai non mi emoziona neanche più scegliere l'outfit giusto da primo giorno di scuola, prendo uno dei miei mille jeans e lo abbino alla solita felpa confortante, di quelle che quando la indossi potresti infilare altre due persone.
È una corsa contro il tempo;
Sono le sette di mattina e, da sfigata quale sono, devo correre per non perdere il pullman.
Un paio di cuffiette, Ne-Yo, e via.

Dopo tre quarti d'ora abbondanti eccomi qui, a scuola. Quel magico luogo che odora di malattie veneree, crema per l'acne e sudore.

"Quest'anno avrete l'esame ragazzi, vi tocca impegnarvi ancor di più per essere all'altezza di ciò che vi aspetta una volta usciti da qui.."
"..ammesso che ne usciremo!!" viene così interrotto il professore dal coglione della classe, Giannilli. Andrea Giannilli è quel tipo di persona che conosci quando la vita decide di farti un regalo, di quelli brutti, senza lo scontrino cortesia. È un ripetente, ce lo trovammo al terzo anno con tanto di fiocco in testa, un vero e proprio dono del signore; grazie a lui si contano ben 13 note disciplinari di classe, e solo Dio sa quante ne ha da solo.
I suoi 'cagnolini', mi piace definirli così, poiché lo seguono dietro dietro ad ogni passo che fa, sono Edoardo e Filippo, due idioti che passano le serate scrivendo musica, con l'illusione che qualcuno voglia pubblicarli.

"Statte 'npo zitto Giannì, forse te ripeterai 'a quinta, io l'anno prossimo me vedo già con le pacche nell'acqua di qualche spiaggia tropicale!" replica Stefania, la fashion blogger. I genitori hanno un mucchio di debiti perché hanno voluto appoggiarla nel suo sogno di diventare una fashion blogger e le comprano ogni abito, accessorio o prodotto che lei possa mostrare con orgoglio sul suo account Instagram.

"Ragazzi, BASTA!" il professor Neri riprende il controllo, poi scruta con attenzione la classe
"Brandi, puoi raccontarci i tuoi progetti per il futuro?"
"A professó... ma io che cazzo ne so, scusi?" scatenando una risata generale
"Ammiro la tua conoscenza dei meme, Brandi, ma fossi in te cercherei di cominciare a valutare delle opzioni, il tempo non aspetta te. Piuttosto tu, De Marco: parlarci un po' di cosa farai dopo il diploma!"
"Si, con piacere. A settembre inizierò gli studi di medicina all'università gestita da-
"MIO ZIO AURELIO DE MARCO" dice tutta la classe in coro, sarà che forse sentiamo la solita pappardella ogni giorno dal primo anno di superiori a questa parte, ma io un po' lo invidio, almeno Renato De Marco ha una mano al di fuori della scuola; è un ricco figlio di papà, possiede già una Mercedes e non ha neanche la patente, ma solo perché ancora deve compiere diciotto anni, sono sicura che il padre gli comprerà anche quella, insieme a tutti i suoi vestiti firmati e i viaggi che fa ogni mese in una capitale diversa.

"Dovreste ammirarlo invece di prenderlo in giro! Tu invece... Adriana? Cosa vorresti fare?"

Oh mio Dio, ma ce l'ha con me? Io non lo so, ho troppe idee, cosa dico? Ne dico una? Le dico tutte? E se poi risulta banale? Cazzo! Pensa, pensa, pensa!

"Io.." bene, ho gli sguardi di tutti, ma sembrano più interessati alla mia faccia terrorizzata che alla mia risposta
".. forse vorrei entrare nelle forze armate."

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