"Ragazzi, potete alzarvi" il vicepreside si era liberato da qualsiasi fosse stato il suo precedente impegno e ci fece cenno di seguirlo
"Oggi non ci sono molte faccende da sbrigare per la scuola, siete stati fortunati, però la classe 215, quella per le assemblee, ha bisogno di una mano di vernice, potete farcela?" annuimmo, anche se sconfortati.Quella classe era un vero porcile, andava prima lucidata e poi tinteggiata.
"Apriamo le danze, ragazzi" Rico sembrava eccentricamente felice di questa nostra nuova occupazione
"Mi spieghi che hai da essere così soddisfatto?" Non si poteva dire lo stesso di Gianni, sembrava che gli fosse morto il gatto.
"Ma niente, semplicemente questa diventerà la nostra classe per sempre! Possiamo farla come più ci piace"
"Guarda.. io non credo, penso che basti passare un po' di questa pittura bianca e abbiamo finito" ciò non lo smontò
"Ma sei pazza?! Guarda quanti bei colori avevano nascosto nello sgabuzzino e non hanno mai utilizzato? Sarà la nostra opera d'arte! Vedrai che impazziranno" preso da un'incredibile voglia di verde, lanciò una secchiata di pittura contro la parete, creando un effetto paintball.
"Ecco, ora guardate e imitate il maestro" con la mano destra cominciò a trascinare i residui di verde che colava dal muro ovunque gli capitasse, con la sinistra prese il rullo e lo intinse nella vernice rossa, poi me lo passò
"No dai, non è il caso.."
"E va bene, dallo a me!" Gianni glielo strappò dalle mani e lo strusciò senza un senso logico un po' a zonzo. Rimasi solo io senza un compito preciso.
"Dai Dri, non sai cosa ti perdi!"
"Dri?"
"Si, è il tuo nuovo soprannome!" senza dubbio Rico era un fenomeno con i soprannomi, sembrava un rumore fastidioso, non di certo un nickname.
"Uff, passatemi il blu!" con una spugna picchiettai sulla parete ancora bianca creando un effetto marino, sembrava davvero bello
"Siii! Mi piace! Però penso che qui manchi un po' di colore"
"Dove?" mi girai confusa e in una frazione di secondo mi ritrovai una pennellata di giallo in faccia
"Proprio qui!!"
"VIENIII, ti voglio proprio dare un gran bacio sulla guancia!" corsi dietro Rico ma finii addosso a Gianni che inevitabilmente si sporcò
"ADRIANAAAAA!"
"Che paura, sembri quasi Rocky"
Gianni prese il viola e lo scaraventò a tutta potenza verso di me, che, essendo tutta questa scena un cliché assurdo, riuscii a scansare abbassandomi. Ma ovviamente prese alla grande Rico. Iniziò una guerra di colori e risate. Sembrava una giornata perfetta.. ma
"Cazzo! E ora chi lo pulisce questo macello?"
"Beh.. intanto guarda i muri" ci girammo tutti e tre strabiliati, il nostro scherzare e giocare aveva creato un capolavoro astratto
"Direi di fare un'ultima cosa, scegliamo un colore a testa e lasciamo l'impronta della nostra mano destra, così questa classe sarà per sempre nostra." era un'idea fantastica, io scelsi il rosso, Gianni il nero, Rico il rosa.
"Adesso diamoci una mossa e puliamo tutto il resto, dopodiché dobbiamo scappare senza farci vedere, perché se il bidello scopre che un arcobaleno ci ha vomitato addosso è la fine per noi"
Tutto sommato la classe era pulita, il disastro era stato risolto, c'era solo un po' di colore in più nelle nostre vite.
"Voi uscite, io vi copro le spalle, se sentite questo rumore-" imitò il verso dell'aquila"-aumentate il passo, uscite dalla finestra della classe numero 6, affaccia proprio sul parcheggio" uscimmo furtivi e al primo verso di animale che somigliasse vagamente a quello di un'aquila iniziammo a correre per poi essere raggiunti anche da Gianni.
"HAHAHAHAHAHAHAHA è stata la stronzata più grande che abbia mai fatto fino ad ora in questa scuola" esclamai
"fidati di me, non sarà l'ultima"
"ho come la sensazione che la giornata non sia ancora finita" disse Gianni
"No, infatti. Adesso andiamo nella caffetteria sulla rotonda a prendere una bella graffa zuccherosa"
"Ma come.. conciati così?"
"Certo, altrimenti che sfizio c'è a somigliare ad un artista da circo e non approfittare della situazione?" Rico era simpatico, ma veramente stravagante.Entrammo nel locale e tutti ci fissarono, come dargli torto. Ma ciò non ci impedì di prendere tre graffe enormi e qualche cioccolatino di accompagnamento. La cosa più bella è che non ce ne fregava niente, non mi ero mai sentita così prima d'ora. Così al posto mio.