"Va avanti e prova a demolirmi
io mi risolleveró da terra
come un grattacielo,come un grattacielo"
-Demi Lovato.BELLA'S POV
Mi sveglio di colpo,corro in bagno ma ci metto un po' a trovarlo,mi gira la testa. Lo specchio riflette la stessa immagine di sempre; una ragazza sudata fradicia, con la paura negli occhi a causa dello stesso incubo, a causa del suo passato. Il ricordo dell' incidente, della morte dei miei genitori mi toglie il respiro, il ricordo di quegli occhi mi perseguita, quel verde smeraldo che ha ucciso la mia famiglia. Arrivo in cucina tutta dolorante visto che ho sbattuto da tutte parti, guardo l'orologio che segna le quattro e mezza. Ora che osservo meglio è proprio buffo, rosa di Minnie, risale ai tempi dell'asilo, i miei avevano deciso di non buttarlo, era un regalo di papà per i miei 4 anni... Papà. Faccio bollire l'acqua e mi siedo sull'isola della cucina, è abbastanza fredda, rabbrividisco al contatto e mi stringo le mani al petto; non ci voleva quell'incubo proprio oggi che devo iniziare la mia 'nuova vita': il college,sono giá agitata di mio, se ci mettiamo anche il ricordo di quella sera, potrei impazzire. Fortunatamente l'acqua bolle e la verso nella tazza con le bustine della camomilla, ne prendo un primo sorso, mi sento già un po più rilassata, questo è il mio rimedio contro l'agitazione, vado poi a sedermi sul davanzale della finesta. Scosto le tende e ammiro lo spettacolo che si presenta ai miei occhi: una Londra illuminata. Già, Londra, sono nella casa in cui i miei genitori volevano trasferirsi. Non riuscivo a stare per piú di una notte nella vecchia casa, troppi ricordi che facevano e fanno male. Scuoto instintivamente la testa per allontanare tutti i pensieri, lascio la tazza sul davanzale e vado a prendere la macchina fotografica. Arrivo nella parte che mi piace di più di questa casa:lo scaffale con una serie di macchine fotografiche,dalla piú antica alla più recente. É una passione familiare che è stata trasmessa anche a me. Prendo la mia preferita,la polaroid, tolgo un po di polvere, non la uso da tanto, dopo aver rilasciato un sosprio torno alla finestra e scatto la foto, le luci illuminano le strade, le macchine passano ininterrottamente, il mondo continua a girare, il tempo continua a passare, ma i ricordi, le immagini sono ancora vive nella mia mente. È così bella e misteriosa questa cittá che riguardo la foto per ore visto che quando alzo la testa dalla foto, l'orologio segna le sei. Metto la macchina fotografica a posto, gurdandola per un'ultima volta e mi dirigo in bagno per una doccia calda, l'unica in grado di rilassarmi sul serio. Appena esco sono abbastanza tranquilla, mi avvolgo l'asciugamano attorno al corpo e attacco l'arricciacapelli. Decido di andarmi a vestire e mentre vado in camera suona il campanello.
«Chi puó essere?» dissi tra me e me. Mi dirigo verso la porta, pettinando con la mano i capelli bagnati ed apro.
«Hum,scusa il disturbo,sono un vicino e visto che nei film i vicini si aiutanoa vicenda,potresti prestarmi lo zucchero?» disse lui. Era un bel ragazzo,alto,castano,occhi marroni, anche un bel sorriso, indossava una t-shirt nera con sopra una camicia a quadri bianca e nera,jeans chiari strappati sulle ginocchia e scarponcini marroni, attento allo stile pensai.
«Ohw,certo,un attimo» dissi balbettando per l'imbarazzo e andai a prendere lo zucchero. Era da quasi un anno che vivevo qui,eppure non l'ho mai visto da queste parti.
«Ecco» sorrise e li rimasi paralizzata.
«Ti ringrazio vicina. Vado,sennó rischio di fare ritardo pure oggi» mi fece l'occhiolino e tornai in camera. Metto l'intimo e poi un jeans skinny,una maglietta nera con una camicia a quadri rossa e nera e le mie insostituibili vans nere, l'intero outfit copre le mie forme, perfetto. Corro in bagno e mi arriccio i miei capelli neri con le sfumature sulle punte rosso fuoco, sono venuti proprio bene, li considero la cosa più decente del mio corpo. Metto un po' di eyliner e mascara, senza sembrare troppo volgare, metto tutto a posto, prendo la borsa,quanderni,penne ed esco da casa.
"Vedo che ce l'hai fatta" il mio subconscio inizia già a rompere. Inizio ad incamminarmi, sentendo l'ansia salire, mi passa per la testa di accendere una sigaretta, ma mentre cerco di prendere il pazzo sento una macchina suonarmi, sará il solito coglione.
«Vicina!» abbassa il fiestrino e ricompare lui.
«Hey,ciao» sfodero il mio finto miglior sorriso e lui si ferma,cosa vuole?
«Vuoi un passaggio,così ti restituisco il favore?» ecco un altro sorriso.
«Non preoccuoarti, forse tu vai ad un altro college e non voglio che fai strada in piú per me» sento le guance un po' calde, starò sicuramente arrossendo.
«Tranquilla,sali» ci penso un attimo e poi deicido di salire, ignorando il mio subconscio. Mia madre mi starebbe giá urlando che non si sale sulle macchine degli sconosciuti... Mia madre..
«Hey,tutti bene? Sembra che hai visto un fantasma» mi guarda preoccupato.
«No,hum,tutto ok..» scuoto la testa, facendo un piccolo sorriso e poi la abbasso.
«Che college frequenti? Comunque sono Liam» mette in moto e parte.
« Io sono Bella. Frequento la University of Arts,tu?» rispondo guardando fuori dal finestrino.
«Anche io,non ti ho mai visto li» si gira a guardarmi e avvampo.
«Wow,è fantastico..Cioè sapere che conosco qualcuno. Comunque,mi sono trasferita da poco qui. Quindi tu vai lì? Che corsi frequenti? Come sono i prof? Sono ..» dico tutto in una volta.
«Bella calmati. Fai troppe domande» mi dice sorridendo e io come al solito arrossisco. Il resto del viaggio lo passammo a criticare le canzoni che trasmettevano alla radio, cantando le nostre preferite e ridendo quando stonavamo un po' troppo. Scoprí che suona un po' la chitarra e il pianoforte, proprio come me e soprattutto,è molto intonato.
«Eccoci arrivati» mi dice con un sorriso a trentadue denti, scendiamo e inaspettatamente mi tende il braccio.Holaaaa :)
Che ne pensate del primo capitolo?
Mi raccomando votate e commentate :)
Anyway, se volete seguirci o contattarci sul nostro profilo privato di wattpad siamo adolescenza_fra e AlessandraArces .
Un bacio e al prossimo capitolo ;*