3. Ruin my life

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Seduta sullo sgabello della sua soleggiata cucina stava piano piano finendo il suo barattolo di gelato al gusto biscotto. Scorreva la home di Instagram dopo aver passato una buona mezz'ora a eliminare dal suo profilo tutte le foto col suo ex, e ad ogni foto meno lei si sentiva più sollevata, come se avesse aperto gli occhi e si stesse togliendo un peso di dosso.

La cosa le era stata facilitata dal fatto che il suo ex non l'aveva mai contattata in quei cinque giorni; era la prima volta che la lasciava definitivamente in pace, e la sensazione della sua esistenza che scemava aveva il sapore della libertà.

L'altra cosa che le occupava la mente e le faceva rigirare lo stomaco al solo pensiero, era che aveva baciato Baekhyun. E poi lui aveva baciato lei, e lei di nuovo lui, si erano assaporati tanto che in quell'immagine era impossibile individuare chi prendeva l'iniziativa e soprattutto era completamente irrilevante.

Lei e lui si erano scambiati pochissimi messaggi da quella sera; perlopiù era lui che le chiedeva come stava, si dicevano cosa avrebbero fatto durante la giornata, nulla di più. La freddezza che trasmettevano quelle conversazioni era vergognosamente ipocrita da parte di entrambi, ed era uno schiaffo crudele alla passione con cui si erano baciati.

Più ci ripensava, più si copriva la faccia quando veniva scossa di nuovo da come si era sentita con lui e a come stavano andando le cose adesso. Aveva le budella attorcigliate costantemente al pensiero di Baekhyun; a come il suo tocco si sentiva sulla pelle, al sapore delle sue labbra e della sua lingua che la avvolgevano con l'intensità con il quale lei aveva immaginato quel momento un centinaio di volte. Aveva la pelle d'oca al ricordo di lui che le baciava l'angolo della bocca e sussurrava il suo nome come un soffio sul suo viso. Strinse le cosce con forza e sbuffò pesantemente. Aveva il desiderio di toccarsi continuamente ripensando a quel momento. Quell'immagine la eccitava tanto da farla stare quasi male, e mentre lei si struggeva, non aveva idea di cosa pensasse lui e se, ci pensasse. Moriva al pensiero di sapere che il suo in realtà era stato un errore; non avrebbe resistito più.

Compose il suo numero e poggiò il telefono all'orecchio.

Baekhyun rispose subito. Sentire la sua voce le fece cadere il cuore nello stomaco.

"Stasera i ragazzi vanno di nuovo al locale. Ci sei?"

Aveva parlato senza troppe cerimonie, doveva vederlo, parlargli. E se lui avesse detto di no, quella sera lei sarebbe andata da lui ovunque fosse stato. Non avrebbe sopportato più un solo secondo di quella agonia.

"Sì, ci sono"

Lei annuì, "Ci vediamo lì" e chiuse la chiamata. Non si fermò un attimo a pensare al tono apatico di lui; scese dallo sgabello e corse in bagno a prepararsi per la serata.

-

Erano le undici passate. Seduta per quasi un'ora sul divanetto del privée, Victoria aveva aspettato l'ingresso di lui con le mani tremanti e uno sguardo assente che cercava di nascondere con tutta se stessa. Tutti i suoi amici le chiedevano cosa avesse e lei, che non voleva rispondere, doveva fingere di divertirsi e di non avere pensieri per la testa. Aveva bevuto, ma solo un po'. Giusto un cocktail per sentire la testa più leggera, sperava che l'attesa diventasse meno angosciante, ma non aveva risolto. Le veniva comunque da piangere al pensiero che lui non si fosse presentato per non vederla.

Quando i suoi occhi erano sul punto di non resistere più a trattenere i lucciconi, una mano col palmo aperto vicino a lei le fece alzare lo sguardo. Era Jongin che la stava invitando a ballare con un sorriso dolce sulle labbra. Così, anziché piangere sola sul divanetto di una discoteca, si alzò e lo seguì verso la pista. Si fermarono tra la folla e si avvicinarono, abbandonandosi alla musica perché li trasportasse come voleva.

Ballare la liberava da tutto. Non pensava a niente e lasciava che le mani di lui le circondassero la vita seguendo il suo movimento ondeggiante. Appoggiò le braccia sulle spalle di lui e i loro corpi furono tanto vicini da sentire il calore l'uno dell'altra, ma non importava a nessuno dei due. La musica era alta e il suo ritmo li avvolgeva facendoli muovere all'unisono, ormai sudati ma sorridenti attorniati dalla folla ubriaca che si muoveva scalpitante.

La sua testa ciondolava piano a destra e a sinistra, guardava la sala ma non prestava attenzione a niente, come assente.

Poi le si gelò il sangue nelle vene. Vide Baekhyun in lontananza che la guardava, immobile. Aveva uno sguardo che l'avrebbe potuta uccidere sul posto, come se in quella sala fosse esistita solo lei. I loro sguardi si incrociarono per qualche secondo, poi lui si voltò dirigendosi verso l'uscita.

Lei fu presa dal panico di perderlo, il cuore le stava balzando fuori dal petto. Si scusò con Jongin e si fece spazio tra la folla con foga e con l'affanno arrivò all'uscita. L'aria ghiacciata la colpì dandole i brividi, l'umidità poggiata sulla sua pelle nuda. Vide in lontananza la macchina di Baekhyun accendersi, in fondo a quel parcheggio immenso, e cominciò a correre.

La macchina aveva appena cominciato a muoversi in retromarcia che lei lo fermò bussando piano sul vetro.

Lui abbassò il finestrino. Aveva quello sguardo gelido che le faceva venire la pelle d'oca, e l'aveva poggiato su di lei senza parlare.

"Perché stai andando via?" gli chiese, e cercava di calmare il suo respiro.

Non stavano più fingendo. Non erano sorridenti come sempre quando stavano insieme.

"Perché la serata faceva schifo. La musica soprattutto" la guardava fissa negli occhi. Era lo sguardo più passionale che lei avesse mai visto, e ci scorgeva qualcosa che le sembrava assurdo riconoscere. Era gelosia.

"Baek, non andare" disse senza fiato, supplicandolo con gli occhi. Il cuore continuava a battere furioso ma non era perché aveva corso.

Lui sospirò, passò le pupille sulla sua figura, strinse le labbra. "Sali, ti ammalerai se stai lì fuori".

If I got you // Baekhyun Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora