Jeongguk's pov
«Che palle!»
Jeongguk guardò la ragazza che era davanti a lui incuriosito, doveva andare all'università dal momento che aveva tra le mani un tomo di anatomia e che continuava a brontolare riguardo il caffè che tardava ad arrivare. In un primo momento si era sorpreso di sentire una ragazza bassina e dall'aspetto innocuo imprecare con quel satoori così rude e tagliente tipico di Daegu, dialetto che avrebbe dovuto sentire per tutta la durata del suo impiego alla Miin-chaek, lavoro di cui non sapeva ancora alcun dettaglio preciso; cosa abbastanza insolita soprattutto se si teneva conto che quella casa editrice era una delle più importanti del momento e di certo una delle più organizzate.
«Ecco a lei» Il giovane dietro al banco lo servì immediatamente, non gli passò inosservata l'ennesima parolaccia da parte della ragazza che era accanto a lui. Sospirò leggermente e le porse il suo caffè, vide i suoi occhi contornati da un po' di mascara sgranarsi, era chiaro che non si aspettasse un gesto gentile da parte di qualcuno. Nemmeno lui sapeva il motivo per cui avesse deciso di rinunciare al sua bramata dose di caffeina per una sconosciuta, non era una persona generosa anzi, era tutto il contrario; tuttavia in quella ragazza aveva rivisto sé stesso prima di ogni verifica. Febbricitante, con la paura di deludere i suoi genitori, con l'ansia di poter sbagliare ogni cosa nonostante la sua preparazione approfondita.
«Grazie! Grazie mille, non so come ripagarti sul serio! Mi hai salvato la vita» Si trattenne dal non fare una di quelle smorfie che Yugyeom diceva lo rendessero antipatico agli occhi altrui. La ragazza frenetica gli sorrise, mise tra le sue mani un biglietto a cui lui non era per niente interessato e scappò via mantenendo quell'espressione di pura riconoscenza. Forse avrebbe fatto lo stesso se si fosse trovato nella sua situazione. Prese il caffè americano della studentessa universitaria ed uscì a sua volta dal bar del suo quartiere.
Iniziò a camminare stringendo un po' i denti per via delle ventate gelide che gli fendevano il volto, nonostante avesse una sciarpa di lana attorno al collo ed un giubbotto talmente imbottito da sembrare un pinguino.
Mentre percorreva la strada verso la sua nuova casa si perse ad osservare i vari negozi, che non erano poi così molto differenti da quelli di Busan. Ciò che era veramente diverso era il clima. Non aveva mai avuto così tanto freddo nella sua vita, e pensare che l'inverno era appena iniziato non lo rallegrava affatto. Il quartiere in cui viveva in affitto era fuori dal centro della città, tant'è che vi era un proliferare di verde inusuale ai suoi occhi, ed aveva notato che vi fossero diversi alloggi per studenti universitari, dal momento che le facoltà scientifiche dell'università non distavano molto da quella zona.
Nel trovare quell'appartamento aveva impiegato una giornata intera davanti allo schermo del computer, inutile dire che quando aveva trovato il monolocale aveva fatto i salti di gioia, in primis per il prezzo abbordabile ed in secondo luogo perché si trovava in una zona tranquilla, lontana dal caos cittadino: quel genere di caos che lui aveva sempre detestato. Jeongguk, difatti, avrebbe preferito vivere in un paesino sperduto in campagna invece che in una città caotica come Busan, per il semplice fatto che la tranquillità e l'assenza di rumori lo rilassava; proprio per quel motivo aveva sempre adorato fin da bambino le gite fuori porta dai suoi zii a Jeju.
«Signora Cha!» Chiamò la padrona di casa a gran voce, la sessantenne aprì la finestra del suo appartamento situato a piano terra e gli sorrise gioviale. Era una vecchietta piuttosto estrosa, quando l'aveva accolto l'aveva vista indossare un abito rosa shocking e degli occhiali da sole scuri, per un brevissimo istante l'aveva scambiata per la versione anziana di Lady Gaga.
«Che ragazzo caro, non dovevi» La donna si riferiva al sacco di plastica pieno di arance che le aveva allungato. Invece doveva proprio, dal momento che magari avrebbe potuto fargli un piccolo sconticino con la rata. Le sorrise, utilizzando quello charme che aveva sulle donne e non solo. Sua madre gli diceva sempre che era un gran ruffiano.
«Non si preoccupi Signora Cha. Ora vado su» La salutò velocemente e corse verso il suo monolocale. Aprì la porta e si ritrovò subito nel salotto, non fece a meno di reprimere un sorrisetto nel vedere la sua casa. Si sedette a tavola iniziando a sorseggiare il caffè che aveva ordinato la studentessa di medicina, ridacchiò appena ripensando alla faccia sconvolta che aveva fatto quando le aveva offerto il suo caffè. Alcune volte si stupiva lui stesso della sua magnanimità, nonostante dietro quel gesto ci fosse un chiaro intento calcolatore.
Lanciò una veloce occhiata al ripiano presente nel salotto dove vi erano tutti i suoi fumetti preferiti. Amava leggere i fumetti, erano la sua passione da quando era bambino ed aveva sempre dovuto nasconderla appena varcata la soglia dei quattordici anni per non essere additato come un "nerd sfigato" poiché ci teneva troppo a non essere vittima di violenza psicologica e fisica. Ma era contento così, dato che in questo modo i fumetti erano diventati il suo mondo segreto in cui lui poteva lasciarsi andare a risate infantili e a sorrisi nostalgici. Lui amava leggere i fumetti, cosa che però non si poteva dire dei grandi tomi di letteratura che era stato costretto ad ingurgitare alle medie inferiori e superiori. Tuttavia non era sempre stato così, ricordava molto bene che alle elementari non gli era mai dispiaciuto ascoltare le lezioni di letteratura, probabilmente perché erano molto meno pesanti di quelle delle medie e delle superiori. Ad ogni modo l'aveva sempre studiata, da studente modello qual era stato.
«Continuo a preferire Naruto a Yi Kwang-su*»
Ed era un male, soprattutto per il genere di lavoro in cui stava per andare incontro. A dir la verità aveva pensato pure di declinare l'offerta di lavoro per la sua antipatia nei confronti di quella letteratura che sicuramente amavano alla Miin-chaek, la casa editrice che lo aveva inaspettatamente assunto. Alla fine però ci aveva ripensato, soprattutto perché aveva bisogno di denaro per poter spostarsi a Seoul ed i suoi genitori non erano ricchi quanto quelli dei suoi ex-compagni di classe e non potevano di certo permettersi di pagare tutte le sue spese. Pure il primo affitto del monolocale aveva dovuto pagarlo lui, dopo ore passate a dare il resto in un supermarket.
Lui non proveniva da una famiglia ricca ma aveva una grande forza di volontà ed era determinato ad essere valutato per le sue capacità, non per il suo conto bancario. Sospirò leggermente. Guardando l'e-mail della Miin-chaek. Aveva ottenuto quel posto ed avrebbe fatto ogni cosa pur di mantenerlo.
Non vi deluderò mamma, papà.
Yi Kwang-su: è considerato il padre della letteratura moderna coreana, acquistò notorietà dopo la pubblicazione del suo libro dal titolo Mujong (Senza cuore), non fu solamente uno scrittore ma anche un giornalista ed attivista sudcoreano.
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𝕐𝕠𝕦'𝕣𝕖 𝕞𝕪 𝕗𝕒𝕧𝕠𝕦𝕣𝕚𝕥𝕖 𝕓𝕠𝕠𝕜 | kookga
FanfictionMin Yoongi, amante della lettura e dei libri, è il direttore di una casa editrice di libri a Daegu, la Miin-chaek, attualmente in cerca di nuovo personale. Manda così una richiesta a tutte le scuole superiori con indirizzo classico del paese, invita...