Capitolo 11

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Una volta che i miei escono, rimaniamo soli.
Io nel mio pigiamone, e Larry in piedi con le mani in tasca.

Nel salotto piomba un silenzio assordante.

«Senti visto che ormai sei qui, serviti pure se hai fame.» Evito di guardarlo.

«Non rimango per molto ma voglio solo che mi lasci parlare.» Mi osserva dalla parte opposta del salotto mentre sto sul divano.

Mi alzo in piedi zoppicando fino ad arrivare faccia a faccia con Larry.

«Dimmi.»

Gli occhi smeraldi di Larry non si muovono. Guardano dritto nei miei.

«Sei muto?» Rompo il silenzio.

«Sto pensando...» Mantiene lo sguardo.

«Hah. Difficile trovare una scusa?» Emetto un ghigno sarcastico.

«Difficile parlare quando ti ho a dieci centimetri dal viso.» Non cambia espressione.

"Ma..."

Si aumenta la velocità ritmica del mio battito e mi si riscaldano esageratamente i palmi delle mani.

«Sei esperto, te la sei studiata questa frase? Larry se non hai altro da dire...» Tolgo lo sguardo e indietreggio.

«Quello che è successo veramente, è che volevo chiudere il capitolo della mia vita che ho vissuto giocando al 'donnaiolo' come mi chiamo tu. È questo Eril. Quindi...ho detto a Brigit, che era finita davvero e che non la volevo più attorno. Ne a me ne a te.» Si avvicina di un passo.

«Posso?» Mi prende le mani socchiudendomi i pugni.

«Mentre discutevamo, ho sentito la tua voce nel corridoio e ho fatto lo sbaglio di menzionare il tuo nome. Brigit l'ha capito dal mio tono che eri il motivo della nostra discussione...ha rotto appositamente un vetrino che trovò su una scrivania, per attirare la tua attenzione, e sei venuta davvero.»

«Eril...ha colto di sorpresa anche a me. Non sapevo nulla delle sue intenzioni.»

«Storia lunga.» Tolgo le dita.

Sussegue il silenzio.

«Prenditi la responsabilità Larry. Insomma, tu gli l'hai permesso di baciarti, l'ho visto.»

«Eril, mi dispiace tanto di non aver fatto di più. Comunque vorrei che capissi che è stato un secondo di scatto, proprio quando hai aperto la porta. Dimmi che mi credi.» Si acciglia tristemente.

«Non scusarti come se fossi la tua fidanzata...tranquillo...» Mi sorprende la sua serietà e insistenza.

«Si...»

Guardo le sue mani socchiudersi.

«Quindi vorresti farmi credere che non vuoi più avere la ragazza più popolare, la coda di ragazze, avere l'opportunità di baciarti tre ragazze a settimana...per correre dietro a me non sapendo nemmeno quali sono i miei veri sentimenti verso di te?» Lo squadro.

«Non ho mai baciato tre ragazze a settimana. E si. Non so se provi qualcosa ma voglio andare fino infondo se devo.»

«Ormai non ho più fiducia in te. Dovrai riguadagnartelo.» Ribadisco fermamente.

«Non sei cambiata, mi lanci sfide di continuo. Eril sono disposta a lavorare per riconquistarti.» Si forma un mezzo sorriso sul viso di Larry.

«Riconquistarmi? Quando mai mi sono presa per te pff.» Mi dirigo in camera con un bicchiere d'acqua in mano.

«Ehi...» Mi richiama il tono della sua voce nel quale si percepisce un certo sollievo.

Mi fermo.

Di spalle, giro la testa verso sinistra, esponendomi solo di profilo.

«Buonanotte.» Poggia una mano sulla maniglia della porta aspettando una risposta.

Il momento rimane in sospensione.

«Non pensarmi troppo.» Sorseggio e riprendo la camminata.

Da dietro sento il ghigno divertito di Larry e sorrido.

Mi passi a prendere?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora