Capitolo 7

112 18 3
                                    

Un'ora dopo il lungo pomeriggio, si introduce lentamente la sera;

«Eril sei lì da più di 5 minuti...e non sento nemmeno più le gambe.» Si lamenta Elisa impaziente.

«Sei per caso stata strangolata dal vestito mentre cercavi di inserirtela?»

«Eilà, ragazza nel camerino...se non rispondi tra 0,5 secondi apro la tenda.» Si preoccupa.

«Mh.» Emetto un suono soffocato.

«Eril guarda che entro! Santo cielo perché hai preso una taglia in meno, lo sapevo che ti si incastrava già in testa.» Si sbriga ad aprire la tenda rosa del camerino, ma rimane ammutolita e istantaneamente un leggero silenzio emana il negozio. Anche la cassiera tiene il collo tirato nel tentativo di sbirciare meglio.

«Ei...certo che non sei per niente male.» Tiene le mani sulla tendina.

«Elisa, è quasi perfetta.» Mi fisso nel gran specchio eccellentemente pulito.

«Quasi?! È perfetta.» Mi poggia le mani sulla schiena scoprendo il suo viso meravigliato dietro il mio riflesso.

Il vestito che ho addosso è da dottoressa. Una piuttosto attraente.

«Ho una febbre molto scottante. Può farci qualcosa?» Passa un ragazzone dietro al camerino tentando in un flirt alquanto scadente.

Dallo specchio vedo l'espressione disgustata e irritata di Elisa.

«Ti curo io il cuore. Vieni.
Permettimi di dare un occhiata.»
Afferra la sua penna dalla borsa.

Il povero ragazzo comincia a caminare dritto, una camminata simile ad una corsa.

«Huh. Una penna? Sul serio?» Sogghigno.

«Che c'è?» Sistema la sua 'armatura' nella borsa.

«Pensi che era meglio lo spry a peperoncino? Lo sapevo era meglio quello. La prossima volta.» Si sfiora il naso con il pollice, leccandosi il labbro inferiore mascolinamente.

«Si già, non penso ci sarà una prossima volta con quello.»

«Ho esagerato?» Ride.

«Pff. Hai fatto il lavoro per me, avrei fatto lo stesso. Senza la penna.» Scoppiamo a ridere.

"Mi piace questa ragazza. Non avrei mai pensato di considerare qualcuno."

Finiamo il tutto con un gelato, dopo di ché usciamo.

«Hey domani fatti valere, non ci siamo spaccati la schiena per niente.» Si massaggia il collo.

«Si Elisa.» La accarezzo ironicamente i cappelli impeccabilmente ordinati.

«Io vado, ho bisogno di un bel riposo.» Fa un giro con il collo, scrocchiandolo mentre socchiude gli occhi stanchi.

«Cos'era quel rumore?» La guardo stranita.

«Il mio collo.» Lo riscrocchia.

«Smettila, mi fai senso...potresti scrocchiare anche la schiena visto che ci sei.» La prendo in giro.

Elisa comincia a scrocchiarsi tutta formando posizioni assurde.

«Santo cielo! Scappo via.» La bacio sulla guancia e formo un'espressione disgustata.

«Bye baby.»
Mi saluta con un bacio in aria, ma io fingo di schivarlo.

...

"Ora sono sola, ed è ormai sera.
Mi sento un pochino agitata."

«Sono più forte di così.» Me lo ripeto più di cinque volte.

Mi passi a prendere?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora