Caldo

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Il caldo, che sale dall’asfalto rovente, mi stordisce, lo sento sulla pelle, nei polmoni e nella mente offuscata. Le mani scivolose minacciano di far cadere la pila di libri che tengo in mano, mentre gli occhiali continuano a scivolare sul naso. Mi guardo intorno alla ricerca di un posto, uno qualunque, purché dotato di aria condizionata.

Una macelleria, un tabaccaio e un’edicola, gli unici locali pubblici in questo maledetto quartiere residenziale, poi alzo lo sguardo, facendomi scudo con un libro per il riverbero, e lo vedo: ‘Hotel Apollo’.

Prendo fiato, drizzo la schiena facendomi coraggio. Con i miei volumi stretti tra le braccia mi dirigo verso l’ingresso, salgo i larghi gradini di pietra, entro. Un lungo tappeto rosso accompagna i miei passi incerti fino alla reception.

“Buongiorno”

Sobbalzo al suono di quella voce “Ehm, salve, volevo sapere se avete un BAR”

Un ragazzo mi guarda come se fossi un’aliena, istintivamente mi sistemo gli occhiali sul naso e liscio la mia gonna stropicciata.

“A destra, subito dopo le porte a vetri”

Ringrazio e mi dirigo verso la direzione indicata, respirando l’aria fresca del locale.

Entrando mi colpisce il lusso: tutto splende, dal legno laccato ai lampadari, devo stonare come un sassolino tra le perle, fortuna il locale è deserto, soltanto un uomo seduto a bere e lavorare. Sospetto di essere finita in un´altra galassia.

Mi siedo in modo che non mi noti troppo e mentre aspetto il cameriere il mio sguardo viene attratto da lui. Elegante, sulla trentina, capelli corvini, naso dritto e sguardo corrucciato, intento a leggere qualcosa sullo schermo del suo portatile. Sorrido amaramente pensando a come devo apparire io: capelli legati alla meglio con un elastico, maglietta con Snoopy, sopra la gonna di cotone di jeans, occhiali da secchiona, beh, è quello che sono dopotutto, una che ama i libri, che ci ficca dentro il naso da quando non sapeva ancora cosa significassero quei segni stampati vicino alle splendide figure. Libri che mi porto dietro ovunque, libri per ogni evenienza: quelli universitari, perché tra poco iniziano gli esami, manuali di ogni tipo e … le immancabili storie che raccontano le gesta di eroine cui vorrei somigliare: bellissime, coraggiose e intraprendenti. Mi perdo come al solito nelle mie fantasticherie fissando l’uomo spudoratamente, cercando d’immaginare la sua vita. È solo, sarà cliente dell’hotel, magari in viaggio di lavoro o si sarà rifugiato dal caldo come me? Lo vedo sorridere tra sé, ha un sorriso delizioso e delle labbra sensuali. D’improvviso lui alza gli occhi e mi fissa per un istante. Il mio cuore fa una capriola talmente improvvisa da darmi un lieve capogiro. Sento salire il rossore, dal petto fino alla radice dei capelli, abbasso lo sguardo repentinamente, mentre inizio a sistemarmi spasmodicamente gli occhiali sul naso, nel mio consueto tic che compare quando sono nervosa. Come una pazza mi chiedo se avrà intuito i miei pensieri indiscreti su di lui.

Non ho il coraggio di rialzare lo sguardo, apro un libro a caso, ma le lettere ballano tra le pagine, sembrano sbeffeggiarmi.

Rivedo i suoi occhi blu scuro e sento un’altra vampata di calore salirmi al volto, mentre le orecchie fischiano forte, superando il rombo del mio cuore nel petto.

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