Ma Quale Mostro?

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Quella volta non lo baciai. Proprio no, sembrò ad entrambi esagerato.
Ma tempo una settimana dopo, neanche, eravamo già in sintonia. Sarà perché rimanevamo giorni interi, anche di notte tramite cellulare, a parlare l'uno con l'altro.
Poi successe, quella cosa stupenda.
Mi ricordo benissimo come il vento all'improvviso smise di soffiare, come la neve smise di cadere, di come il mio cuore perse un battito, e di come provai la prima volta quella sensazione che pensavo di conoscere benissimo.
No, affatto. Era tutt'altro di quello che mi immaginavo.
Ora non c'è più quella sensazione, è stata rimpiazzata dal vuoto totale, come quello che sentivo sotto i piedi mentre ascoltavo le sue parole.

Alle otto, ero puntuale davanti alla casa di Izuku. Mi ero dimenticato completamente di quanto fosse bello, anche se quei pensieri forse erano in adatti in quel momento, dato che la mia bocca aperta e le guance rosse magari non erano un bello spettacolo per il ragazzo.
-H... Hey S-sh-Shoto.
Balbettava più del solito, di quello mi ero accorto.
Poi, durante il tragitto per arrivare al laghetto, mi lanciava qualche sguardo fugace, e avvicinava la sua mano alla mia, senza mai però sfiorarla.
Arrivammo e ci sedemmo sulla neve, davanti a quello spettacolo raro nella mia città.
I pini erano completamente innevati, e solo poche parti più verdi scure si intravedevano sotto ai rami. Il lago era ancora ghiacciato, e la neve ci si stava depositando sopra.
-S-scusa Shoto. Ti ho chiamato qui perché...
Si fermò un attimo, prese un bel respiro e mi guardò negli occhi.
Per un attimo, sentii il corpo cedermi e le guance farsi sempre più caldo.
-Ti prego, anche se non accetterai, ti prego di non darmi del mostro e rimanere con me.
Lo guardai confuso e mi prese il panico per un attimo.
-Io sono innamorato di te.
Il vento smise di soffiare.
La neve cessò di cadere.
Il mio cuore perse un battito.
La sua espressione si fece preoccupata.
Le mie mani corsero sulle sue guance.

Le mie labbra arrivarono, finalmente aggiungerei, sulle sue.

Mi staccai dopo cinque secondi.
Sì, li avevo contati.
Perché? Perché sarebbero rimasti per sempre i cinque secondi migliori di tutta la mia vita.
-Ma quale mostro?
Sussurrai, appoggiando la mia fronte sulla sua.
Lui cominciò a ridacchiare. Poi divenne una risata di spirito, che mi contagiò sul momento.
-Izuku, io ti amo
-Anch'io!
Si lanciò su di me, stringendomi forte, continuando a ridere.
Io provavo una cosa nuova.
Una sensazione strana.
Felicità, farfalle nello stomaco, gambe tremanti, occhi lucidi, battito cardiaco in sovraccarico...
Credo che tutti chiamino questa sensazione "amore"
Ed io, ne ero agli inizi.

Angolo.
Eh niente, questo non doveva uscire, ma visto che sono stressata, triste e mi sento uno schifo volevo scrivere per distrarmi. Eh niente, mi dispiace se è corto, però ne scrivo subito un altro perché ho voglia di allontanarmi i pensieri di dosso.
A dopo, chi è sveglio

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