-Uno.

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"Louis William Tomlinson, giuro che se non ti alzi, una secchiata d'acqua in testa non te la toglie nessuno."

Nascosi il viso nel cuscino quando mia madre piombò in camera mia in modo non tanto carino, era circa mezz'ora che urlava come una dannata per farmi alzare, senza risultati ovviamente.
Quando iniziò a scuotermi le spalle, mi rigirai nel letto per poi fulminarla con lo sguardo e mostrarle il pollice.

"Sono sveglio, sono sveglio, maledizione!"

La camera era in un disordine pazzesco ed io ero un disastro, ottimo Louis, bel modo di cominciare il tuo primo giorno di scuola!

Sbadigliando, entrai in bagno, dove mi beai del getto caldo della doccia per ben venti minuti, successivamente dopo aver sentito l'ennesimo urlo di mia madre, mi posizionai davanti allo specchio: i capelli fin troppo lunghi erano ingarbugliati tra di loro e sul mio mento si intravedeva un sottile strato di barba che sinceramente non avevo voglia di radere.

Stavo attraversando il corridoio con i piedi scalzi e ancora bagnati per via della doccia, quando mi ritrovai steso a terra in seguito ad uno scivolone.
Imprecai disperato e rimasi steso a terra per una manciata di secondi, continuando a maledirmi.
"Coglione!" mi sfotte il mio subconscio, maledetto.

Sono arrivato in camera, senza scivolare una seconda volta, "Ottimo" penso, quando mi rendo conto che nell'armadio c'è tutto tranne quello che volevo indossare oggi, perfetto.
Opto per una maglietta rossa tipo polo, con scollo a V, ed un paio di jeans beige larghi ma non troppo, calzo le immancabili vans rosse, e corro in cucina dove trovo Niall già seduto ad aspettarmi con mia madre che continua a tamburellare le dita sul bancone infastidita.

"I tuoi capelli fanno schifo, sistemali!" Mi prega mia madre.

In risposta accenno una risata e scuoto i capelli schiazzando un po' d'acqua addosso a Niall che mi fulmina con lo sguardo, poi ci passo una mano e do loro  una "forma".

"Fatto, mamma, ora, se permetti devo iniziare una nuova vita." Dico mentre la stringo forte a me, baciandole entrambe le guance.
"Il mio bambino al college, oddio!", roteo gli occhi infastidito e poi accenno una risata, adocchio la mia valigia vicino alla porta d'ingresso, e la trascino fino a fuori rivolgendo un ultimo, veloce sguardo a casa mia.
Niall mi segue a ruota ed entriamo in macchina.
"Sono pronto!" Esclama Niall tutto entusiasto.
"Nì, dobbiamo ancora partire", dico io mettendo in moto l'automobile.

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h12:45 p.m.

Davanti a me, un grosso cancello in ferro battuto dà accesso a quello che deve essere il cortile principale del college.
Una grossa insegna sopra l'arcata del cancello indica ciò:

                    "ETON COLLEGE-King's College of Our Lady of Eton beside Windsor"
                                         (esclusivamente maschile!)

Sorrido, e decido che è arrivata l'ora di svegliare Niall, siccome è crollato in un sonno profondo dopo i primi 15 minuti di viaggio.
Niall scatta e sorride a trentadue denti, ma come fa?Io appena sveglio faccio fatica a ricordarmi il mio nome, son veramente messo così male?
Scende giù dalla macchina in pochi secondi, ed io non posso fare a meno di ridacchiare sotto i baffi.
Mentre lui si incanta a squadrare l'edificio enorme, io scarico l'auto, appoggiando tutte le valige a terra.

"Se mi aiuti, non mi fai schifo!" Esclamo infastidito e tutto sudato.
Lui rimane ancora un po' impalato e viene a prendere i suoi borsoni.
Inisieme ci dirigiamo verso un gruppo di studenti che parlano tra di loro, anzi, uno di loro parla, e gli altri ascoltano.
Fingo un colpo di tosse per farmi notare, ed il ragazzo che parla si ferma e mi guarda con disprezzo.

"Scusa, hai bisogno di qualcosa?" Mi dice.
"Sì, per i dormitori?Ecco, siamo nuovi, dobbiamo orientarci."
Il ragazzo mi ride in faccia e mi indica un secondo edificio a pochi metri dall'edificio principale, e poi mi liquida velocemente, lo sento ancora ridacchiare alle mie spalle.

"Solo matricole!" Dice il ragazzo a cui ho chiesto indicazione.
"Harry, avanti, ha solo chiesto dov'erano i dormitori." risponde un altro.
"Deve vederci male se non ha notato il cartello dietro le sue spalle!"

Tutto il gruppo ride.

Sto per tornare indietro per ribattere, ma Niall lo capisce e mi blocca per il polso, così continuo ad andare avanti.
Sulla porta ci aspetta una ragazza in tiro, bionda e con tacchi vertiginosi ai piedi.

"Voi siete?"
"Louis Tomlinson" 
"Tomlinson, Tomlinson, Tomlinson...eccoti qua, stanza numero 234, queste sono le chiavi, e questo è il tuo programma, oh, e in omaggio dalla scuola, la spilla con lo stemma del college, tieni."
Mi liquida con una velocità impressionante, ed io saluto Nì con un cenno del capo.
Salgo le innumerevoli scale e trovo finalmente la stanza 234, entro e con mia grande sorpresa e sfortuna la stanza non è tutta mia, coinquilino, fantastico, perfetto Louis, la razza umana che tanto odi popolerà le tue inutili giornate!

Il letto affianco al mio è disfatto, un paio di mutande sono a terra, e altre sparse sul tappeto, una valigia è sul letto, aperta, ed una miriade di vestiti(Troppo neri e dark per i miei gusti) ne escono fuori.
Disgustato dal disordine inizio a sistemare le mie cose fino a che non sento fracasso in corridoio, ero pronto ad ignorare i rumori e continuare ciò che stavo facendo, ma una risata cristallina mi fa scattare e voltare.
Il ragazzo sgarbato incontrato poco prima, è sulla porta e mi guarda con disprezzo.

"Dov'è Daniel?" Mi chiede.

Daniel?E' chi diavolo è "Daniel"?

"Daniel?Chi, scusa?"
"Questa è la sua stanza, dov'è?"
"Non ne ha la più pallida idea, a dire la verità non l'ho ancora conociuto."
"Che ci fai tu qu..." viene interrotto da qualcuno che gli tira una pacca scherzosa sul sedere, lui si voltà verso il ragazzo che dev'essere sicuramente Daniel e lo saluta battendogli il cinque, i due si scambiano qualche occhiata e il ragazzo riccio e scorbutico se ne va.

"Oh, matricole, benvenuto, piccolino!" Piccolino?Ma, piccolino?!Oh, Mon Dieu dove sono finito.
Lo vedo estrarre un foglietto giallo dai jeans e lo vedo sorridere.
"Lewis Tomlin..tomlinson?"
"Louis." Lo correggo.
"Piacere, sono Daniel, Dan per tutti."

Mi porge la mano ed io gliela stringo, mi sta subito simpatico in quanto inizia ad aiutarmi a disfare la valigia.
Allora non sono tutti scorbutici.

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