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San trovò la solita ragazza del bar, in un soleggiato e afoso pomeriggio di luglio, all'ombra di un albero

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San trovò la solita ragazza del bar, in un soleggiato e afoso pomeriggio di luglio, all'ombra di un albero.

Il parco era pieno di bambini che si rincorrevano sull'erba, di giovani che portavano a spasso i propri cani e di coppie che felicemente passeggiavano mano nella mano.

San si avvicinò a lei, aspettò che alzasse il viso per notarlo e, quando successe, entrambi si aprirono in due piccoli sorrisi.

Non avevano mai parlato prima di quel giorno, se non per le ordinazioni, e San non si era più azzardato ad offrirle null'altro per paura di risultare scortese.
Ma si erano resi conto l'uno dell'altra ed entrambi avevano curiosità di conoscersi.

San dunque si sedette sull'erba curata e con il solito sorriso iniziò la conversazione «Io sono Choi San»

Lei gli porse la mano e lui la strinse «Io mi chiamo Kang Sueji»

«Kang Sueji» ripeté.
Gli piaceva il nome della ragazza del bar; era un sospiro, dolce e lento, e gli ricordava il vento estivo.

Parlarono di poche cose, quel giorno, ma San tenne impressa nella mente ogni parola di quel piccolo dialogo.

Quando Sueji tornò a casa, con il sorriso sul volto, si affacciò alla finestra e guardò il cielo.

Il sole stava tramontando ed il colore del firmamento oscillava tra il celeste e l'arancione.

Prese una boccata d'aria fresca e pensò a quanto amasse quella volta blu.
All'alba, al tramonto, in pieno giorno o di notte.
Adorava guardarla e adorava le stelle, la luna, i pianeti.
Sognava di toccarlo con un dito o magari di nascondercisi dentro.

Wendy || choi sanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora