«Ricordo che era solo il cielo, la nostra vera casa.
Volavamo sopra i tetti e la gente non capiva.»
;ispirata all'omonima canzone di ultimo.
;capitoli corti.
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Sueji accettò l'invito di San di uscire con lui.
Dopotutto, non avrebbe potuto rifiutare un ragazzo venuto da lei in imbarazzo e farfugliante.
San si era sentito uno sciocco mentre balbettava cose insensate -Yunho aveva specificato che quelle frasi romantiche avrebbero fatto cadere Sueji ai suoi piedi- e cercava di non tremare o svenire per l'insicurezza.
Era diventato rosso come la maglietta che aveva indossato quella mattina, ma Sueji l'aveva trovato carino. Gli aveva dato una possibilità e, accettando l'appuntamento, aveva reso smisuratamente felice San.
Il giovane tornò a casa più che contento e disse ai suoi amici che il loro aiuto era servito.
A loro volta, anche loro erano più che felici di esser stati un punto importante nella, speravano, relazione tra i due.
San era in fermento e non riusciva a scegliere cosa indossare o a pensare lucidamente.
Doveva uscire con Sueji, ma non aveva la minima idea di cosa fare.
Doveva portarle una rosa? Doveva andarla a prendere con la macchina? Doveva salutare i genitori di lei?
Preso dallo sconforto, si buttò sul letto e cercò di scacciare i pensieri negativi dalla sua testa. Questi ultimi non sarebbero riusciti a rovinare un momento di gioia. San non avrebbe permesso che prendessero il sopravvento proprio quel giorno.
