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Sueji non parlò con i suoi genitori per giorni

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Sueji non parlò con i suoi genitori per giorni.

San passava più tempo con lei che al bar, ma alla madre aveva detto che la sua ragazza aveva bisogno di lui.
Il che era vero.

I genitori di San, anche il fratello ma non lo aveva detto ad alta voce, fremevano dall'idea di incontrare questa ragazza che San tanto descriveva nei modi più genuini e teneri.

Così, un sabato sera, San invitò Sueji a casa propria.

Sueji si presentò alla porta e suonò impazientemente, aveva già avuto varie occasioni, anche se brevi, di parlare con la famiglia di San e le erano sembrati tutti molto aperti e simpatici.

Peccato che le apparenze potevano ingannare, lei lo sapeva bene.

La cena iniziò con una portata di lasagne, Sueji amava anche quelle.

Amava anche San, perché probabilmente aveva detto alla propria famiglia di non menzionare i genitori di Sueji davanti a lei stessa.

E loro avevano chiesto quali fossero i suoi hobbies, cosa le piaceva studiare, dove sarebbe voluta andare la prossima estate, quali fossero le sue canzoni preferite.

Si sentì parte di una famiglia e loro l'avevano accettata così, nonostante i suoi desideri e le sue aspirazioni.

«Resterei qui per tutta la vita, se potessi» confidò quella notte a San, quando erano usciti nel quartiere per passeggiare.

«Puoi, lo sai. Non disturbi.»

Sueji ridacchiò «Farei solo innervosire di più i miei genitori.»

«La mia casa è sempre aperta per te. Se mai dovessi sentirti asfissiata con i tuoi genitori, sai che noi ti accoglieremo a braccia aperte.»

Sueji adorava quel posto.
Non era solo la loro villetta, in un quartiere abbastanza tranquillo di Seul.
Era il loro modo di vivere, le loro regole non molto rigide, la loro educazione che non pretendeva l'offendere il prossimo.
Persino l'odore di quel quartiere era buono: sapeva di verde, di pini e di margherite.
Di bambini che giocavano sul ciglio della strada e di cani che scodinzolavano felici.

Il suo appartamento era in centro, vicino all'ospedale in cui suo padre lavorava.
L'università distava una sola fermata di metro ma in quindici minuti era raggiungibile anche a piedi.
Di un anno in cui viveva a Seul, tutto quello che era riuscita a vedere era stata solamente la stessa strada casa- scuola.

Ma con San le cose erano cambiate.
Era come se le avesse preso la mano e l'avesse portata alla scoperta di cose che già conosceva ma che finalmente poteva toccare.
Lui era stato un punto fondamentale nella vita di Sueji, la stella più brillante tra tutte.

«Ti amo, San.»

«Ti amo più della musica, Sueji.»


The End

Wendy || choi sanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora