Dietro il suono delle bombe, lo scoppio dei ricordi: un bambino troppo piccolo per responsabilità troppo grandi, il dolore della guerra, l'amicizia ferita, l'amore disilluso, il corpo vuoto e solo accanto all'affetto più puro del mondo.
«Allora, Natthasol, che storia vuoi che ti legga?» Ludwig aveva appena avvicinato la poltrona al letto di suo fratello. Quasi tutte le sere, con la scusa di non addormentarsi, Natthasol lo pregava di leggergli qualcosa e, senza neanche dover faticare molto, Ludwig accettava.
«Non lo so, sono indeciso!»
«Tra cosa?»
Natthasol si era salito sul letto, aveva tirato a sé le coperte e si era messo sotto di esse. Dopo essersi posizionato bene con la testolina sul cuscino disse: «Non lo so... sono tutte così belle, non so se voglio leggere "Biancaneve" o "Il brutto anatroccolo"»
«Decidi bene e in fretta che devo andare a dormire anche io... Cosa ci vuole a scegliere una fiaba? E poi non puoi fartela leggere dalla tata?»
Nel sentire nominare la tata, Natthasol si spinse in avanti e afferrò il braccio di Ludwig «Non puoi dirmi una cosa del genere! Si vede chiaramente che lei non ha la minima voglia di leggermi queste storie. E poi, Ludwig, non ha intonazioni! Invece, tu sei bravo!»
«E tu sei un ruffiano! Avanti, scegli una storia!»
«Scelgo "Il brutto anatroccolo" perché ho paura che fai fare la fine della matrigna a papà! Sia mai che a forza di sentirla ti convinci!»
«Hai davvero una linguaccia, Natthasol! E poi non sarebbe male come idea...» Ludwig sembrò fermarsi un attimo nel pensare davvero a quella possibilità, ma sapeva di non esserne in grado in fondo.
«Ludwig! Non lo dire neanche per scherzo!»
«Avanti! Sdraiati una volta per tutte e preparati ad ascoltare questa storia, sennò me ne vado e basta!»
«Va bene, va bene faccio, il bravo! Sono tutto orecchie!» Natthasol si accucciò sotto le coperte, nascosto fino al mento, tutto intento ad ascoltare suo fratello, il suo adorato fratello, leggergli quella tanto attesa storia.
Non ci volle molto affinché Natthasol si addormentasse; Ludwig non era arrivato neanche a metà storia, ma era meglio così, per Ludwig che aveva altri piani e progetti per la propria serata ─ sarebbe uscito a divertirsi, almeno era quello che sperava.
Chiuse piano il libro, fece attenzione ad alzarsi e a sistemare la poltrona per non far rumore. Non avrebbe voluto svegliarlo. Uscì dalla camera, chiuse la porta dietro di sé accostandola lentamente, e quasi non trasalì nel sentire suo padre che, con tono perentorio, lo chiamò: «Sei ancora sveglio?»
«Scusami, Natthasol mi ha chiesto di leggergli una storia... Per questo mi sono trattenuto.»
«Oh, Ludwig, le tue giustificazioni non mi interessano... Per tuo fratello Natthasol, come per Lancelot, ci sono le tate apposta. Tu devi stare a letto perché domani mattina ti devi svegliare presto, come sempre.»
«Sì, lo so, mi devo svegliare all'alba perché dormire è per chi non eredita niente, devo essere fresco perché devo prima dedicarmi all'attività fisica e poi allo studio.»
«Ecco, visto che sei così preparato, che hai anche il coraggio di rispondere, ti inviterei ad andare a dormire, invece di sfidare ancora la mia pazienza.»
«Con permesso...» disse, prima di congedarsi e recarsi al piano di sopra nella propria stanza.
Aveva un appuntamento con il suo amico Elger verso mezzanotte. Per quell'ora tutti dovevano essere a letto, eccetto suo padre che, spesso e volentieri, usciva. Il che, a dirla tutta, sarebbe stato ancora meglio per Ludwig
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